Automobili

Altro che dazi: BYD sta per superare anche Ford

Il colosso cinese continua la sua scalata, record dopo record: presto, spiegano gli analisti, si metterà alle spalle anche il marchio statunitense
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Red. Online
11.11.2024 16:00

Record dopo record, la scalata di BYD prosegue. E spaventa, di riflesso, gli altri marchi. Il colosso cinese, avanti così, potrebbe (anzi, dovrebbe) addirittura superare Ford nelle vendite annuali. Toccando quota 4 milioni di veicoli. Detto in altri termini, BYD salirebbe all'ottavo posto nella top10 dei produttori automobilistici. Inciso: il marchio di Shenzhen era entrato in classifica solo l'anno scorso. 

Nel dettaglio, Ford nei primi nove mesi dell'anno ha registrato vendite per 3,3 milioni. Il concorrente cinese si è «fermato» poco sotto, a quota 3,25 milioni, facendo segnare un incredibile +36,5% anno su anno. Detto in altri termini, l'ultimo quarto sarà decisivo per l'eventuale (ma a questo punto probabile) sorpasso. Nel solo mese di ottobre, scrive il Sole24Ore, BYD ha venduto qualcosa come 534 mila veicoli. Ford, dal canto suo, ha fatto bene, se non benissimo grazie ai modelli ibridi e ai pick-up della serie F. Ma le sue auto elettriche sono in netta difficoltà. «Raggiungere i 4 milioni è un traguardo straordinario» ha spiegato a Bloomberg il consulente Michael Dunne, di Dunne Insights, riferendosi all’obiettivo dichiarato da BYD. «Presto, BYD vedrà Ford nello specchietto retrovisore».

Certo, la crescita smisurata di BYD è stata possibile, sin qui, sfruttando i pesanti sussidi governativi che, in Cina, incoraggiano a sostituire i veicoli a combustione interna. Detto ciò, il marchio cinese aveva già fatto parlare di sé, e molto, superando Tesla. Con il sorpasso, a livello di ricavi, divenuto realtà nell'ultimo trimestre. Fra i punti di forza di BYD c'è la sua capacità produttiva. Ma c'è, altresì, un ventaglio di veicoli impressionante. Parliamo di modelli ibridi ed elettrici per tutte le tasche e di tutti i tipi: le city-car, i SUV, le sportive. Prezzi competitivi, insomma. «In Cina cominciai con un marchio e cinque modelli» aveva spiegato al CdT, lo scorso gennaio, Michele Jauch-Paganetti, dal 2019 responsabile del design degli interni in seno a BYD. «Oggi, i marchi sono cinque e i modelli una sessantina. Oramai non li conto più. La crescita è stata incredibile, esponenziale. Non si è mai vista una cosa del genere».

La spinta di BYD è data anche dai nuovi lavoratori assunti fra agosto e ottobre, 200 mila, per un totale di 900 mila. Gli esperti, da tempo, mettono in guardia: BYD rappresenta una minaccia per i costruttori tradizionali. E questo perché unisce innovazione ed efficienza nel nome dei prezzi bassi, o comunque contenuti. Non solo, il marchio cinese non sembra temere gli Stati Uniti, dove non vende veicoli, e l'Unione Europea, che dal canto suo ha introdotto dazi lo scorso 31 ottobre (al 27%, per BYD). Il motivo? Il colosso di Shenzhen ha conquistato ampie, ampissime fette di mercato nel Sudest asiatico, in Medio Oriente e, seppur in misura minore, nella stessa Europa, dove BYD ha annunciato l'apertura, nel 2027, di un sito produttivo in Ungheria e di un investimento da un miliardo di euro in Turchia. 

Ma BYD, a ben vedere, non teme neppure i marchi giapponesi e nello specifico Toyota, il produttore numero uno al mondo. Toyota che, per contro, vuole rafforzare la sua presenza proprio in Cina, dove BYD e gli altri marchi locali hanno tolto mercato alle case nipponiche. Anche per Nissan la Cina rimane un mercato problematico: le vendite sono in calo e la competizione made in China è sempre più forte.

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