Il caso

Alaska Airlines, il portellone esploso era «Made in Malaysia»

Emergono nuovi dettagli sull'incidente avvenuto sul Boeing 737 MAX 9: la «door plug» era stata prodotta nel sud-est asiatico, ma non è ancora chiaro «dove sia stato l'errore»
©National Transportation Safety Board,
Red. Online
18.01.2024 08:15

Passano i giorni ed emergono nuovi dettagli sull'incidente che ha visto protagonista Alaska Airlines nei primi giorni di gennaio. Stando agli ultimi controlli effettuali sul velivolo, è emerso che il portellone di sicurezza del Boeing 737 MAX 9 esploso pochi minuti dopo il decollo era stato prodotto in Malesia. A renderlo noto è stato il capo del National Transportation Safety Borad americano, a seguito delle prime indagini condotte in seguito al sinistro. 

Prima i bulloni avvitati male. E ora, il luogo di produzione. Tassello dopo tassello, i contorni dell'incidente si fanno via via più chiari. Ma non ancora abbastanza. Nel dettaglio, le nuove ispezioni hanno permesso di confermare che ad aver realizzato la «door plug» nel Paese asiatico è stata la Spirit Aereo System. Sul portellone, ritrovato nel giardino dell'insegnante Bob Sauer, è stata infatti trovata la scritta «Made in Malaysia», insieme al numero di serie e a ulteriori dettagli di fabbricazione. L'aspetto interessante? Tutto sembrava scritto a mano, con un pennarello indelebile.

Tuttavia, si tratta solo di un primo indizio di una catena di eventi più complessa su cui andranno condotte ulteriori indagini. In particolare, per quanto riguarda il trasferimento del portellone. Dopo essere «partita» dalla Malesia, secondo le prime ricostruzioni, la «door plug» era presumibilmente finito nella fabbrica del fornitore Boeing di Wichita, nel Kansas, e infine su un treno diretto verso il produttore dei 737 a Renton, vicino a Seattle. Un viaggio complesso, che ne ricostruisce le origini, mettendo soprattutto sotto i riflettori la complessità della catena di fornitura di Boeing, dopo anni di crescente outsourcing di diverse componenti. Ma per capire cosa sia andato storto, dalla produzione al trasferimento, sarà necessario approfondire ulteriormente la questione. 

«Questa indagine deve scoprire dove è stato l'errore, cosa ha causato l'incidente e cosa deve essere fatto per assicurarsi che non accada di nuovo», ha sottolineato Ted Cruz della Commisione Commercio. 

Al contempo, ieri la Federal Aviation Administration ha dichiarato che le ispezioni di un primo gruppo di 40 Boeing 737 MAX 9 erano giunte al termine. Ora, la FAA si occuperà di «esaminare attentamente i dati», e convocherà un comitato di revisione delle azioni correttive, prima di stabilire se e quando questi aerei potranno tornare a volare.