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Bürgenstock, la dichiarazione finale firmata da 83 dei 100 Paesi partecipanti

I contenuti non sono ancora noti: tra i firmatari non figura alcuno Stato «BRICS» – Viola Amherd: «Manca il consenso sul coinvolgimento di Mosca» – TUTTI GLI AGGIORNAMENTI
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Bürgenstock, la dichiarazione finale firmata da 83 dei 100 Paesi partecipanti
Red. Online
16.06.2024 07:11
17:30
17:30
Amherd: «Fatto il possibile» – Cassis: «Non è una dichiarazione»

«Abbiamo ottenuto ciò che era possibile fare date le circostanze». Lo ha affermato alla conferenza stampa della delegazione svizzera della Conferenza sull'Ucraina svoltasi al Bürgenstock (NW) la presidente della Confederazione Viola Amherd, accompagnata per l'occasione dal ministro degli affari esteri Ignazio Cassis.

Quest'ultimo, rispondendo a una domanda di un giornalista della Regione, ha affermato che non è un caso se il documento finale del vertice è un «comunicato congiunto» e non una «dichiarazione finale». «Un 'joint communiqué' ha un valore meno vincolante di una 'dichiarazione'», ha detto Cassis sostenendo come «in diplomazia ogni parola conta».

Lo scopo è avanzare a piccoli passi, e il fatto che quasi tutte le delegazioni abbiano sottoscritto il documento «è un grosso successo», ha sostenuto Cassis. «Siamo i primi ad essere rimasti sorpresi», ha sottolineato. È una base sulla quale si possono costruire le prossime tappe, ha aggiunto.

In merito al Russia e alla sua mancata presenza al Bürgenstock, Cassis ha detto di avere contatti regolari con Mosca. «Continueremo a discutere con la Russia anche dopo questa conferenza».

Non è però ancora chiaro come Mosca sarà coinvolta: «non tutti i percorsi che possiamo immaginare oggi consentono alla Russia di partecipare». La questione della territorialità non è stata affrontata alla conferenza: «a questo proposito ci troviamo a un punto morto».

Riguardo al ruolo che la Svizzera può svolgere nel futuro processo di pace Ignazio Cassis ha affermato che si «valuterà dove esso possa portare: l'obiettivo è quello di elaborare un percorso comune considerando i vari punti di vista». Un secondo vertice di pace potrebbe tenersi - secondo il capo del DFAE - ancora prima delle prossime elezioni presidenziali americane.

«Possiamo mediare, ma non possiamo agire da soli. Abbiamo bisogno del sostegno di altri», ha dichiarato Cassis. Parlando di una possibile conferenza in Canada sulle questioni umanitarie, ha affermato che «la Svizzera e altri paesi vogliono costruire questi ponti». E anche Berna è pronta a organizzare incontri a livello tecnico, se richiesto, ha aggiunto Viola Amherd.

Alla domanda se la Svizzera sarebbe chiamata ad arrestare Vladimir Putin in ossequio al mandato emesso dalla Corte penale internazionale (CPI) qualora questi dovesse venire in Svizzera, la presidente della Confederazione ha detto che in questo caso si potrebbe fare un'eccezione dato che si tratterebbe della partecipazione a un processo di pace. Serve una decisione formale del Consiglio federale e il caso andrebbe discusso con la CPI, ha aggiunto Amherd.

Rispondendo alla domanda se la Svizzera sarebbe pronta a partecipare anche a un vertice di pace organizzato dalla Cina, il ministro degli esteri elvetico ha affermato: «in linea di principio, ogni iniziativa di pace è ben accetta, almeno per la Svizzera».

Cassis ha aggiunto: «abbiamo già sei o sette approcci o formule di pace. Stiamo cercando i denominatori comuni e li stiamo discutendo. Se la Cina e il Brasile hanno dei piani di pace, ci interessano». Amherd si è detta d'accordo con il collega di governo: «qualsiasi iniziativa di pace è ben accetta, ma dovrebbe essere basata sul diritto internazionale».

Parlando più in generale della Conferenza sul Bürgenstock, Amherd, rispondendo a chi ha parlato di fallimento, ha detto di essere «convinta che l'evento abbia avuto un buon risultato». «Nel complesso ho ricevuto feedback positivi da tutti i partecipanti, che hanno ringraziato per aver offerto questa piattaforma di dialogo».

In precedenza la presidente della Confederazione aveva sottolineato come sia la prima volta dallo scoppio della guerra in Ucraina nel 2022 che la pace è stata discussa in un vertice di alto livello. «Il fatto che la stragrande maggioranza degli Stati qui riuniti abbia approvato il documento finale dimostra ciò che la diplomazia può ottenere con un lavoro paziente», ha sostenuto Amherd.

