«Almeno 40 morti a Mosca, quattro attentatori sono in fuga»
Si aggrava il bilancio della sparatoria avvenuta alla sala concerto del Crocus City Hall nei sobborghi di Mosca. Almeno 40 persone sono state uccise, riporta l'agenzia di stampa russa RIA Novosti, e i feriti sono oltre 100. Un giornalista dell'agenzia che si trovava sul posto ha dichiarato che alcuni uomini armati hanno aperto il fuoco automatico e hanno lanciato una granata o una bomba incendiaria nell'edificio. Almeno due esplosioni, secondo i resoconti dei sopravvissuti, sono avvenute nel locale e i video diffusi dalla stampa su X mostrano parte del tetto, avvolto dalle fiamme, collassare. Un'auto carica di esplosivo, riferisce Nexta, è stata inoltre trovata nel parcheggio del Crocus City Hall.
Le agenzie di stampa russe hanno dichiarato che 70 ambulanze sono state inviate sul posto, mentre i pompieri cercano di domare l'incendio.
Gli attentatori
La sparatoria, riferiscono i media, sarebbe iniziata mentre la band «Picnic» si stava esibendo. «All'improvviso ci sono stati dei colpi dietro di noi - spari. Una raffica di spari», ha raccontato a Reuters un testimone. «È iniziato un fuggi fuggi, tutti correvano verso le scale mobili».
Alcuni video pubblicati sui social mostrano i terribili momenti dell'attacco. Ma nulla si sa al momento sugli uomini armati (sarebbero cinque) che avrebbero utilizzato armi automatiche per la strage. Secondo alcuni media russi alcuni attentatori si sarebbero barricati da qualche parte nell'edificio. Canali russi sul servizio di messaggistica Telegram, invece, indicano che quattro membri su cinque del commando sarebbero riusciti a fuggire. La Casa Bianca ha dichiarato che le immagini della sparatoria nella capitale russa sono difficili da guardare: «Le immagini sono orribili e difficili da guardare e i nostri pensieri sono ovviamente rivolti alle vittime di questo terribile attacco», ha dichiarato il portavoce della Casa Bianca John Kirby. L'ambasciata statunitense in Russia aveva avvertito all'inizio del mese che «estremisti» avevano piani imminenti per un attacco a Mosca. L'avvertimento è stato lanciato alcune ore dopo che l'FSB, il principale successore del KGB di epoca sovietica, ha dichiarato di aver sventato un attacco a una sinagoga di Mosca da parte di una cellula del gruppo militante musulmano sunnita Stato Islamico (IS).
«Kiev non c'entra»
In un comunicato, il ministero degli Esteri russo ha definito l'attentato un «sanguinoso attacco terroristico»: «L'intera comunità mondiale è obbligata a condannare questo crimine mostruoso», ha dichiarato la portavoce del ministero degli Esteri Maria Zakharova. E la leadership russa è stata lesta a puntare il dito: «La Russia risponderà alla morte con la morte», ha dichiarato il vice presidente del Consiglio nazionale di sicurezza russo Dmitry Medvedev in un messaggio pubblicato sul suo canale Telegram. «Se fosse accertato che dietro ci sono terroristi del regime di Kiev dovranno essere tutti trovati e uccisi senza pietà. Compresi i leader dello Stato che ha commesso tali atrocità».
Ma la direzione principale dell'Intelligence del ministero della Difesa dell'Ucraina ha già declinato ogni responsabilità. Altrettanto hanno fatto i gruppi paramilitari russi (RDK) fedeli all'Ucraina, già autori di incursioni armate in territorio russo. «Ovviamente non abbiamo nulla a che fare con questo», ha detto un rappresentante del gruppo a Novaya Gazeta Europe. Una conferma sulla non implicazione dell'Ucraina arriva anche da Washington: il portavoce del Consiglio di sicurezza nazionale John Kirby ha affermato che «non c'è alcuna indicazione» che l'Ucraina sia coinvolta nel «terribile» attacco.
Su X, il giornalista e politico ucraino Anton Gerashchenko ha riferito: «I canali russi di Telegram fanno sapere che nel parcheggio della sala da concerto è stato trovato un "minibus bianco sospetto" con targhe ucraine vecchio stile. Stanno facendo girare velocemente la versione "traccia ucraina". Sappiamo tutti cosa significa».
Secondo gli 007 di Kiev, l'attacco terroristico a Mosca sarebbe «una provocazione deliberata da parte del regime di Putin». Così su Ukrainska Pravda il portavoce dell'intelligence militare ucraina Andriy Yusov: «Si tratta di una provocazione deliberata da parte dei servizi speciali di Putin, dalla quale la comunità internazionale aveva messo in guardia. Il tiranno del Cremlino ha iniziato la sua carriera con questo e vuole finirla con gli stessi crimini contro i suoi stessi cittadini».
La reazione del DFAE
Anche il Dipartimento federale degli affari esteri (DFAE) ha commentato la notizia. Su X, il DFAE si è detto «inorridito dall'attentato, che ha causato numerose vittime, ed esprime le sue più sentite condoglianze ai parenti». Il DFAE ha inoltre sottolineato di voler «seguire attentamente gli ulteriori sviluppi»