Niente pettegolezzi

Almasri rimpatriato a Tripoli, l'Italia non invochi la Ragione di Stato

Il libico Osama el Najeem è un criminale di guerra, accusato di crimini contro l’umanità, di violenze sessuali, di omicidi, di torture – Eppure è stato accompagnato a casa con un aereo di Stato
Carlo Tecce
25.01.2025 16:48

Il libico Osama el Najeem, detto Almasri, cioè l’egiziano, è stato rimpatriato a Tripoli a bordo di un Falcon usato dai servizi segreti italiani. Accompagnato a casa con un aereo di Stato con le insegne di Stato. Un trattamento riservato agli eroi di guerra, eroi di ogni tipo, invece Almasri è un criminale di guerra, accusato di crimini contro l’umanità, di violenze sessuali, di omicidi, di torture.

Almasri è anche un tappo, un efferato tappo, che sigilla nella prigione di Mitiga gli immigrati che arrivano in Libia e in Libia vengono trattenuti per non «invadere» l’Europa e soprattutto l’Italia, per non arrecare danni al consenso dei governi, per non spaventare una popolazione, quella italiana, in declino anagrafico, demografico e, osiamo dire, culturale e sociale.

Ormai da una settimana, sfidando il senso del ridicolo dopo aver agilmente abbattuto il senso del pudore, il governo di Giorgia Meloni raccatta scuse, espone cavilli, avanza sospetti e, di fatto, delegittima la Corte internazionale penale che voleva arrestare e processare Almasri, mentre il comandante Almasri, in Europa e non soltanto in Italia, si sentiva così al sicuro da girare a fondo dalla Germania in giù e fare sosta a Torino per gustarsi Juve-Milan con altri tre amici. Ancora più sfacciato: Almarsi si è inoltrato in Europa sfruttando il collegamento aereo Tripoli-Roma appena ripristinato.

Adesso potrebbe venire in soccorso, dopo un momento di vergogna collettiva, la Ragion di Stato, la difesa di un bene superiore che appartiene a tutti, ma nessuno davvero ne dispone. La Ragione di Stato è spesso incomprensibile, contraddittoria, certamente ingiusta. Una volta Giuliano Ferrara ha scritto che la tragedia, e si riferiva ai casi di Stato, è nell’intreccio tra umanitarismo tradito e politica obbedita secondo i canoni più ovvi e ferrei della Ragion di Stato.

Per esempio la Ragione di Stato ha prevalso nello scambio in differita Iran-Italia: Teheran ha liberato l’ostaggio Cecilia Sala, Roma ha riportato in Iran Mohammad Abedini. La giornalista Sala era in carcere senza motivo, Abedini perché ricercato dai tribunali americani. Non è stata una soluzione fondata sul diritto, ma senz’altro è stata una soluzione ineccepibile, saldamente retta sulla Ragion di Stato che impone di proteggere i cittadini italiani. La vicenda di Abedini si spiega da sé. La vicenda del comandante Almasri no.

Il governo di Giorgia Meloni dovrebbe spiegare quale Ragione di Stato ha indotto lo Stato a liberare un criminale? Fin qui il governo ha esposto con scarsi risultati, a essere generosi, Carlo Nordio (Giustizia) e Matteo Piantedosi (Interno), due ministri di assoluto rilievo impegnati a sfoderare il cavillo più convincente, la procedura più calzante per placare le proteste delle opposizioni. Piantedosi ha riferito alle Camere che «Almasri è stato espulso perché pericoloso». Ulteriori commenti sono superflui. Il governo Meloni trovi il coraggio per dire agli italiani quale Ragione di Stato ha protetto il comandante Almasri e dica pure se questa Ragione di Stato coincide con la Ragione di Governo. E per favore, se la linea è «delay, deny, defend», ritardare, negare, difendere, non lo faccia in nostro nome. In nome della Ragione di Stato. 

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