Il fenomeno

Caccia alle ucraine

Gli occhi dei gestori di locali erotici sulle donne in fuga da guerra e dolore
Profughi ucraini alla stazione di Berlino. © Keystone / EPA / CLEMENS BILAN
Andrea Stern
Andrea Stern
13.03.2022 12:00

Gli europei si mobilitano per accogliere gli ucraini in fuga dalla guerra ma non tutti lo fanno per nobili fini. Alla stazione centrale di Berlino la polizia ha dovuto schierare degli agenti, in parte in borghese, «per proteggere i rifugiati da dubbie offerte di posti letto», come riporta il Tagesspiegel. Nella schiera di animi generosi si sarebbero infilati tenutari di bordelli e altri malintezionati che avrebbero offerto denaro e proposto una sistemazione privata ai nuovi arrivati. O meglio alle nuove arrivate, visto che per gli uomini tra i 18 e i 60 anni vige il divieto di espatrio dall’Ucraina. A passare il confine sono essenzialmente donne, a volte accompagnate dalla prole o dai loro anziani. Donne che si trovano in una situazione di estrema vulnerabilità e che per questo rischiano di finire nelle grinfie di chi le vede solo come «carne fresca» per le proprie attività a luci rosse. Spesso, aggiunge la Berliner Zeitung, questi personaggi si avvalgono dell’intermediazione di donne ucraine che già da tempo sono  rimaste incastrate nel giro della prostituzione forzata. «I magnaccia mandano avanti le loro donne, per facilitare il contatto con le altre donne» dice un’operatrice umanitaria, secondo cui gli adescatori sarebbero in azione anche alla stazione dei bus di Charlottenburg e prenderebbero di mira principalmente le donne sole. «Abbiamo ricevuto numerose segnalazioni di loschi personaggi che si aggirano tra i profughi e fanno offerte alle donne» conferma la polizia federale tedesca, che ha affisso avvisi in ucraino e russo per invitare le donne a diffidare dalle proposte di aiuto.

Ricerche porno
D’altronde sono tanti gli uomini che non si stanno mostrando moralmente superiori rispetto a quei soldati russi che, secondo la denuncia del ministro degli Esteri ucraino Dmytro Kuleba, starebbero stuprando le donne rimaste intrappolate nelle città occupate. Nemmeno 24 ore dopo l’invasione russa, termini come «ukrainian girl» o «ukrainian porn» sono schizzati in cima alla classifica delle tendenze su diverse popolari piattaforme di video pornografici come PornHub. Anche Google ha segnalato un’impennata delle ricerche dei medesimi termini, compreso un «war porn» che farebbe ribrezzo se solo si riuscisse a rendersi conto che la guerra è morte. «Mentre il popolo ucraino combatte una guerra che gli è stata imposta e lotta per sopravvivere, il cibersessismo nei confronti delle donne ucraine esplode» deplora l’associazione femminista StopFisha, evidenziando d’altra parte l’afflusso in massa su Tinder di soldati russi alla ricerca di conquiste ucraine: «Anche la rete è uno strumento di guerra». Su Tinder le donne ucraine reagiscono cambiando la propria localizzazione. Mentre di fronte alle proposte di aiuto si fanno sempre più diffidenti, come dimostra una vicenda raccontata dalla stampa tedesca.

La fiducia smarrita
Marco Eichhorn, titolare di un’impresa di trasporti di Norimberga, si era recato sul confine ucraino-polacco con tre autobus pieni di medicinali, articoli per l’igiene, coperte, sacchi a pelo e cibo. Una volta consegnato il materiale, il signor Eichhorn si è offerto di trasportare verso la Germania 164 persone, tante quante ne potevano contenere i suoi tre bus. Ma i profughi, principalmente donne e bambini, si sono rifiutati. Avevano paura. Nel campo di accoglienza si era sparsa la voce che i tedeschi prelevassero le donne per poi costringerle a prostituirsi. Il signor Eichhorn, pur con tutta la sua buona volontà, non è riuscito a contrastare questa voce. Lui e i suoi autisti hanno esibito i documenti, hanno dimostrato di avere la fiducia dei soldati polacchi, si sono avvalsi dell’aiuto di una psicologa e di un’interprete. Ma solo 56 «coraggiosi» si sono fidati. I tre bus sono quindi tornati verso Norimberga semivuoti.

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