Aviazione

Aeroflot vuole cannibalizzare alcuni aerei cargo per ricavarne pezzi di ricambio

La situazione, in Russia, è sempre più tesa a causa delle sanzioni occidentali tant'è che la compagnia di bandiera punta a finalizzare un accordo con Volga-Dnepr Group: i componenti verrebbero usati per la filiale low cost Pobeda
Marcello Pelizzari
07.12.2024 10:30

Volare, in Russia, sta diventando un esercizio complicato a causa delle arcinote sanzioni occidentali. Da una parte, i continui problemi di sicurezza, a immagine dei tanti, troppi guai cui è andato incontro il Superjet 100. Dall’altra, la necessità di mettere le mani su pezzi di ricambio e (nuovi) aerei di fabbricazione occidentale nell’attesa che la produzione di modelli al 100% russi dia qualche frutto.

In mezzo, per così dire, ci sono le compagnie. Che si arrabattano. Fra queste, Aeroflot – come riferisce il canale Telegram russo Aviatorshina – starebbe valutando di acquistare alcuni aerei del colosso cargo Volga-Dnepr Group. Aerei, leggiamo, da cannibalizzare al fine di ricavarne (preziosi) componenti da «girare» alla controllata low cost Pobeda.  

Nello specifico, Aeroflot sta puntando a un accordo con Volga-Dnepr per il trasferimento di cinque Boeing 737-800 BCF. Si tratta di tradizionali 737 riadattati per fungere da velivoli cargo. Nel 2022, il costo complessivo degli aeromobili si aggirava sugli 8, 9 miliardi di rubli (fra i 70 e gli 80 milioni di franchi). La compagnia di bandiera russa, concretamente, intende ottenere i diritti di utilizzo dei 737 in dotazione ad Atran, una costola del gruppo Volga-Dnepr. Parallelamente, Aeroflot sta cercando di trovare un’intesa con il vero proprietario di questi aerei, il lessor irlandese AerCap. Aerei che, leggiamo, interessavano anche a S7 Airlines.

Aeroflot, dicevamo, non intende far volare questi aerei, anche perché – in un regime di forti, fortissime sanzioni – riconvertire dei 737 cargo per il servizio passeggeri sarebbe quantomeno complicato. Il vettore, semmai, è interessato a motori, carrelli di atterraggio, avionica e altri componenti. Materiale, questo, che girerebbe a Pobeda viste le difficoltà della controllata low cost nel mantenere attiva una flotta di 42 Boeing 737-800. Pobeda, dal canto suo, nel 2023 aveva ricevuto un 737-800 precedentemente in servizio per Royal Flight e di proprietà di AerCap. Un precedente che, secondo Aviatorshina, potrebbe dare ad Aeroflot le basi per trovare un accordo con il lessor irlandese.

È interessante notare, infine, che lo scorso giugno Pobeda era stata sanzionata dal governo canadese. Ottawa, di per sé, non aveva fornito dettagli specifici, spiegando tuttavia che nella revisione della legge sulle misure economiche speciali nei confronti della Russia aveva incluso «entità del complesso militare-industriale russo che forniscono tecnologia chiave e componenti elettrici a supporto degli sforzi della Russia». Inoltre, aveva aggiunto sempre Ottawa, «le sanzioni hanno come obiettivo entità coinvolte nell’elusione delle sanzioni che facilitano l’accesso della Russia a beni sanzionati». L’Office of Foreign Assets Control (OFAC) degli Stati Uniti, dal canto suo, aveva già sanzionato Pobeda lo scorso 1. maggio per il suo presunto ruolo nel contrabbando di parti sanzionate in Russia. La società-madre, Aeroflot, figura nella lista delle aziende sanzionate negli Stati Uniti e nel Regno Unito. Regno Unito che, lo scorso giugno, aveva sanzionato pure il colosso cargo Volga-Dnepr Group.