Il caso

Assange liberato grazie a «una serie di recenti missioni segrete»

Lo ha detto oggi il primo ministro australiano Anthony Albanese
©MICK TSIKAS
Ats
26.06.2024 14:28

Una serie di recenti missioni segrete di funzionari australiani negli Stati Uniti ha contribuito a forgiare l'accordo di patteggiamento che ha portato alla liberazione di Julian Assange: lo ha detto oggi il primo ministro australiano Anthony Albanese.

Il Dipartimento di giustizia statunitense ha dovuto prendere una «serie di decisioni» per poter procedere al patteggiamento, ha aggiunto Albanese durante una conferenza stampa a Canberra, sottolineando che il ministero americano è indipendente e «non soggetto a influenze politiche».

«Tutta una serie di persone» ha visitato gli Stati Uniti durante la definizione dell'accordo, ha spiegato Albanese, dicendosi «sorpreso» che questi negoziati siano sfuggiti ai media internazionali. Il premier ha aggiunto di aver parlato «direttamente» con gli avvocati di Assange durante i negoziati.

Anche l'alto commissario australiano nel Regno Unito, Stephen Smith, ha lavorato per la liberazione di Assange, ha proseguito il premier, visitando il fondatore di Wikileaks nel carcere di Belmarsh.

«I dettagli del patteggiamento sono stati elaborati per un certo periodo di tempo», ha affermato: «questo era l'unico modo in cui potevo vedere una soluzione. E l'obiettivo era quello di concludere questa questione».

Albanese ha dichiarato di non aver mai incontrato Assange durante i negoziati, ma di aver parlato con lui quando è atterrato oggi a Canberra.