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Lo riportano i media palestinesi, citati da Al-Arabiya – L'Egitto mette in guardia Israele: «Non compromettete la sicurezza del nostro personale al confine» – TUTTI GLI AGGIORNAMENTI
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19:41
19:41
Danneggiato il molo temporaneo a Gaza, USA sospendono aiuti
Gli Stati Uniti sono stati costretti a sospendere gli aiuti a Gaza dopo che il maltempo ha danneggiato il molo temporaneo. Lo riferiscono fonti americane, dell'ONU e israeliane a NBC News precisando che ci potrebbe volere una settimana per ripararlo. Durante il fine settimana tre navi americane sono rimaste incagliate a causa del maltempo ma avevano continuato a consegnare gli aiuti.
17:28
17:28
Cinque paesi latinoamericani condannano l'attacco a Rafah
I governi di Colombia, Cile, Cuba, Messico e Venezuela hanno condannato nelle ultime ore, come ha fatto anche il Brasile, l'attacco aereo realizzato da Israele contro un campo profughi a Rafah, a sud di Gaza, con un bilancio di decine di morti.
Il presidente colombiano Gustavo Petro ha accusato quei «paesi che affermano di lottare per la democrazia, ma ignorano il continuo massacro a Gaza». Attraverso l'account X ha sottolineato: «Il massacro continua. Poiché molti proprietari di banche e fondi di investimento appartengono a persone che lo sostengono, gli autoproclamati paesi democratici non sono in grado di opporsi. Così ricevono l'ostilità dei loro popoli e mettono in pericolo l'esistenza del popolo palestinese, e quella stessa di democrazia e umanità».
Da parte sua il ministro degli esteri cubano, Bruno Rodríguez, ha detto che «questo atroce massacro (...) dimostra l'impunità con cui Israele perpetua il suo genocidio contro il popolo palestinese».
Il suo omologo in Messico ha ribadito «l'importanza del rispetto delle norme del diritto umanitario internazionale» e chiesto «il cessate il fuoco e il rispetto delle misure dettate dalla CIG per consentire una soluzione politica e l'ingresso di aiuti umanitari a Gaza».
A Santiago, il capo della diplomazia cileno ha sostenuto che Israele «deve rispettare il diritto internazionale umanitario e le misure provvisorie dettate dalla CIG, in particolare fermando le azioni militari a Rafah».
Durissimo infine il ministro degli esteri del Venezuela, Iván Gil: «Condanniamo questi crimini contro l'umanità; i loro autori devono essere catturati, processati e condannati. È un regime nazista che agisce davanti agli occhi di tutti. Basta!».
17:03
17:03
La Jihad islamica pubblica il video di un ostaggio
La Jihad islamica ha pubblicato un video dell'ostaggio israeliano Sasha Trufanov. Lo hanno riferito i media. Trufanov (27 anni) è stato rapito nel kibbut di Nir Oz il 7 ottobre.
Sasha Trufanov è stato rapito insieme a sua madre Lena, sua nonna Irena e alla fidanzata Sapir Cohen. La famiglia è di origine russe e Lena e Irena sono state rilasciate - hanno ricordato i media - nel novembre dello scorso anno su richiesta del presidente Vladimir Putin. Anche Sapir Cohen è stata rilasciata. Il padre di Sasha, Vitaly è invece stato ucciso nell'attacco dei miliziani di Hamas il 7 ottobre.
16:29
16:29
Hagari: «Munizioni o combustibile la causa dell'incendio a Rafah»
Sono state «munizioni o qualche altra sostanza combustibile di cui l'IDF non era a conoscenza» a causare «un'esplosione secondaria e un incendio» in «un complesso abitativo» a Rafah che ha causato 45 morti dopo un raid dell'esercito israeliano su 2 comandanti di Hamas la notte tra domenica e lunedì.
Lo ha detto, in base a indagini iniziali, il portavoce militare Daniel Hagari, secondo cui «i due piccoli missili da soli non sarebbero stati sufficienti a innescare l'incendio». Inoltre, il «complesso preso di mira si trova a più di un chilometro dalla zona umanitaria di a Mawasi».