Quest'ultima ha spiegato che la grande maggioranza dei partecipanti al vertice ha raggiunto un consenso su tre punti. In primo luogo è stato richiesto che qualsiasi uso dell'energia nucleare e delle strutture nucleari debba condotto in modo sicuro, protetto, monitorato e compatibile con l'ambiente.

In secondo luogo, i firmatari della dichiarazione si sono detti d'accordo nel definire «inaccettabile» gli attacchi alle navi mercantili alle infrastrutture portuali. Infine, si è chiesto uno scambio completo dei prigionieri di guerra e il ritorno in Ucraina dei bambini deportati in Russia e la liberazione dei civili detenuti.

15:25
15:25
Zelensky: «Il successo più grande? La fine della guerra»

La Russia «ha fatto di tutto perché i leader non arrivassero» a partecipare al summit per la pace ma i leader hanno partecipato ugualmente. Lo ha affermato il presidente dell'Ucraina Volodymyr Zelensky, in conferenza stampa, al termine della conferenza tenutasi sul Bürgenstock (NW).

«Il successo più grande per noi è la fine della guerra». La conferenza di «oggi è il primo passo» verso quell'obiettivo, «ma piuttosto potente», ha sottolineato Zelensky.

«83 Paesi hanno aderito immediatamente (il documento finale) e questo è un successo» ha prosegto il presidente ucraino. E comunque la Russia e i suoi leader «non sono pronti per una pace giusta», ha aggiunto.

Zelensky ha sottolineato che la Russia esercita sin dai tempi dell'Unione Sovietica un'influenza su alcuni Paesi. Poco prima aveva dichiarato che in Ucraina «non dovremmo preoccuparci della Russia. Facciamo quello che dobbiamo fare», sottolineando che non sono «incomprensioni diplomatiche» a separare Kiev e Mosca, ma una guerra.

© Keystone/ALESSANDRO DELLA VALLE
© Keystone/ALESSANDRO DELLA VALLE
15:08
15:08
Zelensky incontra i giornalisti

Zelensky sta per incontrare i giornalisti presenti al Bürgenstock, per una conferenza stampa. Il presidente ucraino parlerà nella sua lingua, secondo quanto ha indicato un addetto stampa della sua delegazione. Dirà qualche frase in inglese se necessario. Si tratterà di un point de presse con domande e risposte e durerà circa 15 minuti. 

15:00
15:00
Zelensky: «Il nostro obiettivo? Che tutti i Paesi si uniscano a questa nobile causa»

«Non c'è pace che duri senza l'integrità territoriale» dell'Ucraina. Lo ha detto il presidente ucraino Volodymyr Zelensky nella conferenza stampa di chiusura della Conferenza sul Bürgenstock (NW).

«Muovere verso la pace significa agire velocemente» ha detto. «Abbiamo Paesi che mostrano interesse a ospitare un secondo vertice».

«Stiamo rispondendo all'attacco della Russia non solo difendendo la vita umana, ma anche attraverso la diplomazia», ha aggiunto. «Il nostro obiettivo è che tutti i paesi del mondo si uniscano a questa nobile causa».

Zelensky ha poi affermato chiaramente che non può esserci pace senza l'integrità del territorio ucraino. Su questo aspetto si è espressa anche la presidente della Commissione Ue Ursula Von der Leyen, che ha sottolineato come «nessun Paese accetterebbe le condizioni oltraggiose» enunciate da Vladimir Putin per l'Ucraina.

Von der Leyen ha poi ringraziato la Svizzera per aver organizzato il vertice odierno: «questo dimostra l'abilità diplomatica della Svizzera». La partecipazione ad alto livello al summit odierno è espressione della grande preoccupazione mondiale riguardo alle minacce nucleari e alla sicurezza alimentare.

Secondo von der Leyen, il percorso verso la vera pace richiede pazienza. «Spero e lavoro affinché questo giorno arrivi presto» ha chiosato.

Da parte sua, il premier canadese Justin Trudeau ha annunciato che il suo Paese ospiterà la prossima conferenza sull'Ucraina dei ministri degli Esteri nei prossimi mesi.

«Dobbiamo continuare il nostro impegno. La guerra in Ucraina va avanti da troppo tempo», ha detto. «Non possiamo accettare che le cose continuino così» ha aggiunto.

