Amanda Knox a processo a Firenze per le calunnie a Patrick Lumumba

Amanda Knox di nuovo in un'aula di giustizia italiana. Succede stamani a Firenze dove è arrivata per partecipare all'udienza davanti alla Corte d'assise d'appello chiamata a stabilire se sia responsabile di calunnia nei confronti di Patrick Lumumba (nell'ambito della vicenda giudiziaria per l'omicidio di Meredith Kercher, compiuto a Perugia nel 2007 e per il quale è stata definitivamente assolta).
Processo celebrato dopo che la Cassazione, recependo una decisione della Corte europea dei diritti dell'uomo, ha annullato la condanna a tre anni rinviando il procedimento per valutare la configurabilità del reato in relazione solo al memoriale scritto dall'americana la mattina del 6 novembre del 2007.
La 36enne è arrivata a palazzo di giustizia con il marito Chris Robinson.
In una dichiarazione spontanea in aula prima che la Corte di Firenze si ritirasse in camera di consiglio Knox ha affermato che «non ho mai voluto calunniare Patrick (Lumumba - ndr). Lui era mio amico, si è preso cura di me e mi consolò per la perdita della mia amica (Meredith Kercher - ndr). Mi dispiace di non avercela fatta a resistere alle pressioni e che lui abbia sofferto». «Chiedo umilmente di dichiararmi innocente», ha concluso.
Di sé stessa nelle ore passate in questura ha parlato come di una ventenne «spaventata e ingannata».
La sentenza è attesa nelle prossime ore.
Per Knox, la procura generale di Firenze ha chiesto la conferma della condanna comunque già scontata con i quasi quattro anni passati in carcere prima di essere assolta in appello per l'omicidio Kercher. Secondo i suoi difensori, è stata invece «vittima» della «violazione dei suoi diritti di difesa» e del «processo mediatico». Va quindi assolta.
Nel processo è costituito parte civile Lumumba (il suo legale Carlo Pacelli ha chiesto la conferma della responsabilità di Knox per la calunnia), oggi non in aula.