Il portavoce ha poi spiegato che i due comandanti di Hamas - Yassin Rabia e Khaled Naggar - erano stati «tracciati» prima dell'attacco «nel complesso del quartiere di Tel Sultan, nella parte occidentale di Rafah». «Secondo l'intelligence dell'IDF - ha proseguito - l'area era stata utilizzata per attività di Hamas attraverso l'uso di lanciarazzi a poche decine di metri dal luogo in cui sono stati uccisi i due comandanti».
Hagari ha poi detto che «l'attacco non aveva lo scopo di danneggiare alcun civile e prima erano stati intrapresi passi per garantire che nessuna donna o bambino si trovasse nel complesso di Hamas». Secondo la stessa fonte, «nell'attacco gli aerei da combattimento israeliani hanno utilizzato anche due piccoli missili, ciascuno con una testata da 17 chilogrammi, nel tentativo di prevenire eventuali vittime civili, data la vicinanza al campo per sfollati palestinesi».
14:32
14:32
«Da Israele una proposta sui negoziati ai mediatori»
Israele ha consegnato ai mediatori di Egitto, Qatar e Usa un proposta «ufficiale scritta e aggiornata» su un possibile accordo per il rilascio degli ostaggi. Lo ha riferito il giornalista Barak Ravid di Axios secondo cui la proposta mostra più flessibilità sul «numero degli ostaggi vivi» che saranno rilasciati e anche «la volontà di discutere la richiesta di Hamas di una calma sostenibile a Gaza».
Ora - secondo la stessa fonte - il Qatar incontrerà Hamas a Doha.
14:29
14:29
Sanchez incontrerà domani il premier palestinese e i ministri arabi
Il premier spagnolo si riunirà domani al palazzo della Moncloa con il primo ministro palestinese Mohamed Mustafa e vari ministri degli esteri di paesi arabi che fanno parte del Gruppo di contatto arabo per Gaza, per analizzare la situazione dopo il riconoscimento dello Stato di Palestina approvato oggi dal Consiglio dei ministri. Lo segnalano fonti ufficiali riprese dall'agenzia Efe.
Nella dichiarazione istituzionale fatta oggi il capo del governo ha assicurato che «tutti gli sforzi saranno orientati a fare realtà» la soluzione dei due Stati.
E ha indicato tre priorità: la prima riguarda un cessate il fuoco permanente a Gaza, l'accesso degli aiuti umanitari alla Striscia e la liberazione immediata degli ostaggi israeliani nelle mani di Hamas. La seconda riguarda il supporto all'Autorità Nazionale Palestinese nel processo di riforme, mentre la terza è continuare a promuovere la cooperazione con i paesi arabi che lavorano per la pace a Gaza.
In questo ambito Sanchez incontrerà Mohamed Mustafa e i ministri degli esteri di Qatar, Arabia Saudita e Turchia, in una riunione alla quale prenderà parte anche il ministro spagnolo degli esteri José Manuel Albares. Per lunedì è invece prevista la visita a Madrid del ministro degli esteri egiziano Sameh Shourky.
Albares ha intanto assicurato oggi che la proposta della Spagna di tenere una conferenza di pace per il Medio Oriente «non appena possibile» ha già ricevuto l'appoggio di 80 paesi, fra cui quelli della Lega araba.
«Da decenni parliamo di pace» nella regione, ha detto Albares. «È il momento di renderla una realtà. La soluzione del conflitto passa per la soluzione dei due Stati. Non c'è alternativa», ha ripetuto. «Non c'è spazio per altre esitazioni. Non possiamo più tollerare altre morti innocenti», ha aggiunto. E ha definito la scelta della Spagna di riconoscere lo Stato palestinese come «la decisione di un paese, di una società pacifica che crede nel diritto internazionale».