«Vogliamo che i combattimenti finiscano. Un gran numero di paesi si sono riuniti qui in questa conferenza per sostenere la pace. Vogliamo raggiungere una pace giusta in Ucraina basata sul diritto internazionale e sulla Carta delle Nazioni Unite», ha dichiarato.

14:45
14:45
Amherd nella conferenza stampa di chiusura: «Berna continuerà a impegnarsi per la pace»

La dichiarazione finale della Conferenza sulla pace del Bürgenstock (NW) sarà firmata da 84 dei circa 100 Stati e organizzazioni partecipanti, e non 85 come dichiarato in precedenza.

Nella conferenza stampa conclusiva della conferenza, Viola Amherd ha ribadito che la Svizzera continuerà ad impegnarsi per la pace in Ucraina. «Berna continuerà a svolgere un «ruolo attivo» e «il nostro impegno rimane invariato», ha dichiarato la consigliera federale definendo la conferenza organizzata questo fine settimana «un successo». Non solo. Per la prima volta dallo scoppio della guerra in Ucraina nel 2022, la pace è stata discussa in un vertice di alto livello. «Il fatto che la stragrande maggioranza degli Stati qui riuniti abbia approvato la dichiarazione finale dimostra ciò che la diplomazia può ottenere con un lavoro paziente», ha sostenuto Amherd.

Viola Amherd ha inoltre spiegato che la grande maggioranza dei partecipanti al vertice ha raggiunto un consenso su tre punti. In primo luogo è stato richiesto che qualsiasi uso dell'energia nucleare e delle strutture nucleari debba condotto in modo sicuro, protetto, monitorato e compatibile con l'ambiente. In secondo luogo, i firmatari della dichiarazione si sono detti d'accordo nel definire «inaccettabile» gli attacchi alle navi mercantili alle infrastrutture portuali. Infine, si è chiesto uno scambio completo dei prigionieri di guerra e il ritorno in Ucraina dei bambini deportati in Russia e la liberazione dei civili detenuti.

In dichiarazioni rilasciate prima della conferenza stampa di chiusura, Amherd ha però affermato come le delegazioni presenti al Bürgenstock non siano riuscite a concordare un approccio chiaro in merito al coinvolgimento della Russia in un processo di pace. Non c'è consenso sul quando e come Mosca debba essere coinvolta, ha detto la consigliera federale.

© Keystone/URS FLUEELER
© Keystone/URS FLUEELER

«Necessari ulteriori piani d'azione»

Dal canto suo, il presidente ucraino Zelesnky ha ricordato che prima di pensare a una seconda conferenza di pace «devono essere elaborati ulteriori piani d'azione». «Non c'è tempo per prolungare la guerra», ha aggiunto. 

Nel suo intervento, Ursula von der Leyen si è invece rivolta a Mosca. «Nessun Paese accetterebbe mai i termini vergognosi di Putin. Il percorso per la pace reale richiede determinazione, alla fine toccherà all'Ucraina decidere i termini di una pace giusta. Chiedo alla Russia di ascoltare la voce della comunità internazionale», ha dichiarato la presidente della Commissione europea. 

14:22
14:22
«La dichiarazione riafferma l'integrità dell'Ucraina»

Il comunicato finale approvato non da tutti i partecipanti al vertice di pace tenutosi al Bürgenstock (NW) «riafferma l'integrità territoriale» dell'Ucraina. Nel documento si dice anche che «il dialogo tra tutte le parti è necessario per porre fine alla guerra».

La dichiarazione finale del vertice sollecita anche il completo scambio di prigionieri di guerra e il ritorno dei bambini deportati dalla Russia.

Qui, per chi volesse, il documento ufficiale.

14:14
14:14
Jake Sullivan: «Cammineremo a fianco a Kiev fino alla pace»

«Questo vertice, dal nostro punto di vista, è una pietra miliare fondamentale nel percorso verso una pace giusta» lo ha detto Jake Sullivan consigliere per la Sicurezza Nazionale alla Casa Binca durante il summit sulla pace per l'Ucraina tenutosi al Bürgenstock (NW). «L'America camminerà con orgoglio con l'Ucraina lungo quel percorso finché l'Ucraina non arriverà alla pace».

Secondo Sullivan, «la visione di pace che è stata avanzata qui oggi da così tanti paesi diversi, è radicata nei principi a cui tutti noi abbiamo aderito. Tutti noi vorremmo vivere in un mondo governato da questi principi perché ci rendono tutti sicuri. Questa è la visione giusta mentre andiamo avanti».

