Libano

Attacco a Beirut, che fine ha fatto Hassan Nasrallah?

L'obiettivo del massiccio bombardamento era il leader degli Hezbollah – Una fonte vicina al movimento sciita libanese ha affermato che «sta bene», un funzionario israeliano parla invece di «indicazioni secondo le quali fosse nel complesso attaccato» – L'Iran reagisce: «È una pericolosa escalation, Israele sarà punito adeguatamente»
© KEYSTONE (AP Photo/Bilal Hussein)
Red. Online
27.09.2024 20:36

L'esercito israeliano ha effettuato un attacco contro il quartier generale del gruppo militante libanese Hezbollah nella periferia meridionale di Beirut. Lo ha riferito il portavoce militare Daniel Hagari in un comunicato televisivo. L'esercito, su X, parla di un'«azione necessaria per proteggere il nostro popolo, in modo che le famiglie israeliane possano vivere nelle loro case, in sicurezza e protette». Poi un secondo annuncio: «Nell'ultima ora, i jet da combattimento hanno colpito obiettivi appartenenti all'organizzazione terroristica di Hezbollah nel Libano meridionale, compresi lanciatori diretti verso civili israeliani e strutture in cui erano tenute armi».

Da parte sua Hezbollah afferma di aver bombardato il nord di Israele nel primo attacco dopo quello israeliano alla sua roccaforte a Beirut.

Il primo ministro Benjamin Netanyahu è uscito nel bel mezzo di un briefing con i giornalisti, dopo il discorso alle Nazioni Unite, non appena è stato avvisato dell'attacco a Beirut da parte delle forze armate. Il suo segretario militare, il maggiore generale Roman Gofman, gli aveva sussurrato qualcosa all'orecchio, riporta Times of Israel, pochi minuti prima che interrompesse l'incontro e se ne andasse con i suoi consiglieri. Successivamente, l'ufficio del premier israeliano ha annunciato il rientro anticipato in Israele di Netanyahu (alle 20, ora locale).

Fonti della sicurezza locali citati dai media libanesi riferiscono che l'obiettivo del bombardamento massiccio su Beirut era Hasan Nasrallah, leader degli Hezbollah. Ma al momento non si hanno notizie sulla sua eventuale morte. Una fonte vicina al movimento sciita libanese ha affermato che Hassan Nasrallah «sta bene». Un funzionario israeliano ha invece riferito che «ci sono indicazioni secondo le quali Nasrallah fosse nel complesso che è stato attaccato: se era lì ci sarebbero pochissime possibilità che ne sia uscito vivo». Nell'attacco potrebbero essere morti, o comunque essere stati colpiti, il presidente del consiglio esecutivo di Hezbollah e cugino di Nasrallah, Hashem Safieddime, e il parlamentare del partito Alì Ammar.

La TV pubblica Kan ha parlato di «bombe penetranti di una tonnellata». Il primo ministro libanese Najib Mikati ha affermato che si registrano «un gran numero di morti».

Il primo ministro libanese Najib Mikati ha esortato la comunità internazionale a «impedire» a Israele di intraprendere una «guerra genocida» contro il Libano. «Questa nuova aggressione israeliana dimostra che il nemico israeliano non si preoccupa di tutti gli sforzi internazionali e chiede un cessate il fuoco», ha detto Mikati a New York in una dichiarazione rilasciata dal suo ufficio, esortando la comunità internazionale a «fermare l'aggressione israeliana contro il Libano».

«Gli Stati Uniti non sono coinvolti in questa operazione e non avevano avuto preavviso», ha detto la portavoce del Pentagono Sabrina Singh, aggiungendo che il capo del Pentagono Lloyd Austin ha parlato con il suo omologo israeliano Yoav Gallant mentre l'operazione era già in corso. L'Alto rappresentante dell'UE per la Politica estera, Josep Borrell, ha dal canto suo messo in guardia: «Forse il Libano meridionale sta diventando un'altra Gaza, il campo di battaglia dello scontro tra Israele e Iran, e ciò comporta rischi importanti».

L'ambasciata iraniana in Libano ha condannato gli intensi attacchi nella periferia meridionale di Beirut, avvertendo di una «pericolosa escalation» in Medio Oriente. «Questo crimine riprovevole rappresenta una pericolosa escalation che cambia le regole del gioco», ha scritto su X, aggiungendo che Israele «riceverà la punizione adeguata». Il New York Times scrive che la guida suprema Ali Khamenei ha convocato una riunione d'emergenza del Consiglio supremo di sicurezza nazionale nella sua residenza.

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