14:08
14:08
L'Irlanda formalizza il riconoscimento dello Stato di Palestina
L'Irlanda ha formalizzato oggi il riconoscimento dello Stato palestinese, come annunciato nei giorni scorsi nell'ambito di un atto concordato dal governo di Dublino con quelli di altri due paesi europei, Spagna e Norvegia.
La decisione, che ha fatto infuriare Israele, porta a oltre 140 il numero di Stati membri dell'Onu (su 193) che riconoscono la Palestina come Stato. Finora un solo membro dell'Ue lo aveva fatto, la Svezia, 10 anni fa; mentre il riconoscimento di alcuni paesi dell'Europa centro-orientale ex comunisti - un tempo legati all'influenza sovietica - risale a prima della loro adesione al club di Bruxelles.
L'atto formale dell'Irlanda arriva poche ore dopo quello della Spagna e quello della Norvegia (Paese Nato esterno all'Ue, ma come la Svizzera legato a Bruxelles attraverso l'accordo di associazione denominato AELS).
Ad ufficializzarlo è stato un consiglio dei ministri ad hoc riunito a Dublino sotto la presidenza del nuovo primo ministro, Simon Harris. Mentre contemporaneamente, dinanzi alla Leinster House, il palazzo del parlamento irlandese, la bandiera palestinese veniva issata accanto a quelle dell'Ue e dell'Ucraina.
L'Irlanda - si legge nella dichiarazione di annuncio dell'esecutivo della Repubblica - ha oggi «riconosciuto la Palestina come Stato sovrano e indipendente e ha accettato di stabilire piene relazioni diplomatiche fra Dublino e Ramallah».
Parallelamente a tale atto, è stata annunciata le nomina di un ambasciatore irlandese in Palestina, con sede a Ramallah, in Cisgiordania, dove si trova il quartier generale dell'Autorità Nazionale Palestinese (Anp) del presidente Abu Mazen.
«L'Irlanda riconosce lo Stato di Palestina in uno spirito di pace, nell'ambito di un annuncio coordinato con i nostri amici e colleghi in Spagna e Norvegia», recita ancora la nota. Questo riconoscimento punta a «tenere viva la speranza» di una pace fra Israele e Palestina fondata sulla soluzione «dei due Stati» per due popoli, ha poi precisato il premier Harris.
13:24
13:24
Madrid: «La risposta a Israele arriverà quando decidiamo noi»
«Ho parlato con i colleghi irlandese e norvegese che a loro volta stanno ricevendo attacchi e menzogne infami da parte dal nostro collega israeliano e abbiamo concordato una risposta coordinata e ferma. Nessuno ci intimidirà». Così il ministro spagnolo degli esteri, José Manuel Albares, ha replicato oggi all'ultimo attacco mosso dal collega israeliano, Israel Katz, in un messaggio su x in cui ha accusato la Spagna di «incitare al genocidio del popolo ebreo».
«Non facciamo politica estera reattiva a colpi di post e decidiamo noi quando è il momento di rispondere, che non è quando qualcuno provocatoriamente vorrebbe lo facessimo, per sviare il discorso da quello che è veramente importante, che è il riconoscimento dello Stato della Palestina», ha detto Albares nella conferenza stampa successiva al Consiglio dei ministri, che ha approvato il provvedimento.
12:59
12:59
A Rafah i funerali del soldato 22.enne ucciso
Si sono svolti questa mattina vicino a Fayoum, a 130 chilometri a sud-ovest del Cairo, i funerali del giovane soldato egiziano ucciso ieri durante uno scontro a fuoco al valico di Rafah tra Egitto e la Striscia di Gaza, in circostanze ancora in corso di accertamento.
Abdullah Ramadan Ashry aveva 22 anni, era laureato e aveva iniziato il servizio militare nel corpo delle guardie di frontiera nel settembre 2022 e lo avrebbe terminato tra 4 mesi.
Ai funerali ha partecipato tutto il villaggio, a tratti con toni di rabbia oltre che di dolore. Richiamate dai social media, sono giunte a Fayoum anche molte persone da altre località del paese e immagini delle esequie sono rimbalzate sui siti egiziani e sulle reti sociali.