 © Keystone/ALESSANDRO DELLA VALLE
 © Keystone/ALESSANDRO DELLA VALLE
14:11
14:11
Manca il consenso sul coinvolgimento di Mosca

Le delegazioni partecipanti al vertice sull'Ucraina tenutosi al Bürgenstock (NW) non sono riuscite a concordare un approccio chiaro in merito al coinvolgimento della Russia in un processo di pace. Non c'è consenso sul quando e come Mosca debba essere coinvolta, ha detto la consigliera federale Viola Amherd al termine della conferenza.

Sono necessari «ulteriori passi» e la Svizzera è pronta a fare la sua parte, ha detto Amherd. «La conferenza ha creato uno slancio», ha aggiunto la presidente della Confederazione. La dichiarazione del vertice invia un segnale forte sulla necessità di cambiamenti. Ci sono idee comuni per una pace giusta e duratura.

Amherd ha citato, ad esempio, la messa in sicurezza degli impianti nucleari, l'accesso di Kiev ai suoi porti, il rilascio di tutti i prigionieri di guerra e il ritorno in Ucraina dei bambini deportati.

14:03
14:03
Il NYT pubblica i documenti sui negoziati di pace del 2022

Il quotidiano statunitense The New York Times (Nyt) pubblica la documentazione che racconta le trattative di pace tra Russia e Ucraina nel 2022, aprendo uno squarcio sui dettagli dei negoziati, poi falliti. I file erano stati già resi noti dal giornale di New York The Wall Street Journal a marzo scorso, che aveva pubblicato la bozza di trattato di pace redatta dai negoziatori russi e ucraini del 15 aprile 2022, a sei settimane dall'inizio della guerra.

Tra i punti dell'intesa in larga parte stipulata nel corso dei negoziati a Istanbul (Turchia) del marzo di quell'anno, l'Ucraina doveva diventare uno Stato permanentemente neutrale e non aderire a blocchi militari come la Nato. La Crimea sarebbe rimasta russa ma senza il riconoscimento di Kiev, che sarebbe stata costretta a non disporre di armi straniere e a ridurre le sue Forze armate, che dovevano passare a 85'000 effettivi, 342 carri armati e 519 pezzi di artiglieria. La lingua russa doveva essere usata su un piano paritario con l'ucraino, mentre le sorti del Donbass sarebbero state discusse in un secondo momento.

Ora il Nyt rivela che uno dei punti che hanno probabilmente contribuito a far saltare un'intesa è il cosiddetto articolo 5: in caso di un altro attacco armato contro l'Ucraina, gli «Stati garanti» che avrebbero firmato il trattato - Gran Bretagna, Cina, Russia, Stati Uniti e Francia - sarebbero intervenuti direttamente in difesa dell'Ucraina.

Ma Mosca volle inserire una clausola secondo la quale «tutti gli Stati garanti, Russia compresa», avrebbero dovuto approvare la risposta nel caso in cui l'Ucraina fosse stata attaccata. Insomma, una sorta di diritto di veto di Mosca, che di fatto avrebbe potuto nuovamente invadere il territorio ucraino. La clausola, giudicata assurda, fece precipitare le cose: con questo cambiamento, disse uno dei negoziatori ucraini «non avevamo alcun interesse a continuare i colloqui».

13:52
13:52
Zelensky: «Siamo tutti interessati alla sicurezza nucleare»

«Siamo tutti, in tutto il mondo, ugualmente interessati a garantire che non vi siano pericoli per le centrali nucleari e altri impianti nucleari e sono grato per questo». Lo ha detto il presidente ucraino Volodymyr Zelensky alla Conferenza sulla pace del Bürgenstock (NW).

«I partecipanti al vertice di pace odierno hanno compreso appieno tutto ciò - ha continuato Zelensky - e riconosciuto la necessità di ripristinare la piena sicurezza nella loro centrale nucleare, che è stata presa dalle truppe russe e trasformata in mensa per la guerra» ha aggiunto.

13:43
13:43
Dichiarazione finale firmata da 84 su 100 partecipanti

La dichiarazione finale della Conferenza sulla pace del Bürgenstock (NW) sarà firmata da 84 dei circa 100 Stati e organizzazioni partecipanti. I contenuti non sono ancora noti. Tra i firmatari non figura alcun Stato «BRICS».

Confrontando l'elenco dei partecipanti alla conferenza con l'elenco dei Paesi che sostengono la dichiarazione finale, si deduce che sono tredici quelli che non la firmeranno. Si tratta di Armenia, Bahrein, Brasile, India, Indonesia, Colombia, Libia, Messico, Arabia Saudita, Sudafrica, Suriname, Thailandia ed Emirati Arabi Uniti.

