Gran Bretagna

«Al mio show riporterei celebrità "cancellate" e personalità di destra»

Il famoso presentatore Graham Norton si è espresso sulla diversità di vedute in TV: «Promuovere visioni del mondo più ampie è importante: parlare con persone con cui non siamo d'accordo rende la televisione più interessante» — Discussa anche la posizione di J.K. Rowling
Giacomo Butti
21.09.2022 21:35

La TV è troppo politically correct? Fra gli ospiti degli show c'è rappresentazione equa degli schieramenti politici? Sono, queste, domande sollevate recentemente Oltremanica. E non da uno spettatore qualunque, ma da Graham Norton stesso, celebre volto della BBC. Al suo "The Graham Norton Show", ha recentemente affermato il comico e presentatore irlandese, c'è un problema. «La cancel culture rende difficile trovare ospiti di destra. Ma è importante riflettere visioni del mondo più ampie».

Di quale programma parliamo? Quello condotto da Norton è un talk show comico trasmesso dal 22 febbraio 2007, oggi ormai famosissimo. Ogni venerdì sera, il 59.enne ospita star con cui intrattiene simpatiche e brillanti discussioni su svariati temi. Sketch e aneddoti inediti sono all'ordine del giorno, ma in un'intervista al Sunday Times, Norton ha fatto capire di volere di più. Parlando del processo di selezione degli ospiti del suo chat show, alla luce della politica di imparzialità della BBC, il presentatore ha spiegato: «Parlare con persone con cui non siamo d'accordo, o anche con coloro che sono stati "cancellati", rende la televisione più interessante».

Da tempo, la BBC tenta di diversificare la lista degli ospiti. «Cerchiamo di fare in modo che lo show assomigli al mondo. È un aspetto importante e la cosa positiva è che oggi è più facile da fare. Un tempo si faceva fatica a trovare un attore non bianco che il pubblico riconoscesse. Non è più così». Ma dal punto di vista politico c'è ancora da lavorare. «Credo che sia un programma liberale, ma limitarsi a rispecchiare l'audience non mi sembra molto liberale, a meno che tu non voglia semplicemente avere una copia di te stesso che ti fissa dalla TV».

Alla domanda se inviterebbe ancora nel suo show televisivo della BBC le celebrità che sono state "cancellate", Norton ha aggiunto: «Dipende. Se vogliono davvero partecipare, potremmo trovare un modo per farlo. Chi sono io? All'improvviso sono forse l'arbitro morale del mondo che dice chi può andare o non può andare in TV? No. Le persone parteciperanno al mio show, rideremo insieme e questo darà fastidio a qualcuno, ma non averle in TV mi sembra altrettanto brutto».

Il caso di J.K. Rowling

Cancel culture. La moderna damnatio memoriae ha colpito anche personalità un tempo insospettabili, come la celebre autrice della saga di Harry Potter, J.K. Rowling. La scrittrice è stata negli scorsi anni oggetto di controversie. Accusata di transfobia per le sue opinioni critiche sull'identità di genere, la 57.enne è divenuta un ospite poco gradito. Tutto è partito nel 2019, quando Rowling ha annunciato il suo sostegno a Maya Forstater, una ricercatrice britannica a cui non era stato rinnovato un contratto lavorativo dopo aver affermato che «il sesso biologico è un dato oggettivo e che le donne trans non sono vere donne». Rowling aveva dichiarato che Forstater è stata licenziata «per aver affermato che il sesso è una cosa reale». Una presa di posizione che era costata all'autrice, accusata di transfobia, il rispetto di una buona fetta dei suoi fan. E non solo. Il suo nome, tanto sbandierato nei trailer e titoli di coda dei film, è divenuto (quasi) invisibile nel lancio del terzo capitolo di Animali fantastici, prequel della serie del maghetto. Nessuno, nemmeno chi dalle sue opere sta traendo profitto, vuole avere a che fare con lei. Tanto che la (forse scontata) scoperta che parte dei proventi del nuovo attesissimo videogioco su Harry Potter (Hogwarts Legacy, in uscita nel 2023) finirà nelle sue tasche, ha spinto molti fan a promuovere il boicottaggio. 

In una situazione del genere, le affermazioni di Norton sembrano andare ben più che "controcorrente": nel discutere di personalità cancellate, il presentatore ha infatti parlato proprio di Rowling. Il mese scorso, il 59.enne aveva già invitato l'autrice in un programma radiofonico. E chi lo sa? Forse presto la vedremo al suo show televisivo. «Non sono d'accordo con le sue opinioni sulla questione transgender. E non la farei partecipare per esporre le sue opinioni. Ma ha il diritto di continuare a parlare del suo romanzo giallo (The Ink Black Heart, uscito quest'anno, ndr)».

«La cosa più semplice sarebbe non farla partecipare, ma non mi sembra giusto. Dovremmo parlare con le persone con cui non siamo d'accordo e non promuoverei alcuna causa non invitandola a partecipare. Venderà comunque un milione di libri». Norton ha poi sottolineato come le sue recenti affermazioni gli abbiano dato un "insight" sulla persona dell'autrice: una provocatrice. «Mi sono fatto un'idea su di lei quando ha detto che le piace l'aspetto della rissa da pub di Twitter. Ho pensato: "Oh, ora ho capito: tutto questo ti diverte"».