Arrestato il figlio di «El Chapo» Guzman

Ovidio Guzmán López, il figlio del narcotrafficante Joaquín 'El Chapo' Guzmán da tempo in carcere negli Stati Uniti, è stato trasferito oggi a Città del Messico, dopo essere stato arrestato al termine di una complessa operazione di polizia realizzata a Culiacán, nello stato messicano di Sinaloa.
In una conferenza stampa, il ministro della Difesa messicano, Luis Cresencio Sandoval, ha precisato che il ricercato è stato messo a disposizione della Procura della capitale specializzata in materia di delinquenza organizzata (Fgr). Il ministro ha indicato che l'operazione è cominciata alle 5 del mattino in base ad un accurato lavoro di intelligence che ha permesso a elementi della Guardia nazionale e uomini del ministero della Difesa di arrestarlo. «Si è trattato - ha assicurato - di un colpo importante ad una sezione del 'Cartello del Pacifico'. I media messicani sottolineano che l'arresto del narcotrafficante è stato realizzato ad appena quattro giorni dall'arrivo in Messico del presidente Joe Biden che deve partecipare con il primo ministro Justine Trudeau e il presidente Andrés Manuel López Obrador al X Vertice dei Leader dell'America settentrionale.
Gli Stati Uniti erano sulle tracce di Ovidio Guzmán almeno dal 2008 e nel febbraio 2019 la giustizia statunitense lo aveva accusato presso il tribunale del Distretto di Columbia/Washington di traffico di cocaina, metanfetamina e marijuana. Su di lui era stata posta una taglia di cinque milioni di dollari.
Regna infatti la tensione nella città messicana di Culiacan dopo il suo arresto. Per timore di possibili rappresaglie da parte dei narcos, le autorità di Culiacan hanno invitato la popolazione a non uscire di casa e hanno decretato la sospensione delle attività della pubblica amministrazione. La richiesta è arrivata dopo le prime azioni di rappresaglia messe in atto da parte di membri dei cartelli narco. «Si stanno verificando incidenti e blocchi stradali in diversi punti della città, chiediamo alla cittadinanza di non uscire», ha scritto su Twitter il ministro della Sicurezza di Sinaloa, Cristobal Castañeda. Ordinata anche la chiusura dell'aeroporto internazionale di Culiacan dove, a protezione della struttura e dopo che un aereo civile è stato attaccato a colpi d'arma da fuoco, sono atterrati anche due aerei dell'esercito.
Con il padre che sconta una condanna all'ergastolo in una prigione di massima sicurezza negli Usa, Ovidio Guzman controllava da tempo il cartello di Sinaloa insieme ai fratelli Alfredo Guzman Salazar, Ivan Guzman Salazar, soprannominati 'Los Chapitos', e Ismael 'El Mayo' Zambada Garcia. 'El Raton' era stato arrestato già a ottobre del 2019, ma in quell'occasione le autorità del governo nazionale decisero di rilasciarlo dopo violentissime rappresaglie degli uomini del cartello che misero a ferro e fuoco la città. L'episodio, conosciuto come 'Culiacanazo', si concluse con la morte di sette agenti e di un civile, e con la fuga di 47 detenuti dal carcere della città al termine di una rivolta comandata dai narcos. Il rilascio di Ovidio Guzman valse enormi critiche al governo del presidente Andres Manuel Lopez Obrador e costituisce una pagina nera della lotta contro i cartelli della droga.