13:17
13:17
La Riunione di chiusura aperta da Meloni e conclusa da Trudeau

Sono 25 gli interventi previsti nella riunione plenaria di chiusura del Vertice per la pace in Ucraina. Ad aprirlo è stata la premier italiana Giorgia Meloni, giunta poco prima al Bürgenstock (NW).

Prendono poi la parola vari altri oratori di alto rango, tra cui il primo ministro olandese Mark Rutte, il presidente portoghese Marcelo Rebelo de Sousa, il primo ministro greco Kyriakos Mitsotakis e quello norvegese Jonas Gahr Store. Parleranno pure la segretaria generale del Consiglio d'Europa Marija Pejčinović Burić, e la sottosegretaria generale dell'ONU Rosemary DiCarlo, il patriarca ecumenico Bartolomeo I e il segretario di Stato del Vaticano Pietro Parolin.

Concluderanno la riunione il consigliere per la sicurezza nazionale USA Jake Sullivan e il primo ministro canadese Justin Trudeau. Alle 14.30 è prevista la conferenza stampa di chiusura.

12:58
12:58
La dichiarazione finale non verrà firmata da tutti

La dichiarazione finale della Conferenza sull'Ucraina in corso Bürgenstock (NW) probabilmente non sarà firmata da tutti i partecipanti. Lo ha indicato oggi il cancelliere austriaco Karl Nehammer.

Ciò, ha sostenuto l'austriaco, non indebolisce l'impegno comune: «si tratta di sottigliezze diplomatiche, come l'impiego di certe parole», ha dichiarato a margine del vertice,.«Per questo motivo - ha sottolineato Nehammer in dichiarazioni riportate dalla Dpa - non sono così preoccupato se tutti non firmano adesso».

Per il cancelliere austriaco è anche difficile esprimersi in merito alla portata della conferenza. Prima che anche la Russia possa prendere posto al tavolo dei negoziati, è ipotizzabile un'altra conferenza in un altro formato, ha detto.

12:39
12:39
Giorgia Meloni: «L'Italia ha sempre fatto la sua parte»

«L'Italia ha sempre fatto la sua parte e non ha intenzione di andarsene, abbiamo bisogno di unire i nostri sforzi per aiutare l'Ucraina a guardare al futuro. È esattamente ciò che abbiamo fatto al G7 sotto la presidenza italiana». Lo ha detto la premier Giorgia Meloni parlando alla conferenza di pace al Bürgenstock (NW).

Meloni ha ricordato l'accordo «estremamente significativo» raggiunto dai leader in Puglia di supporto economico a Kyev, quindi si è rivolta direttamente al presidente Zelensky: «Caro Volodymyr, puoi continuare a contare su di noi per tutto il tempo che sarà necessario: continueremo tutti gli sforzi necessari» perché «tutti soffrono le conseguenze globali di questo conflitto.

Faremo il possibile per costruire un futuro di pace e libertà per l'Ucraina».

12:38
12:38
Harris, Scholz e Macron hanno già lasciato il Bürgenstock

Diversi politici di spicco hanno già lasciato la conferenza sull'Ucraina al Bürgenstock (NW).

La vicepresidente degli Stati Uniti Kamala Harris, il cancelliere tedesco Olaf Scholz, il presidente francese Emmanuel Macron e il primo ministro giapponese Fumio Kishida sono stati tra i primi a partire. Le rispettive delegazioni hanno comunque continuato a partecipare alle discussioni.

Se c'è chi parte, c'è anche chi arriva: la premier italiana Georgia Meloni è giunta al vertice solo stamane e ha tenuto un discorso. Tra i paesi del G7, secondo il Dipartimento degli affari esteri anche il primo ministro canadese Justin Trudeau si trovava ancora al Bürgenstock stamattina.

12:37
12:37
L'appello della Lettonia: «La Russia restituisca i bambini ucraini»

«L'Ucraina non può raggiungere la pace senza il ritorno a casa dei bambini sottratti con la forza ai loro genitori dalla Russia». Lo ha affermato il presidente lettone, Edgars Rinkevics, intervenendo alla conferenza sull'Ucraina in corso al Bürgenstock (NW).

Rinkevics ha sottolineato, a tal proposito, che la comunità internazionale ha il dovere di indagare in profondità le circostanze in cui la sottrazioine dei bambini è avvenuta e portare a giudizio i responsabili di tale crimine.

