«Alexei Navalny è morto per avvelenamento, ecco le prove»

Ufficialmente, l'oppositore del Cremlino Alexei Navalny è morto per cause naturali. Così, lo scorso luglio, si erano espresse le autorità. Spiegando che il caso, appunto, non aveva alcuna rilevanza penale. Detenuto in una colonia penale nell'artico russo conosciuta, altresì, come «colonia dei lupi polari», Navalny in realtà sarebbe stato avvelenato. Ne dà notizia, forte di una moltitudine di documenti ufficiali, il portale The Insider. I sintomi di cui soffriva, hanno confermato alcuni esperti medici, corrisponderebbero infatti a un avvelenamento. Sintomi che le autorità, nei citati documenti, hanno sapientemente e costantemente omesso.
The Insider, in particolare, parla di due versioni del medesimo documento. Firmate, entrambe, dall'investigatore russo Alexander Varapaev. In una prima versione, ha descritto così i sintomi di Navalny: «Il 16.02.2024, il detenuto A.A. Navalny ha avvertito un forte peggioramento delle sue condizioni di salute mentre si trovava nel cortile di esercizio n. 2 dell'EPKT (unità abitativa a celle unificate, ndr)». Informato della situazione, si legge nel documento, «l'ufficiale di servizio dell'istituto» ha portato Navalny «fuori dai locali del cortile di esercizio verso i locali della sezione n. 4 dell'EPKT. Lì, il detenuto A.A. Navalny si è sdraiato sul pavimento e ha iniziato a lamentare un forte dolore nella zona addominale; ha iniziato a espellere di riflesso il contenuto dello stomaco, ha avuto delle convulsioni e ha perso conoscenza, cosa che è stata immediatamente riferita al personale medico dell'istituto di pena». I sintomi descritti da Varapaev, spiega The Insider, sono coerenti con quelli che ci si sarebbe aspettati se Navalny fosse stato avvelenato. Tuttavia, in una versione successiva (e definitiva) dello stesso documento, ogni riferimento a dolori addominali, vomito e convulsioni è stato rimosso. The Insider ha citato anche un altro documento: un inventario di «oggetti sequestrati» prelevati dalla, chiamiamola così, scena del crimine. L'elenco include «campioni di vomito», prontamente sottoposti a esame. Tuttavia, né l'esame né i campioni di vomito di Navalny sono mai stati inseriti ufficialmente nella documentazione finale.
Quanto rivelato confermerebbe le parole di Yulia Navalnaya, secondo cui «negli ultimi minuti prima della sua morte, Alexei si è lamentato di un dolore acuto allo stomaco». Eppure, le autorità russe sono giunte alla conclusione che Navalny è morto per cause naturali e che il decesso non è di «natura criminale». Quella dello scorso 16 febbraio, leggiamo, non è la sola emergenza medica che ha coinvolto Navalny. Non solo, non è il primo caso in cui le spiegazioni dei funzionari russi si discostano dai fatti medici accertati. Nell'agosto 2020, come noto, gli agenti dell'FSB russo avvelenarono Navalny utilizzando una variante dell'agente nervino Novichok. Gli effetti furono avvertiti mentre il politico dell'opposizione era a bordo di un volo da Tomsk a Mosca. I sintomi erano così gravi che l'aereo dovette effettuare un atterraggio di emergenza a Omsk, dove i medici probabilmente salvarono la vita di Navalny trattandolo con l'antidoto chimico all'agente nervino, l'atropina. Tuttavia, la versione ufficiale diffusa per spiegare l'insorgenza dei sintomi di Navalny sull'aereo fu che il paziente aveva semplicemente sofferto dei risultati di «bassi livelli di zucchero nel sangue».
Secondo il medico del pronto soccorso Alexander Polupan, che curò Navalny nell'ospedale cittadino n. 1 di Omsk dopo l'avvelenamento da Novichok, nel 2020, i sintomi osservati dai medici nel caso della morte di Navalny in carcere nel 2024 non corrispondono alla diagnosi dichiarata ufficialmente: «La causa ufficiale del decesso – un disturbo del ritmo cardiaco – non spiegherebbe in alcun modo i sintomi descritti nella risoluzione: forti dolori addominali, vomito o convulsioni. Questi sintomi difficilmente possono essere spiegati da qualcosa di diverso dall'avvelenamento. Il breve intervallo tra i dolori addominali e le convulsioni suggerisce la possibilità di un'esposizione a un agente organofosforico: la stessa classe di sostanze del Novichok, ma in questo caso l'agente potrebbe essere stato applicato internamente». Altri medici, interrogati da The Insider, hanno concordato con le conclusioni di Polupan.
Un'ulteriore prova, seppur indiretta, dell'uso di una sostanza velenosa è rappresentata dalla riluttanza delle autorità a rilasciare il corpo di Navalny per diversi giorni dopo la sua morte e dal rifiuto di consentire un esame indipendente dei campioni biologici.