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Bombe israeliane su Jabalya, almeno 22 morti

Lo ha reso noto il direttore dei servizi di emergenza locali, Fares Afana – TUTTI GLI AGGIORNAMENTI
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Bombe israeliane su Jabalya, almeno 22 morti
Red. Online
12.10.2024 08:18
23:51
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«Hamas pianificava un attacco in stile 11 settembre su Israele»

Anni prima dell'assalto del 7 ottobre 2023, i leader di Hamas avevano pianificato un'ondata molto più aggressiva di attacchi terroristici contro Israele che prevedevano anche l'abbattimento di due grattacieli di Tel Aviv in stile 11 settembre. Secondo documenti del gruppo sequestrati dall'esercito israeliano di cui il Washington Post ha preso visione, Hamas intendeva attaccare utilizzando treni, navi e e persino carri trainati da cavalli coinvolgendo i suoi alleati - Hezbollah e l'Iran -per un assalto coordinato contro Israele da nord, sud ed est, come ha già rivelato il New York Times.

20:34
20:34
Nuovo attacco all'Unifil, ferito un altro casco blu

Restano sotto il fuoco incrociato tra Israele e Hezbollah le forze di interposizione dell'Onu nel sud del Libano. L'Unifil ha fatto sapere che un altro casco blu, cittadino indonesiano - il quinto in due giorni - è stato ferito da colpi di arma da fuoco nella notte tra venerdì e sabato, colpito da un proiettile di «origine non ancora determinata» mentre era in corso un'azione militare non lontano dal quartier generale a Ras al Naqoura.

Già giovedì e venerdì, i peacekeeper - 10mila in tutto di cui oltre mille italiani - avevano reso noto che quattro di loro, indonesiani e dello Sri Lanka, erano stati feriti; di questi due sicuramente in seguito a un attacco delle truppe israeliane.

Non si arresta intanto la pioggia di fuoco di Hezbollah verso il nord di Israele e non solo. L'esercito dello Stato ebraico ha fatto sapere che tra la vigilia di Yom Kippur e la giornata di sabato le milizie sciite legate all'Iran hanno tirato contro Israele ben 320 tra razzi, droni e missili arrivando a distruggere un palazzo ma senza causare vittime.

Da Bruxelles diverse fonti hanno affermato che i «tentativi» per arrivare ad una dichiarazione a 27 di condanna per gli attacchi di Israele alle postazioni Unifil «sono in corso» ma non sono ancora «completi». Dal canto suo, il portavoce delle forze delle Nazioni Unite in Libano, Andrea Tenenti, ha ricordato parlando con l'Afp che «le forze israeliane hanno chiesto al contingente di lasciare le posizioni lungo la Linea Blu, dal confine con Israele fino a cinque chilometri verso nord, ma c'è stata una decisione unanime di rimanere, perché la bandiera Onu deve sventolare in questa zona», ha detto. E ha espresso profonda preoccupazione per la possibilità di arrivare a un «conflitto regionale con conseguenze catastrofiche per tutti».

Un'eventualità alimentata dalle azioni dell'Idf che ha chiesto l'evacuazione agli abitanti di ulteriori 22 villaggi nel sud del Libano indicando di spostarsi nelle zone a nord del fiume Awali. Il portavoce in lingua araba dell'esercito ha lanciato inoltre un appello agli operatori sanitari e ai team medici che operano nella zona per evitare di utilizzare le ambulanze nell'area, affermando che i miliziani di Hezbollah le usano per i loro spostamenti e l'Idf colpisce qualunque veicolo con uomini armati.

Nonostante questo, dalla zona dove sono in corso i combattimenti, nel Libano meridionale, Hezbollah ha lanciato contro Israele 320 ordigni negli ultimi due giorni. Venerdì sera, quando era cominciato da poco Yom Kippur, il giorno più sacro del calendario ebraico, diversi boati si sono sentiti a Tel Aviv: due droni erano stati tirati dal Libano, di cui uno è stato abbattuto mentre l'altro ha colpito un condominio a Herzliya, a nord della città.