12:37
12:37
Il Cremlino: «Putin non rifiuta i negoziati, ma Zelensky è illegittimo»

«Il presidente russo Vladimir Putin non rifiuta i negoziati con l'Ucraina, ma il loro esito deve essere approvato dal legittimo governo ucraino. Volodymyr Zelensky non appartiene a questa categoria», afferma il portavoce del Cremlino Dmitri Peskov, stando a quanto scrive l'agenzia di stampa ufficiale russa Tass.

Zelensky, il capo dello Stato ucraino, «non è la persona con cui si può registrare un accordo per iscritto perché de jure questa registrazione sarà illegittima».

«Tuttavia, Putin non rifiuta nulla, non rifiuta la possibilità di negoziati, secondo la costituzione del paese», ha aggiunto Peskov.

«Zelensky dovrebbe pensare all'offerta di pace di Putin perché la situazione militare a Kiev è peggiorata», ha anche detto il portavoce.

L'altro ieri il capo del Cremlino aveva ribadito le sue condizioni di pace: chiede in particolare che Kiev rinunci all'adesione alla NATO e alle quattro regioni annesse da Mosca nella parte orientale del paese.

12:13
12:13
Al via la seconda giornata

 Siamo quasi alla fine. La conferenza di pace sull'Ucraina, a cui partecipano oltre 90 Stati, si conclude oggi. Le delegazioni si stanno per mettere al lavoro per approvare una dichiarazione finale congiunta. Secondo una bozza, questa chiederà l'inclusione della Russia nei futuri colloqui.

Nel testo, reso disponibile tra l'altro alle agenzie di stampa Ansa e Reuters, la Russia viene ritenuta responsabile della guerra in Ucraina, che ha causato grandi sofferenze umane e distruzione. La bozza chiede che Kiev riprenda il controllo della centrale nucleare di Zaporizhia e l'accesso ai suoi porti, ad esempio sul Mar Nero. E che tutti i prigionieri di guerra ucraini siano rilasciati e i bambini deportati dall'Ucraina restituiti alla loro patria.  

12:11
12:11
La corsetta dei politici al Bürgenstock

Alcuni partecipanti di alto livello al vertice del Bürgenstock hanno fatto una corsetta stamane nelle campagne della zona. Lo si evince da un selfie del presidente finlandese Alexander Stubb (primo a sinistra), accanto al primo ministro norvegese Jonas Gahr Store, alla vice premier svedese Ebba Busch, alla premier estone Kaja Kallas e al primo ministro belga Alexander de Croo.

11:48
11:48
Suonano in tutto il canton Nidvaldo le campane per la pace

Oggi le campane delle chiese hanno suonato in tutto il canton Nidvaldo in segno di pace. Le Chiese cattolica e riformata hanno voluto così esprimere la loro preoccupazione per la guerra in Ucraina e invitare alla coesistenza pacifica.

Le campane hanno iniziato a suonare alle 11.00, per otto minuti, mentre i lavori alla conferenza di alto livello sulla pace in Ucraina al Bürgenstock (NW) erano in pieno svolgimento.

Il Consiglio di Stato di Nidvaldo ha sostenuto l'azione delle Chiese. Ha sottolineato in una nota che è importante che il Cantone che ospita la conferenza sia in grado di inviare un proprio segnale.

11:46
11:46
Kuleba: «Al Bürgenstock sono stati fatti passi avanti enormi verso la pace»

«I paesi che non sono venuti al vertice vedono quello che sta accadendo: l'Ucraina sta costruendo consenso intorno alla formula di pace e questo ci permette di compiere enormi passi avanti verso una pace giusta, non a tutti i costi». Lo ha detto il ministro degli esteri ucraino Dmytro Kuleba parlando ai giornalisti a margine della conferenza di alto livello sulla pace in Ucraina al Bürgenstock (NW):

«Il prossimo summit dovrebbe portare alla fine della guerra e abbiamo bisogno che l'altra parte sia al tavolo: il nostro compito è portare l'Ucraina a quel tavolo nella posizione più forte possibile», ha detto precisando che «il processo di finalizzazione del comunicato (conclusivo congiunto) è nella sua fase finale».

«Due settimana fa si scriveva che l'Arabia Saudita aveva declinato l'invito al vertice e noi sapevamo che non era vero. Il fatto che sia qui dimostra che è impegnata nel processo di pace: Riad è nella partita», ha anche affermato Kuleba rispondendo a una domanda sulle dichiarazioni di alcuni paesi del cosiddetto Sud globale.

Riad aveva parlato della necessità di «compromessi difficili». «Noi rispettiamo le posizioni degli altri paesi. La nostra posizione è chiara: i principi fondamentali del diritto internazionale e della carta dell'Onu devono essere al centro del processo di pace, sul resto possiamo parlare».