Quando è stato ucciso, riportano i media egiziani, prestava servizio nella Torre Raad 14, la prima al confine dal lato egiziano, il punto più vicino al lato palestinese del valico di terra di Rafah.
12:49
12:49
La Norvegia riconosce lo Stato palestinese: «È un giorno speciale»
La Norvegia ha salutato il riconoscimento dello Stato palestinese come un giorno speciale e ha denunciato la mancanza di «impegno costruttivo» da parte di Israele per una soluzione a due Stati.
«La Norvegia è stata uno dei più ferventi difensori di uno Stato palestinese per più di 30 anni», ha dichiarato il ministro degli esteri Espen Barth Eide in un comunicato.
«Il giorno in cui la Norvegia riconosce ufficialmente la Palestina come Stato - aggiunge - è un giorno speciale per le relazioni Norvegia-Palestina».
In una mossa coordinata con Spagna e Irlanda, la scorsa settimana la Norvegia ha annunciato che avrebbe riconosciuto formalmente lo Stato della Palestina a partire da oggi. Israele ha definito la decisione come una «ricompensa» per Hamas a più di sette mesi dal devastante attacco del 7 ottobre.
11:56
11:56
«Operazioni lungo il Corridoio Filadelfia a Rafah»
L'esercito israeliano sta continuando ad operare nei due punti principali di combattimento della Striscia: a Rafah, nel sud di Gaza, e a Jabalyia, nel nord dell'enclave palestinese.
A Rafah - ha fatto sapere il portavoce militare - i soldati sono stati in azione lungo il Corridoio Filadelfia in «azioni mirate» contro «obiettivi terroristici» con l'intento in ogni caso di «non colpire civili non coinvolti». Il portavoce ha riferito di «combattimenti ravvicinati» nell'area con i miliziani di Hamas e di «localizzazione di imbocchi di tunnel, infrastrutture terroristiche e armi».
A Jabalyia il portavoce ha riferito di scoperte di «tunnel, infrastrutture terroristiche, incluse postazioni di osservazione e un deposito di armi usato da Hamas». Ma L'Idf sta «intensificando anche le operazioni» nella parte centrale della Striscia di Gaza.
Intanto rapporti palestinesi locali hanno riferito che tank israeliani sono arrivati al centro della città di Rafah. Lo hanno segnalato media israeliani che citano media internazionali.
11:41
11:41
Intesa tra Israele e Hamas per far 200 camion di aiuti al giorno a Gaza
Duecento camion di aiuti per la popolazione della Striscia di Gaza si stanno muovendo verso il valico di Kerem Salem, nell'ambito di un'intesa tra Israele e Hamas per far entrare ogni giorno la stessa quantità di mezzi, almeno fino a quando non sarà possibile riaprire il valico di Rafah. Lo ha detto all'Ansa il capo della Mezzaluna Rossa del Nord Sinai, Khaled Saied.
11:27
11:27
Lapid vedrà Liberman e Saar per discutere di «un governo alternativo»
Il leader dell'opposizione israeliano Yair Lapid vedrà Avigdor Liberman - presidente di «Israel Beitenu» - e Gideon Saar - capo di «Nuova speranza» - per discutere la formazione di «un governo alternativo» a quello del premier Benyamin Netanyahu. Lo ha riferito l'emittente tv Kan.
Lapid ha più volte chiesto le dimissioni del premier e ha invitato il leader centrista Benny Gantz - accreditato da tutti i sondaggi in possibili nuove elezioni - ad uscire dal Gabinetto di guerra di cui è ministro ed unirsi nell'alternativa a Netanyahu.
Intanto anche oggi si registrano nuove proteste nel paese con manifestazioni per nuove elezioni subito. Tra queste da segnalare quelle di gruppi di auto a rilento sulle principali arterie di Israele con bandiere e appelli al voto.