In una dichiarazione rilasciata in serata, l'Idf ha tracciato un nuovo bilanci delle sue azioni. Le forze israeliane hanno ucciso decine di miliziani Hezbollah e di Hamas a Gaza durante lo Yom Kippur, in un totale di 280 attacchi, di cui oltre 200 in Libano. I commando hanno inoltre eliminato 50 membri dell'organizzazione sciita in «scontri corpo a corpo». Nella Striscia, le truppe hanno ucciso oltre 20 combattenti a Jabaliya e diversi terroristi nel centro e nel sud di Gaza. Cifra confermata dal servizio di soccorso dell'enclave ma senza specificare se si trattasse di uomini armati.

Dal New York Times sono arrivate nel frattempo nuove rivelazioni sul massacro del 7 ottobre. Il giornale ha ottenuto documenti sequestrati dall'Idf a Gaza secondo cui Hamas aveva pianificato di lanciare l'attacco contro Israele già nell'autunno del 2022, ma lo rimandò nel tentativo di convincere l'Iran e Hezbollah a unirsi all'invasione. Anche l'allora capo politico di Hamas Ismail Haniyeh, ucciso a luglio a Teheran, era stato informato del grande progetto.

20:18
20:18
L'Idf dichiara zona militare diverse località della Galilea

L'Idf ha dichiarato 'zona militare chiusa' intorno a diverse comunità della Galilea occidentale, lungo il confine con il Libano, dove le forze israeliane stanno attualmente operando contro Hezbollah. Un decreto militare impone il divieto totale di ingresso nelle città di Zarit, Shomera, Shtula, Netuya ed Even Menachem.

19:57
19:57
Idf: «Colpiti in Libano e a Gaza 280 obiettivi terroristici»

Le forze armate israeliane (Idf) hanno reso noto che «nel fine settimana dello Yom Kippur sono stati colpiti circa 280 obiettivi terroristici in Libano e a Gaza». Le truppe hanno condotto «operazioni contro le infrastrutture di Hezbollah - prosegue la nota - e sono stati eliminati 50 terroristi negli scontri ravvicinati e gli attacchi aerei».

L'Idf ha inoltre «individuato tunnel sotterranei, decine di siti in cui erano immagazzinate armi, lanciarazzi, mortai e missili anticarro puntati contro le comunità nel nord di Israele. Nella Striscia di Gaza sono state smantellate altre infrastrutture ed eliminati decine di terroristi».

19:55
19:55
Emergenza cibo a Gaza Nord, manca dal primo ottobre

Un «impatto disastroso» sulla sicurezza alimentare, che rischia di aggravare una situazione già al limite della catastrofe nella Striscia di Gaza. A lanciare l'ennesimo allarme è questa volta il World Food Programme (Wfp), l'agenzia dell'Onu per la sicurezza alimentare, segnalando in particolare che l'ultima consegna di aiuti alimentari arrivata nel Nord di Gaza risale al primo ottobre.

Da allora il flusso è interrotto e non si ha certezza di quando possa riprendere. Un fatto grave, che va ad aggiungersi alle notizie continue sulla violenza che non accenna a fermarsi a Gaza, dove l'ultimo drammatico bilancio parla di 30 morti -secondo la locale difesa civile controllata da Hamas- a Jabalya, sempre nel nord, in seguito a bombardamenti israeliani ieri sera.

