Boris Johnson: «State a casa o sarà come in Italia»
Il coronavirus «sta accelerando» anche nel Regno Unito e occorre «uno sforzo nazionale eroico e collettivo» per il distanziamento sociale, altrimenti il sistema sanitario britannico (Nhs) non potrà far fronte all’ondata di ricoveri e si riprodurrà lo scenario italiano.
Sono le parole, riprese oggi da tutti i giornali, con cui il premier britannico Boris Johnson ha decisamente archiviato le esitazioni imputate al suo governo nei giorni scorsi e le controverse teorie di una possibile linea più gradualista contro il Covid-19, mentre il Regno è - numeri alla mano - «2-3 settimane» dietro l’Italia e l’Nhs annuncia la quarantena totale per 1,5 milioni di persone.
In un messaggio diffuso ieri sera per la Festa della Mamma, che oltremanica cade oggi, Johnson ha sollecitato i compatrioti a non uscire di casa neppure per visitare le madri. Poi ha detto: «Gli Italiani hanno un sistema sanitario superbo, eppure i loro medici e infermieri sono totalmente travolti dalle richieste. Se noi non agiamo insieme per ridurre la diffusione è più che probabile che il nostro Nhs sarà ugualmente inondato».
Se le sollecitazioni di queste ore non basteranno - in un Paese che ha ridotto con la chiusura di pub, ristoranti e locali i contatti sociali, ma continua a riflettere non poche resistenze, con alcuni parchi ad esempio tuttora assai frequentati - il lockdown totale imposto per decreto diverrà inevitabile, ha intanto avvertito oggi un ministro del governo Tory, Robert Jenrick, titolare delle Aree Urbane. Specialmente a Londra, dove un appello dai toni drammatici a restare a casa è stato rivolto alla gente anche dal sindaco laburista Sadiq Khan dalle colonne dell’Observer, il domenicale del Guardian.
Mentre l’Nhs ha già spedito un avviso a 1,5 milioni di persone più «vulnerabili» nel Regno, anziani e soprattutto malati gravi o cronici, per una quarantena preventiva prolungata e radicale anche in assenza di sintomi influenzali. Mentre sono già pronti alcuni dei 20.000 militari pre-allertati, per ora con compiti di assistenza a chi non potrà uscire.