11:05
11:05
Katz contro Sánchez: «Se riconosci la Palestina sei complice»
Nuovo attacco del ministro degli esteri Israel Katz alla Spagna nel giorno in cui Madrid annuncia il riconoscimento dello Stato Palestinese. «Khamenei, Sinwar e il vice primo ministro spagnolo Yolanda Díaz - ha denunciato Katz su X - chiedono l'eliminazione di Israele e la creazione di uno Stato terrorista islamico palestinese dal fiume al mare».
«Primo Ministro Sánchez - ha proseguito - se non licenzi il tuo vice e annunci il riconoscimento di uno Stato palestinese, sei complice nell'istigazione al genocidio ebraico e ai crimini di guerra».
10:51
10:51
Un milione di persone in fuga da Rafah nelle ultime tre settimane
Circa un milione di persone è fuggito da Rafah nelle ultime tre settimane: lo ha affermato l'Agenzia delle Nazioni Unite per i rifugiati palestinesi (Unrwa), come riporta Sky News.
L'Unrwa ha affermato che non hanno «un posto sicuro dove andare in mezzo ai bombardamenti» e stanno viaggiando in mezzo a «mancanza di cibo e acqua, cumuli di rifiuti e condizioni di vita inadeguate».
10:32
10:32
Minacce a una procuratrice della CPI dall'ex capo del Mossad
Secondo il «Guardian», l'ex capo del Mossad, l'agenzia di intelligence israeliana, avrebbe minacciato una procuratrice della Corte penale internazionale (Cpi) in una serie di incontri segreti negli anni scorsi per cercare di evitare un'indagine su crimini di guerra.
I contatti segreti di Yossi Cohen con l'allora procuratrice Fatou Bensouda hanno avuto luogo negli anni precedenti la sua decisione di aprire un'indagine formale su presunti crimini di guerra e crimini contro l'umanità nei territori palestinesi occupati.
Tale indagine, avviata nel 2021, è culminata la scorsa settimana quando il successore di Bensouda, Karim Khan, ha annunciato la richiesta di un mandato di arresto per il primo ministro israeliano, Benyamin Netanyahu.
La decisione del pubblico ministero di richiedere alla camera preprocessuale della Cpi mandati di arresto per Netanyahu e il ministro della difesa Yoav Gallant, insieme a tre leader di Hamas, è un risultato che l'establishment militare e politico israeliano temeva da tempo.
10:30
10:30
L'IDF si posiziona nell'area di Tal al-Sultan a Rafah
Rapporti palestinesi da Rafah hanno riferito che l'esercito israeliano (Idf) si è posizionato con truppe e tank nell'area di Tal al-Sultan, nel nordovest della città, dove finora l'esercito non aveva operato sul terreno. Lo ha riferito il sito israeliano Ynet.
Tal al-Sultan è l'area dove domenica è avvenuto il raid su due comandanti di Hamas che ha provocato la morte di almeno 45 persone.
09:52
09:52
I ministri esteri discutono sanzioni contro Israele
I ministri degli esteri dell'Unione europea si sono impegnati per la prima volta in una discussione «significativa» sulle sanzioni contro Israele se non rispetta il diritto internazionale umanitario. Lo riporta Politico.eu.
«C'è stato un consenso molto chiaro sulla necessità di sostenere le istituzioni giuridiche umanitarie internazionali», ha detto il ministro degli esteri irlandese Micheal Martin.
La Corte internazionale di giustizia ha stabilito venerdì che Israele deve immediatamente fermare la sua offensiva a Rafah, nel sud della Striscia di Gaza, e aprire il valico di frontiera di Rafah per l'ingresso degli aiuti umanitari.
09:05
09:05
La Spagna approva il riconoscimento della Palestina
Il premier spagnolo Pedro Sánchez, in una dichiarazione istituzionale in spagnolo e in inglese, ha annunciato oggi che «la Spagna riconosce lo Stato della Palestina».
«Nella riunione del Consiglio dei ministri di oggi - si legge - il governo della Spagna approverà il riconoscimento dello Stato di Palestina. La Spagna si unisce così a oltre 140 paesi nel mondo che già riconoscono la Palestina. Si tratta di una decisione storica con l'unico obiettivo: contribuire che israeliani e palestinesi raggiungano la pace».