«L'escalation di violenza nel nord di Gaza sta avendo un impatto disastroso sulla sicurezza alimentare. Nessun aiuto alimentare è arrivato nel nord dal primo ottobre», scrive il World Food Programme (Wfp) in un post sul suo profilo X, in cui aggiunge: «Non è chiaro per quanto dureranno le scorte alimentari rimanenti del Wfp nel nord, già distribuite a rifugi e strutture sanitarie». Non è chiaro, perchè il conflitto divampa ancora, senza soluzione di continuità, lasciando non solo una scia di sangue, ma anche distruzione e una condizione di isolamento che mette a rischio la vita di migliaia di persone. Delle scorse ore un altro allarme in questo senso: la situazione all'ospedale Kamal Adwan nel nord della Striscia di Gaza ha raggiunto un livello «catastrofico», con la vita di molti bambini in terapia intensiva a rischio nelle prossime ore, ha detto al Guardian il direttore della stessa struttura, la più grande del nord della Striscia, sottolineando l'impossibilità di evacuare il nosocomio in 24 ore come invece Israele aveva richiesto. La struttura - osservava a riguardo da parte sua l'ufficio stampa del governo di Hamas - sta affrontando «un grave sovraffollamento, esacerbando l'urgente necessità di risorse mediche». «Le prossime ore saranno cruciali per la vita di molti bambini all'interno del reparto, poiché le scorte di carburante sono esaurite e le forze di occupazione israeliane hanno bloccato l'accesso al carburante agli ospedali del nord», aggiungevano nel testo le autorità di Gaza, chiedendo quindi un intervento internazionale «immediato e urgente» per salvare quante più vite possibili.

Intanto a Bruxelles si esprime massima preoccupazione per il progetto di legge sull'Unrwa - l'agenzia Onu per i rifugiati palestinesi - che è attualmente in discussione al parlamento israeliano e che l'Ue valuta, «se adottato, avrebbe conseguenze disastrose, impedendo all'Agenzia delle Nazioni Unite di continuare a fornire i suoi servizi e la sua protezione ai rifugiati palestinesi nella Cisgiordania occupata, compresa Gerusalemme Est, e a Gaza», secondo l'Alto rappresentante Ue Josep Borrell stando ad una nota. Quindi «L'Ue - si legge ancora nella nota - esorta le autorità israeliane a garantire che l'Unrwa possa continuare a svolgere il suo lavoro cruciale in linea con il mandato adottato dall'Assemblea generale delle Nazioni Unite».

19:20
19:20
«Hamas voleva coinvolgere Iran ed Hezbollah nell'attacco del 7 ottobre»

Yahya Sinwar e massimi comandanti di Hamas hanno pianificato l'attacco del 7 ottobre 2023 per due anni cercando di coinvolgere l'Iran e Hezbollah a partecipare o quantomeno ad impegnarsi poi in una lotta più ampia contro Israele. Lo rivelano i resoconti degli incontri segreti sequestrati dall'esercito israeliano e ottenuti dal New York Times.

I documenti mostrano come inizialmente Hamas avesse pianificato di eseguire l'attacco, chiamato in codice «il grande progetto», nell'autunno del 2022 ma lo ha rinviato per cercare di persuadere gli alleati. Nel luglio 2023, Hamas ha inviato un alto funzionario in Libano, dove ha incontrato un alto comandante iraniano e ha chiesto aiuto per colpire siti sensibili all'inizio dell'assalto.

L'alto comandante iraniano avrebbe risposto che l'Iran e Hezbollah erano favorevoli in linea di principio, ma avevano bisogno di più tempo per prepararsi. In un altro resoconto si accenna ad un incontro con Hassan Nasrallah per discutere dell'attacco ma non è chiaro se sia avvenuto o meno. Alla fine Hamas ha deciso di agire da solo.

18:30
18:30
L'Unifil ribadisce: «Restiamo al confine tra Israele e Libano»

I Caschi Blu delle Nazioni Unite si sono rifiutati di lasciare la zona di frontiera nel sud del Libano - come invece aveva richiesto l'esercito israeliano -, determinati a rimanere nell'area nonostante gli attacchi che hanno provocato cinque feriti fra i peacekeeper. Lo ha assicurato oggi il loro portavoce, Andrea Tenenti.

