Anche Amsterdam dice basta alle navi da crociera
Addio, navi da crociera. Quantomeno dal centro cittadino. Amsterdam ha varato una vera e propria svolta, con l'obiettivo di limitare il numero di visitatori e, parallelamente, frenare l'inquinamento. La presenza di grosse navi, hanno spiegato i politici della capitale dei Paesi Bassi, cozza contro le ambizioni della città, votata sempre più alla sostenibilità.
Il risultato? Il terminal per le crociere, nei pressi della stazione centrale, a circa un quarto d'ora a piedi da Piazza Dam, chiuderà. Il giro di vite imposto alle grandi navi è soltanto l'ultima misura per soffocare il cosiddetto turismo di massa in città. E le navi, proprio queste navi, da tempo rappresentano un problema di non poco conto per Amsterdam, considerando gli oltre 100 ormeggi all'anno.
Il consiglio comunale, dal canto suo, sta dimostrando un certo attivismo. Con veri e propri divieti, come quello di fumare cannabis nelle strade del quartiere a luci rosse, o campagne di sensibilizzazione, fra cui quella lanciata lo scorso marzo e rivolta ai giovani britannici: state alla larga, il succo del discorso, e non venite qui a disturbare con i vostri addii al celibato carichi di alcol e altri eccessi.
Amsterdam, di fatto, come molte altre città – da Barcellona a Venezia – è vittima della sua stessa popolarità. Attira, secondo la BBC, qualcosa come 20 milioni di visitatori ogni anno. Molti di loro sono attirati dalla sua reputazione libertina e festaiola.
D'accordo, ma le navi? «Le navi da crociera nel centro della città non si adattano al compito di Amsterdam di ridurre il numero di turisti» ha sentenziato Ilana Rooderkerk del partito liberale D66, partito che gestisce la città insieme ai laburisti e agli ambientalisti. La signora Rooderkerk ha recentemente paragonato i turisti da crociera a una sorta di «piaga di locuste» che si abbatte improvvisamente sulla città. Ahia.
Se è vero che altri funzionari di Amsterdam hanno usato un linguaggio meno diretto e offensivo, è altrettanto vero che la sindaca Femke Halsema, l'anno scorso, si è lamentata del concetto stesso di crociera: i turisti, quei turisti, vengono infatti «lasciati liberi» per un paio d'ore, durante le quali mangiano in catene internazionali e non hanno il tempo di visitare un museo. Turisti, insomma, che «consumano» la città ma fanno poco, molto poco per preservarla. L'altro motivo fondamentale per rimuovere le navi da crociera è abbassare i livelli di inquinamento atmosferico ad Amsterdam. Uno studio del 2021, condotto su una grande nave da crociera, ha rilevato che in un solo giorno aveva prodotto gli stessi livelli di ossidi di azoto di 30 mila camion.
Altra domanda: dove attraccheranno, un domani, queste navi? Altri posti di ormeggio, lontani dal centro città, sono allo studio da tempo. Ma nessuna decisione, finora, è stata ancora presa.
La decisione di Amsterdam segue quella di molte altre città, con la citata Venezia in testa, che già nel 2021 aveva impedito alle grandi navi da crociera di attraccare nel suo centro storico a causa dei rischi per la salute della laguna. L'UNESCO, addirittura, aveva minacciato di inserire il capoluogo veneto nei luoghi a rischio estinzione a meno che questi colossi non fossero definitivamente banditi. A detta dell'ONU, le grandi navi non solo inquinano ma erodono le fondamenta della città lagunare. Di qui, appunto, il divieto di entrare nel canale della Giudecca.
Sugli scudi, in questo senso, anche Barcellona, Marsiglia e pure Bergen in Norvegia, tappa fondamentale per chi visita i fiordi. Già, peccato che il santo sembrerebbe non valere la candela: da uno studio condotto, infatti, risulta che fino al 40% delle persone non lasci mai la nave una volta arrivata a Bergen. E che gli altri, invece, spendano in media meno di 23 euro.