Aviazione

Aeroflot sfida l'Occidente

La compagnia di bandiera russa annuncia la ripresa dei voli per il Kazakistan, specificando che userà degli Airbus A320 – Si riaccendono i riflettori sulla battaglia legale fra i vettori russi e le società di leasing straniere
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Marcello Pelizzari
30.01.2023 10:45

Aeroflot, la più grande compagnia aerea russa, è pronta a rimettere piede in Kazakistan attraverso voli di linea regolari. Nonostante, come noto, una larga parte della sua flotta – parliamo degli aerei di fabbricazione occidentale, Airbus e Boeing – si trovi in una cosiddetta zona grigia a livello legale. Parliamo dei famosi (se non famigerati) velivoli che vennero reimmatricolati in Russia dopo che le società di leasing ne avevano, giustamente considerando le sanzioni varate contro la Federazione in seguito all’invasione dell’Ucraina, reclamato il possesso.

Il vettore, attraverso un comunicato del 27 gennaio, ha dichiarato che sta già vendendo i biglietti per le seguenti destinazioni: Astana, Almaty e Atyrau. I voli dovrebbero riprendere il 1. febbraio e Aeroflot, secondo quanto affermato, per le tratte in questione dovrebbe utilizzare degli Airbus A320. Aerei occidentali, appunto, privi però dei necessari pezzi di ricambio proprio a causa delle sanzioni.

Ma con quale modello?

La confusione, evidentemente, è tanta. Un funzionario del governo kazako, per spegnere le voci secondo cui gli aerei di Aeroflot una volta toccato il suolo in Kazakistan sarebbero stati sequestrati dalle autorità, ha spiegato che potranno essere adoperati solo gli aeromobili «precedentemente acquistati a titolo definitivo» da Aeroflot dalle società di leasing straniere. «Gli aerei cui consentiremo di volare in Kazakistan sono di proprietà puramente russa» ha aggiunto.

Reuters, in questo senso, ha riferito che Aeroflot si era assicurata otto esemplari di Airbus A330. Eppure, nel comunicato del vettore si fa riferimento a modelli più piccoli, gli A320, ideali per il medio-raggio. Quindi? Quanti A320, eventualmente, erano stati acquistati in via definitiva dalle società di leasing prima della guerra? Non è dato saperlo.

Si sa, per contro, che Aeroflot intende operare due voli al giorno per Astana, tre per Almaty e due voli settimanali per Atyrau.

La reimmatricolazione

All’inizio della guerra, ricordiamo, oltre 400 aerei di fabbricazione occidentale erano rimasti «prigionieri» della Federazione Russa. In seguito alle sanzioni occidentali, i contratti di leasing con le società straniere erano stati risolti in maniera unilaterale e, come detto, i velivoli erano stati reimmatricolati grazie a una legge ad hoc varata da Vladimir Putin.

Secondo logica, sulla scia delle sanzioni – e tenendo presente anche la chiusura dei cieli europei alle compagnie russe – Aeroflot e gli altri vettori finora hanno evitato il più possibile di volare all’estero. Proprio per paura che questi aerei potessero essere sequestrati.

Al momento, solo Rossiya Airlines (parte del gruppo Aeroflot) offre voli per il Kazakistan. L’alternativa è SCAT Airlines, di proprietà kazaka, che collega Astana e Mosca.

I danni...

Sempre Reuters ha ricordato che le società di leasing, confrontate con perdite importanti, stanno cercando di rifarsi sugli assicuratori, restii a pagare un risarcimento per tutti questi aerei perduti perché, ai loro occhi, vi sarebbe nonostante tutto ancora un modo per recuperare i velivoli. Le società di leasing hanno chiesto un risarcimento danni pari a 8 miliardi di dollari. Chissà come hanno reagito di fronte alla notizia che Aeroflot riprenderà il servizio verso il Kazakistan.

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