«Le forze israeliane ci hanno chiesto di lasciare le nostre posizioni lungo la Linea Blu, dal confine fino a cinque chilometri dalla Linea Blu», ha spiegato Tenenti, portavoce della Forza ad interim delle Nazioni Unite in Libano (Unifil), in un'intervista all'Afp. «È stata presa la decisione unanime di restare, perché la bandiera dell'Onu deve sventolare in questa zona e noi dobbiamo poter riferire al Consiglio di Sicurezza dell'Onu», ha proseguito Tenenti.

Oggi è «molto difficile continuare l'attività di sorveglianza perché i bombardamenti sono incessanti - ha poi assicurato Tenenti -. Siamo stati attaccati più volte e ne abbiamo parlato pubblicamente».

Tenenti ha quindi ricordato che l'Unifil «parla regolarmente con entrambe le parti per avviare una riduzione della tensione e metterle in guardia, poiché attaccare le forze di pace non è solo una violazione della risoluzione 1701 ma anche del diritto umanitario internazionale».

Per il portavoce dei peacekeeper «non esiste una soluzione militare», bensì «discussioni a livello politico e diplomatico» per «evitare la catastrofe».

18:28
18:28
Libano: 2.255 persone uccise dai raid israeliani

Gli attacchi israeliani contro il Libano hanno finora causato la morte di 2.255 persone e il ferimento di altre 10.524. Lo ha riferito oggi il ministero della Salute libanese, scrive il Guardian.

L'aumento del numero delle vittime corre parallelamente in concomitanza con lo sfollamento forzato di 1,2 milioni di persone dal Libano, pari a circa un quarto della popolazione del Paese. Oltre ai civili, almeno 28 operatori sanitari sono stati uccisi in Libano, ha reso noto la scorsa settimana l'Organizzazione Mondiale della Sanità.

18:27
18:27
Idf: «In 2 giorni Hezbollah ha lanciato 320 razzi su Israele»

L'esercito israeliano ha reso noto che negli ultimi due giorni, tra la vigilia di Yom Kippur e sabato, Hezbollah ha lanciato dal sud del Libano 320 tra razzi, missili e droni su Israele.

18:04
18:04
«Il militare ferito dell'UNIFIL sarebbe indonesiano»

Secondo quanto si apprende da fonti qualificate della sicurezza, il casco blu dell'Unifil ferito la scorsa notte a Naqoura sarebbe indonesiano, la stessa nazionalità dei due militari colpiti e rimasti feriti due giorni fa quando un carro armato israeliano ha sparato contro una torretta di osservazione, sempre alla base di Naqoura.

15:27
15:27
Ferito un altro casco blu nel sud del Libano

Un altro casco blu è stato ferito nel sud del Libano, è il quinto in due giorni. Lo fa sapere l'UNIFIL. «Ieri sera, un peacekeeper presso il quartier generale dell'UNIFIL» a Naqura «è stato colpito da colpi di arma da fuoco a causa di attività militari in corso nelle vicinanze... Non conosciamo ancora l'origine del colpo», si legge in una nota in cui si precisa inoltre che le condizioni del peacekeeper sono «stabili». Gli scontri fra Israele e Hezbollah nel sud del Libano hanno inflitto «molti danni» alle postazioni dell'UNIFIL, ha detto il portavoce dei Caschi Blu Andrea Tenenti. Lavorare è «molto difficile perché ci sono molti danni, anche all'interno delle basi», ha aggiunto. «Proprio ieri sera, appena fuori dalla postazione delle forze di peacekeeping ghanesi, l'esplosione è stata così forte che ha distrutto alcuni dei container all'interno in modo molto grave».