Sánchez ha precisato che la Spagna «non riconoscerà cambi sulle linee di frontiera del 1967 che non siano concordati fra le parti». E ha specificato che lo Stato che Madrid riconosce include Cisgiordania e Striscia di Gaza «collegate da un corridoio, con Gerusalemme Est come capitale e l'Autorità Nazionale Palestinese come autorità nazionale».
«Non è una dichiarazione contro nessuno, tanto meno contro Israele, un popolo amico col quale vogliamo avere i migliori rapporti possibili», ha spiegato il premier nella dichiarazione istituzionale.
«Questa decisione riflette il nostro rifiuto totale di Hamas, che è contro la soluzione dei due Stati», ha ancora affermato Sánchez, ricordando che «la Spagna ha condannato dal primo momento e con tutta la determinazione gli attacchi terroristi del 7 ottobre». «Da domani - ha aggiunto il leader socialista - concentreremo tutti i nostri sforzi nel fare realtà la soluzione dei due Stati».
Il premier ha poi segnalato che «sebbene non spetti alla Spagna definire le frontiere di altri paesi, la nostra visione è pienamente allineata con le risoluzioni del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite e con la posizione che ha tradizionalmente mantenuto l'Unione europea».
Il riconoscimento da parte della Spagna avviene in contemporanea con quello dei governi di Irlanda e Norvegia.
08:34
08:34
«Una scheggia ha dato fuoco a un serbatoio di benzina vicino alle tende»
L'amministrazione Biden è stata informata da Israele sulla possibilità che una scheggia abbia dato fuoco ad un serbatoio di benzina a 100 metri di distanza da una tenda di sfollati provocando così l'incendio in cui sono state uccise almeno 45 persone a Rafah, nel sud della Striscia di Gaza.
Lo ha riferito l'emittente tv americana Abc - ripresa da «Haaretz» - secondo cui l'amministrazione Biden sta valutando le cause del fatto ed è in attesa delle indagini israeliane.
07:46
07:46
Oggi una riunione del Consiglio di sicurezza dell'ONU su Rafah
Si terrà oggi alle 15.30 locali, le 21.30 in Svizzera, una riunione a porte chiuse del Consiglio di Sicurezza dell'ONU sulla situazione a Rafah. Lo fanno sapere fonti diplomatiche. L'incontro era stato chiesto dall'Algeria dopo il raid israeliano nella città nel sud della Striscia di Gaza.
Intanto il segretario generale delle Nazioni Unite Antonio Guterres ha condannato l'attacco che «ha ucciso decine di civili innocenti i quali cercavano solo rifugio da questo conflitto mortale». «Non esiste un posto sicuro a Gaza. Questo orrore deve finire», ha aggiunto su X.
06:21
06:21
Il punto alle 6.00
Sette persone sono state uccise in un raid israeliano contro una tenda per sfollati nel nord-ovest di Rafah. Lo riportano i media palestinesi, citati da Al-Arabiya. Gli attacchi si sono concentrati nella zona di Tal al-Sultan, la stessa dove si trova il campo profughi colpito domenica scorsa con un pesante bilancio: 45 morti. I bombardamenti hanno preso di mira anche l'ospedale indonesiano, provocando danni al piano superiore: il personale medico e i pazienti - oltre ad alcune famiglie che si sono rifugiate nella clinica sanitaria - sono intrappolati all'interno della struttura a causa degli intensi attacchi. Inoltre, è stato colpito un condominio dove è scoppiato un incendio.
Nel frattempo, l'Egitto ha messo in guardia Israele dal «compromettere la sicurezza e l'incolumità del personale di sicurezza egiziano schierato al confine»: lo ha detto una fonte di alto livello all'emittente statale egiziana Al Qahera.
«L'attacco israeliano all'asse Filadelfia crea condizioni ambientali e psicologiche difficilmente controllabili e destinate a degenerare», aggiunge la fonte.