Il punto

Bombe e ruspe: che cosa sta succedendo in Cisgiordania

Lanciata ieri l'operazione militare Iron Wall: «Segnerà un cambiamento nella dottrina di sicurezza dell'esercito israeliano nella regione» – Aumentano, dopo il ritorno di Trump alla Casa Bianca, le violenze dei coloni israeliani ai danni di civili palestinesi
©Majdi Mohammed
Red. Online
22.01.2025 20:15

Iron Wall, Muro di Ferro. È questo il nome dell'operazione lanciata ieri dalle Forze di Difesa israeliane (IDF) su Jenin, città palestinese in Cisgiordania. Un'operazione il cui obiettivo, ha fatto sapere il premier israeliano Benjamin Netanyahu, è quello di colpire le Brigate di Jenin, gruppo islamista legato a Hamas e alla Jihad islamica contro il quale, nelle scorse settimane, anche le forze di sicurezza dell'Autorità palestinese si erano scontrate al fine di «ripristinare la legge e l'ordine». Centro degli scontri, il campo profughi di Jenin, che nelle ultime ore è stato cinto, insieme alla città, in un vero e proprio assedio da parte delle truppe israeliane. E secondo quanto riportato dai media palestinesi, nell'area starebbero ora operando droni, elicotteri e bulldozer blindati. Citato dai giornali israeliani, il ministro della Difesa Israel Katz ha dichiarato che l'operazione militare Muro di Ferro «segnerà un cambiamento nella dottrina di sicurezza dell'esercito israeliano» nella Cisgiordania occupata.

Da ieri, nel corso degli attacchi israeliani, almeno 10 persone sono state uccise. Il numero, diffuso da fonti palestinesi, è stato confermato dall'IDF. Decine, invece, i feriti, tra i quali si troverebbero anche tre medici e due infermieri raggiunti dagli spari israeliani, secondo quanto dichiarato all'agenzia palestinese Wafa dal direttore dell'ospedale governativo di Jenin, il dottor Wissam Bakr.

I continui raid dell'esercito israeliano, sommati alle operazioni delle forze di sicurezza dell'Autorità palestinese, hanno reso «quasi inabitabile» il campo profughi, ha tuttavia denunciato Roland Friedrich, direttore degli affari dell'UNRWA (agenzia ONU per i rifugiati palestinesi) in Cisgiordania. La portata dei raid, ha spiegato Friedrich su X, ha reso impossibile per l'UNRWA, attualmente, fornire «servizi completi al campo». E la situazione è destinata a peggiorare: «Le restrizioni israeliane contro l'UNRWA che entreranno in vigore tra una settimana mineranno ulteriormente la missione dell'agenzia», mentre 2.000 famiglie sono già state sfollate.

Ramo palestinese del Movimento internazionale della Croce Rossa e della Mezzaluna Rossa, la PRCS si è detta in queste ore «profondamente preoccupata» per il benessere dei civili palestinesi nella città di Jenin e nel campo profughi: «Da ieri, le nostre squadre hanno prestato i primi soccorsi a circa 19 feriti e hanno trasportato 7 corpi di persone uccise», ha dichiarato l'agenzia su X. E la situazione rischia di farsi ancora più accesa e violenta, con Hamas che in un comunicato ha chiesto ai palestinesi una mobilitazione generale e un confronto contro la «diffusa aggressione dell'occupazione israeliana a Jenin».

Violenze e numeri

L'escalation delle operazioni militari israeliane in Cisgiordania segue la tregua firmata, a Gaza, fra Hamas e Tel Aviv. Ma in questi mesi di guerra nella Striscia, la tensione nella regione palestinese è sempre stata alta, anche e soprattutto per le violenze perpetrate dai coloni: cittadini israeliani che vivono nella Cisgiordania occupata e in comunità illegali ai sensi del diritto internazionale, il quale vieta a una potenza occupante di trasferire la propria popolazione dell'area che occupa.

Dal 7 ottobre 2023 al 31 dicembre 2024, secondo i dati forniti dall'Ufficio ONU per il coordinamento degli affari umanitari (OCHA), sono stati registrati almeno 1.860 episodi di violenza da parte di coloni nella Cisgiordania occupata: una media di quattro al giorno. Con 411 incidenti, il governatorato di Nablus ha visto il maggior numero di attacchi di coloni, seguito da 410 incidenti a Ramallah e 362 a Hebron. Sempre secondo dati confermati dall'OCHA, il numero di palestinesi uccisi in Cisgiordania dall'esercito e dai coloni israeliani nel periodo di tempo che va 7 ottobre 2023 a oggi, 22 gennaio 2025, è di almeno 870, 177 dei quali bambini. Inoltre, almeno 6.700 persone sono state ferite e altre 13.572 arrestate, mentre le strutture demolite sono state 2.168, con 6.729 sfollati. Contemporaneamente, gli spostamenti in tutta la Cisgiordania si sono fatti più difficili per la popolazione palestinese: la Commissione per la colonizzazione e la resistenza al muro, un organismo del governo palestinese, ha riferito che il numero di posti di blocco e valichi militari israeliani nella Cisgiordania è salito a 898: 173 quelli installati dal 7 ottobre, 17 solo in questi primi giorni di gennaio 2025.

«Jenin come Gaza»

Numerose organizzazioni per i diritti umani hanno accusato Tel Aviv, in questi mesi di guerra, di aver chiuso un occhio sulle violenze dei coloni in Cisgiordania. Ma l'amministrazione Biden si era mossa per imporre sanzioni ai coloni coinvolti in attacchi ai danni dei civili palestinesi. L'arrivo di Donald Trump alla Casa Bianca ha tuttavia invertito le politiche di Washington: una delle prime azioni del tycoon in qualità di presidente è stata proprio quella di revocare le sanzioni imposte a numerose organizzazioni di coloni di estrema destra e a individui accusati di incendi dolosi, danni alle proprietà e aggressioni ai civili palestinesi. In tutta risposta, nella notte tra lunedì e martedì (quella seguente l'insediamento di Trump) decine di coloni israeliani hanno assaltato i villaggi palestinesi di Jinsafut e al-Funduq, lanciando pietre, dando fuoco alle auto e cercando di entrare nelle abitazioni, come mostrano le immagini trasmesse dall'emittente tv israeliana Kan.

Breaking the Silence, ong fondata da veterani israeliani dell'IDF, ha dichiarato su X che i coloni israeliani hanno avuto il permesso, per «più giorni consecutivi», di «incendiare villaggi in tutta la Cisgiordania». Ciò, sommato alla già citata operazione «a tutto campo» a Jenin, rischia di trasformare Jenin in una nuova Gaza (una Jenin «Gazafied»), «con tanto di attacchi aerei e distruzione delle infrastrutture».

In una serie di post sui social media, il gruppo ha anche condiviso video di coloni israeliani mascherati che arrivano al villaggio palestinese di Fundup, per poi dare fuoco ai veicoli palestinesi mentre «un'auto della polizia israeliana, ben visibile», si trova nelle vicinanze.