14:37
14:37
L'Iran denuncia di aver subito un massiccio ciberattacco

L'Iran denuncia di aver subito un massiccio ciberattacco. «La quantità di attacchi informatici pesanti, che si sono verificati sui tre rami del governo, della magistratura e del parlamento, così come sull'industria nucleare, sono senza precedenti ed enormi», ha detto l'ex segretario del National Virtual Space Center Abolhassan Firouzabadi, citato dai media locali.

«Durante gli attacchi è stata rubata una grande quantità di informazioni», ha aggiunto Firouzabadi, senza menzionare la data degli attacchi. Tra gli obiettivi - ha continuato - anche reti di distribuzione e trasporto di carburante, municipalità e porti.

14:12
14:12
A Gaza nord non arrivano aiuti alimentari dal 1. ottobre

«L'escalation di violenza nel nord di Gaza sta avendo un impatto disastroso sulla sicurezza alimentare. Nessun aiuto alimentare è arrivato nel nord dal 1° ottobre», è il World Food Programme (Wfp), l'agenzia dell'Onu per la sicurezza alimentare. A lanciare l'ennesimo allarme su Gaza con questo post sul suo profilo X, in cui aggiunge: «Non è chiaro per quanto dureranno le scorte alimentari rimanenti del Wfp nel nord, già distribuite a rifugi e strutture sanitarie».

12:19
12:19
L'Ue: «Grave preoccupazione per le mosse d'Israele sull'Unrwa»

L'Unione Europea esprime grave preoccupazione per il progetto di legge sull'Unrwa attualmente in discussione nel parlamento israeliano. «L'Ue sostiene con forza l'appello del Segretario Generale delle Nazioni Unite sulla questione e condivide la preoccupazione che questo progetto di legge, se adottato, avrebbe conseguenze disastrose, impedendo all'Agenzia delle Nazioni Unite di continuare a fornire i suoi servizi e la sua protezione ai rifugiati palestinesi nella Cisgiordania occupata, compresa Gerusalemme Est, e a Gaza». Lo sostiene l'alto rappresentante Josep Borrell in una nota.

«L'adozione definitiva del disegno di legge abrogherebbe l'accordo del 1967 tra Israele e l'Unrwa, interromperebbe tutte le operazioni dell'Unrwa in Israele e a Gerusalemme Est, distruggerebbe le operazioni salvavita dell'Unrwa a Gaza, ostacolerebbe seriamente la fornitura di servizi sanitari, educativi e sociali in Cisgiordania e revocherebbe i privilegi e le immunità diplomatiche dell'Unrwa», prosegue la dichiarazione.

«L'Ue - si legge ancora - esorta le autorità israeliane a garantire che l'Unrwa possa continuare a svolgere il suo lavoro cruciale in linea con il mandato adottato dall'Assemblea generale delle Nazioni Unite. L'Unrwa fornisce servizi essenziali a milioni di persone a Gaza, in Cisgiordania, compresa Gerusalemme Est, e in tutta la regione, compresi Libano, Siria e Giordania, ed è un pilastro della stabilità regionale. Svolge inoltre un ruolo fondamentale nel garantire le condizioni sul campo per un percorso credibile verso la soluzione dei due Stati. L'Ue è una convinta sostenitrice delle Nazioni Unite e del sistema di governance globale multilaterale e basato su regole di cui l'Unrwa, in quanto agenzia dell'Onu, fa parte. L'Ue si impegna a continuare a sostenere l'Agenzia e segue da vicino l'attuazione delle raccomandazioni del rapporto del Gruppo di revisione indipendente e ulteriori azioni decisive da parte delle Nazioni Unite per garantire la neutralità, la responsabilità e rafforzare il controllo e la supervisione sulle operazioni dell'Agenzia».

11:38
11:38
Bombe israeliane su Jabalya, almeno 22 morti

Almeno 22 persone sono state uccise dai bombardamenti israeliani la notte scorsa sulla città di Jabalya, nel nord della Striscia di Gaza: lo ha reso noto il direttore dei servizi di emergenza locali, Fares Afana. I corpi delle vittime sono stati trasferiti all'ospedale di Al-Ahli. Lo riporta la Cnn.