10:33
10:33
Yermak: «Lavoriamo su importanti questioni di sicurezza»

«Oggi continuiamo il nostro lavoro» alla conferenza di alto livello sulla pace in Ucraina al Bürgenstock (NW). «Stiamo lavorando su una tabella di marcia per importanti questioni di sicurezza», scrive sulla rete sociale X Andriy Yermak, capo di gabinetto del presidente ucraino Volodymyr Zelensky.

09:48
09:48
Kallas: «Per raggiungere la pace dovremo imparare dai nostri stessi errori»

«L'esito dell'aggressione russa nei confronti dell'Ucraina avrà un profondo effetto sull'architettura della sicurezza non solo europea, ma anche globale. Principi come la sovranità, l'integrità territoriale e il discredito dell'aggressione come strumento di governo sono gli elementi più importanti e devono essere preservati a tutti i costi», ha detto ieri la prima ministra estone, Kaja Kallas, intervenendo alla conferenza di alto livello sulla pace in Ucraina al Bürgenstock (NW).

«Mi preoccupa sentir parlare di piani o iniziative di pace che non menzionino nemmeno i valori fondamentali della carta delle Nazioni unite, i principi che costituiscono la base per garantire la pace a livello globale», ha detto ancora Kallas sottolineando la necessità di mantenere centrale il principio dell'integrità territoriale dell'Ucraina.

«La storia ha dimostrato che la rinuncia al territorio per la pace ha troppo spesso portato e porterà a ulteriori aggressioni», ha ricordato ancora la premier estone. «Per raggiungere la pace, dovremo imparare dai nostri stessi errori: non farlo comporterebbe un costo colossale in vite umane in tutto il mondo».

08:45
08:45
Scholz: «Niente pace senza il coinvolgimento della Russia»

«È vero che la pace in Ucraina non può essere ottenuta senza coinvolgere la Russia», ha detto ieri il cancelliere tedesco Olaf Scholz nel suo intervento alla conferenza di alto livello sulla pace in Ucraina al Bürgenstock (NW), chiedendo allo stesso tempo a Mosca di ritirarsi completamente dalle zone occupate in Ucraina.

«La Russia potrebbe mettere fine alla guerra oggi o in ogni momento fermando gli attacchi e ritirando le truppe dall'Ucraina», ha aggiunto.

Il vertice sarebbe «più orientato ai risultati» se la Russia avesse partecipato ai colloqui, ha dal canto suo affermato, sempre ieri durante la sessione plenaria, il ministro degli esteri turco Hakan Fidan, stando a quanto riportano i media ucraini.

Fidan ha definito i colloqui in terra nidvaldese «un barlume di speranza per cominciare», ma ha sottolineato che «avrebbero potuto essere più orientati ai risultati» se vi avesse preso parte anche Mosca. «Crediamo che ci sia una crescente necessità di una strategia globale e inclusiva che utilizzi la diplomazia e i negoziati per garantire l'attuazione delle misure già adottate», ha affermato il ministro turco citando i negoziati di Ankara sul grano come esempio di soluzione diplomatica in tempo di guerra.

«La priorità resta quella di difendere l'integrità territoriale dell'Ucraina», ha scritto sulla rete sociale X il capo della diplomazia italiana Antonio Tajani dal Bürgenstock. «L’Italia lavora per avere risultati concreti su sicurezza nucleare e alimentare, su liberazione dei prigionieri di guerra e sul rientro bambini», ha aggiunto il ministro degli esteri.

Il Cile ha condannato l'aggressione della Russia contro l'Ucraina e intende unirsi agli sforzi umanitari di sminamento dopo la fine della guerra, ha affermato il presidente Gabriel Boric, secondo quanto riportano i media di Kiev.

Boric ha sottolineato l'impegno del Cile nei confronti della sovranità e dell'integrità territoriale e ha chiesto il rispetto di questi principi, dei diritti umani e del diritto internazionale come base per una pace sostenibile. «Ci opponiamo fermamente all'uso della forza e alla minaccia di farne uso, ritenendo che la diplomazia e il diritto siano gli unici strumenti legittimi per risolvere le controversie», ha affermato il presidente cileno aggiungendo di considerare fondamentale anche la protezione delle centrali nucleari ucraine e sottolineando la necessità di eliminare la possibilità dell'uso di armi atomiche. «Dobbiamo essere in grado di far sedere la Russia al tavolo delle trattative», ha dichiarato Boric.

