Stati Uniti

«Biden ha gravi problemi di memoria»: l'anzianità tema centrale nelle presidenziali

In conferenza stampa, il presidente USA si è difeso dalle sempre più pressanti osservazioni sulle sue facoltà mentali, ma è incappato in una nuova gaffe – La questione è sempre più importante nel dibattito elettorale e anche Trump – spesso alle prese con simili passi falsi – dovrà guardarsi le spalle
©SAMUEL CORUM / POOL
Red. Online
09.02.2024 10:39

Joe Biden non dovrà affrontare un processo per aver conservato documenti classificati quando ha lasciato la vicepresidenza nel 2017. Lo ha confermato, nelle scorse ore, il procuratore speciale Robert Hur, che dopo un'indagine durata 15 mesi ha deciso di non presentare accuse penali a carico del presidente. Una buona notizia, per Biden? Sì e no. Le ragioni per cui Hur ha deciso di non portare avanti il procedimento lasciano ben poco, all'81.enne, di cui rallegrarsi. Sì, la disponibilità di Biden a collaborare ha avuto un peso. Ma, soprattutto, «Biden sarebbe difficile da condannare in un processo», ha sottolineato Hur. «Biden si presenterebbe probabilmente a una giuria, come ha fatto durante la nostra intervista, come un uomo simpatico, ben intenzionato, anziano e con una scarsa memoria».

Da tempo attaccato dai repubblicani per un presunto declino delle sue facoltà mentali (in particolare mnemoniche), Biden ha sentito il bisogno di difendersi immediatamente, annunciando una conferenza stampa serale. Conferenza durante la quale Biden ha utilizzato toni accesi, a tratti rabbiosi, per rispondere alla descrizione fatta da Hur nel rapporto: «Sono ben intenzionato, sono un uomo anziano e so cosa diavolo sto facendo. Ho rimesso in piedi questo Paese. Non ho bisogno della sua raccomandazione».

Fra le note di Hur, che definisce la memoria di Biden come «gravemente limitata», anche alcuni esempi tratti dall'intervista-interrogatorio compiuto dal suo team: «Biden ha dimenticato in che anno è iniziato il suo mandato come vicepresidente nell'amministrazione Obama, e quando è terminato. Ha dimenticato in che anno è morto suo figlio Beau (deceduto per un tumore al cervello, ndr)». È a quest'ultima annotazione che Biden ha reagito con forza: «Come diavolo ha osato sollevare la questione? Francamente quando mi è stata posta la domanda mi sono detto che non erano affari loro. Non ho bisogno che qualcuno mi ricordi quando è morto». Gli avvocati di Biden hanno affermato che i suoi vuoti di memoria non sono insoliti per chi cerca di descrivere eventi avvenuti anni fa. «Tali commenti non trovano posto in un rapporto del Dipartimento di Giustizia», hanno scritto nei commenti inclusi nel rapporto di Hur.

Un problema

Biden, insomma, si è difeso. Ma nel corso della stessa conferenza stampa, facendo il punto della situazione nei vari scenari mondiali, è incappato in una nuova gaffe. Verso la fine del suo intervento, Biden ha definito il presidente egiziano Abdel Fattah El-Sisi il «leader del Messico». Un ennesimo passo falso che rischia di essere strumentalizzato dagli avversari politici come prova della presunta inadeguatezza di Biden a ricoprire il ruolo di presidente. Certo è che, gaffe o non gaffe, il rapporto di Hur rischia di avere un impatto concreto sulla corsa alla Casa Bianca.

«Questo caso ha dimostrato che il sistema giudiziario ha un doppio standard e i processi contro di me sono selettivi e incostituzionali», ha subito commentato Donald Trump sul suo social Truth. Il riferimento, chiaro, è a un'indagine su un caso simile che ha portato Trump – a differenza di quanto osservato con Biden – a un'incriminazione e a processo per aver conservato documenti top secret nella sua residenza di Mar-a-Lago. Di differenze, va detto, ne sussistono: a partire dalla totale apertura di Biden alla collaborazione (contro le "scuse acrobatiche" avanzate da Trump). Scagionato da un punto di vista legale ma non da uno etico, ora Biden potrebbe veder il proprio caso equiparato, dall'opinione pubblica, a quello di Trump. Ben difficilmente, evidenziano gli analisti, Biden sarà in grado di rivangare in campagna elettorale l'argomento per utilizzarlo contro l'avversario. E altrettanto difficilmente, Biden potrà ancora vantare esperienza e competenza da tempo opposte al polarizzante tycoon. 

Doppi standard

Subito dopo la pubblicazione del rapporto, lo speaker della Camera e stretto alleato di Trump, Mike Johnson, ha affermato: «Un uomo così incapace da non poter essere incriminato per aver mal custodito le carte è certamente inadatto allo Studio Ovale».

Ma la questione anzianità e memoria, evidenzia lo staff di Biden, dovrebbe essere applicata anche a Trump. Perché le parole del 77.enne non sono scrutinate in modo altrettanto meticoloso? Un'analisi effettuata dalla CNN a novembre dello scorso anno mostra come il tycoon incappi altrettanto frequentemente in gaffe ed errori mnemonici vari. In pochi mesi, Trump ha collezionato una serie di brutte figure raramente, tuttavia, finite al centro dell'attenzione dei media.

Presente a un incontro con i suoi sostenitori a Sioux City, in Iowa, ha ringraziato tutti per essere venuti «a Sioux Falls» (South Dakota). Durante un vertice a Washington, Trump ha affermato che Biden potrebbe «far piombare il mondo nella Seconda Guerra Mondiale» ed è sembrato confondere Biden e l'ex presidente Barack Obama, affermando di essere in vantaggio su Obama nei sondaggi elettorali.

Più giovane di Biden solo di tre anni, del resto, ha più volte cercato – a differenza di quanto fatto dai suoi sostenitori – di non fare dell'età un argomento su cui attaccare frontalmente Biden. Intervistato nel mese di novembre, Trump ha detto di Biden: «No, non è affatto troppo vecchio è solo incompetente e cognitivamente compromesso. Ho molti amici ottantenni... L'età è interessante perché alcune persone sono molto acute e altre perdono la testa».