Oltre ai morti ci sono anche feriti e «un certo numero di dispersi ancora sotto le macerie», ha aggiunto Afana. L'agenzia di stampa palestinese Wafa ha riferito che diversi raid aerei hanno colpito nella notte un quartiere densamente popolato di Jabalya. La Wafa ha parlato di almeno 30 feriti e 14 dispersi.

10:31
10:31
Libano: «60 morti e 168 feriti nelle ultime 24 ore»

Il ministero della Sanità libanese ha annunciato che 60 persone sono state uccise e altre 168 sono rimaste ferite negli attacchi israeliani delle ultime 24 ore: lo riporta Al Jazeera.

Il bilancio complessivo delle persone uccise e ferite in Libano nell'ultimo anno di conflitto tra Israele ed Hezbollah sale così rispettivamente a 2'229 e 10'380, ha aggiunto il ministero. Il Libano ha registrato anche 57 attacchi aerei e bombardamenti nelle ultime 24 ore, per lo più concentrati nel sud del Paese, nella periferia meridionale di Beirut e nella valle della Bekaa.

Nel frattempo, ha reso noto su Telegram il ministero della Sanità di Hamas, il bilancio dei morti a Gaza è salito a quota 42'175, di cui 49 nelle ultime 24 ore, e i feriti sono 98'336, secondo la stessa fonte.

09:01
09:01
Il Nicaragua rompe le relazioni diplomatiche con Israele

Il presidente del Nicaragua, Daniel Ortega, ha incaricato il Ministero degli Esteri del Paese centroamericano di rompere le relazioni diplomatiche con il governo di Israele, come richiesto dal Parlamento che lo ha dichiarato «nemico dell'umanità».

«Il nostro presidente ha dato istruzioni di procedere alla rottura delle relazioni diplomatiche con il governo fascista e genocida di Israele», ha dichiarato la moglie di Ortega e vicepresidente nicaraguense Rosario Murillo.

Si tratta di una decisione politica ma con scarsi effetti pratici, visto che gli scambi tra i due paesi sono praticamente inesistenti e che Israele non ha un ambasciatore a Managua. Ortega aveva già interrotto le relazioni diplomatiche due volte nei suoi 28 anni al potere (1970-1990 e 2007-2024): nel 2010 (per poi riprenderle nel 2017) e nel 1982.

08:20
08:20
Il punto alle 8

Hezbollah afferma di aver lanciato un attacco missilistico contro una base dell'esercito israeliano (IDF) vicino a Haifa, nel nord del Paese. Il movimento filo-iraniano ha reso noto in un comunicato di aver bombardato con «una salva di missili una base situata a sud di Haifa, colpendo una fabbrica di materiali esplosivi».

Antony Blinken, in visita in Laos, ha espresso la speranza di trovare una soluzione diplomatica in Libano ed evitare un conflitto più ampio. Il segretario di Stato americano ha affermato che Israele «ha il diritto di difendersi» contro Hezbollah, ma si è detto allarmato dal peggioramento della situazione umanitaria. «Continuiamo a impegnarci intensamente per prevenire un conflitto più ampio nella regione», ha detto Blinken ai giornalisti dopo un vertice dell'Asia orientale in Laos. «Abbiamo tutti un forte interesse nel cercare di contribuire a creare un ambiente in cui le persone possano tornare alle loro case e i bambini possano tornare a scuola», ha affermato. «Crediamo che il modo migliore per arrivarci sia attraverso un'intesa diplomatica, su cui stiamo lavorando da tempo» , ha aggiunto il segretario di Stato americano. Nel corso della giornata Blinken ha parlato al telefono con il primo ministro libanese Najib Mikati e il presidente del parlamento Nabih Berri, secondo una nota del Dipartimento di Stato americano.