07:12
07:12
Il punto alle 7.00

I media di Kiev sottolineano che il comunicato congiunto del Vertice di pace in Svizzera diffuso stanotte da organi di stampa internazionali è una bozza datata 13 giugno su cui non è stato ancora raggiunto un accordo ufficiale tra i partecipanti al summit.

Esiste un possibile scenario in cui il documento potrebbe essere adottato senza il consenso di tutti i partecipanti, con controversie sorte su parole specifiche del comunicato. Tuttavia il capo dell'ufficio della presidenza ucraina Andriy Yermak ha dichiarato che esiste un chiaro consenso tra i partecipanti riguardo al comunicato congiunto.

«Il raggiungimento della pace richiede il coinvolgimento e il dialogo tra tutte le parti», si legge nel comunicato congiunto rilasciato al termine della prima giornata del Vertice per la pace in Ucraina in corso in Svizzera e citato dai media internazionali.

Di seguito il testo del comunicato: «La guerra in corso della Federazione Russa contro l'Ucraina continua a causare sofferenze e distruzioni umane su larga scala e a creare rischi e crisi con ripercussioni globali per il mondo. Ci siamo riuniti in Svizzera il 15 e 16 giugno 2024 per rafforzare un dialogo di alto livello sui percorsi verso una pace globale, giusta e duratura per l'Ucraina. Abbiamo ribadito le risoluzioni A/RES/ES-11/1 e A/RES/ES-11/6 adottate dall'Assemblea generale delle Nazioni Unite e sottolineato il nostro impegno a sostenere il diritto internazionale, compresa la Carta delle Nazioni Unite. Questo vertice è stato costruito sulle precedenti discussioni che hanno avuto luogo sulla formula di pace dell'Ucraina e su altre proposte di pace. Apprezziamo profondamente l'ospitalità della Svizzera e la sua iniziativa di ospitare il vertice di alto livello come espressione del suo fermo impegno nella promozione della pace e della sicurezza internazionali. Abbiamo avuto uno scambio fruttuoso, globale e costruttivo di vari punti di vista sui percorsi verso un quadro per una pace globale, giusta e duratura. In particolare, riaffermiamo il nostro impegno ad astenerci dalla minaccia o l'uso della forza contro l'integrità territoriale o l'indipendenza politica di qualsiasi Stato, i principi di sovranità, indipendenza e integrità territoriale di tutti gli stati, inclusa l'Ucraina, all'interno dei loro confini riconosciuti a livello internazionale, comprese le acque territoriali, e la risoluzione delle controversie con mezzi pacifici come principi del diritto internazionale.

Abbiamo inoltre una visione comune sui seguenti aspetti cruciali: 1) In primo luogo, qualsiasi utilizzo dell'energia nucleare e degli impianti nucleari deve essere sicuro, protetto e rispettoso dell'ambiente. Le centrali e gli impianti nucleari ucraini, inclusa la centrale di Zaporizhzhia, devono funzionare in modo sicuro e protetto sotto il pieno controllo sovrano dell'Ucraina e in linea con i principi dell'Aiea e sotto la sua supervisione. Qualsiasi minaccia o uso di armi nucleari nel contesto della guerra in corso contro l'Ucraina è inammissibile. 2) In secondo luogo, la sicurezza alimentare globale dipende dalla produzione e dalla fornitura ininterrotta di prodotti alimentari. A questo proposito, la navigazione commerciale libera, completa e sicura, nonché l'accesso ai porti marittimi nel Mar Nero e nel Mar d'Azov, sono fondamentali. Attacchi alle navi commerciali nei porti e lungo l'intero percorso sono inaccettabili, nonché contro i porti civili e le infrastrutture portuali civili. La sicurezza alimentare non deve essere utilizzata come arma in alcun modo. I prodotti agricoli ucraini dovrebbero essere forniti in modo sicuro e gratuito ai paesi terzi interessati. 3) In terzo luogo, tutti i prigionieri di guerra devono essere rilasciati mediante scambio completo. Tutti i bambini ucraini deportati e sfollati illegalmente, e tutti gli altri civili ucraini che sono stati illegalmente detenuti, devono essere restituiti all'Ucraina.

Crediamo che il raggiungimento della pace richieda il coinvolgimento e il dialogo tra tutte le parti. Abbiamo quindi deciso di intraprendere passi concreti in futuro nelle aree sopra menzionate con un ulteriore impegno dei rappresentanti di tutte le parti. La Carta delle Nazioni Unite, compresi i principi del rispetto dell'integrità territoriale e della sovranità di tutti gli Stati, può e servirà come base per raggiungere una pace globale, giusta e duratura in Ucraina».