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Lo riferisce il team di Medici senza frontiere, precisando che un membro dello staff risulta ancora irreperibile: «Avevano detto al personale e ai pazienti che potevano rimanere nella struttura, ma poi l'hanno attaccata» – TUTTI GLI AGGIORNAMENTI
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23:16
23:16
L'Algeria fa circolare una nuova bozza di risoluzione su Gaza
L'Algeria ha fatto circolare una nuova versione della bozza di risoluzione del Consiglio di Sicurezza che chiede il cessate il fuoco immediato a Gaza «rispettato da tutte le parti». Il testo è «sotto silenzio» fino alle 11 di domattina (ora di New York).
La bozza è la terza versione emendata rispetto a quella presentata all'inizio di febbraio su cui gli Stati Uniti avevano opposto obiezioni. Tra le ultime modifiche, una al quarto paragrafo che, oltre al rilascio di tutti gli ostaggi, chiede che tutte le parti rispettino i diritti umani delle persone detenute.
Per essere approvata una risoluzione ha bisogno di nove voti a favore e nessun veto da parte dei cinque membri permanenti: Stati Uniti, Gran Bretagna, Francia, Russia e Cina.
21:54
21:54
Gli USA hanno condotto un cyber attacco contro una nave spia in Iran
Gli Stati Uniti hanno condotto un cyber attacco contro una nave spia iraniana. Lo rivela in esclusiva Nbc news. L'operazione, avvenuta oltre una settimana fa secondo tre funzionari americani, aveva l'obiettivo di impedire alla MV Behshad di trasferire informazioni strategiche ai ribelli Houthi.
21:32
21:32
«Per ora non abbiamo trovato ostaggi nell'ospedale»
«Stiamo effettuando controlli, ma finora non è stato raggiunto alcun risultato» sul ritrovamento dei corpi degli ostaggi. Lo ha detto il portavoce dell'esercito Daniel Hagari nell'operazione in corso all'ospedale Nasser di Khan Yunis nel sud della Striscia.
«Finora - ha aggiunto - abbiamo arrestato decine di terroristi nella zona dell'ospedale e trovato armi, tra cui granate e mortai. Non entriamo negli ospedali senza motivo ma, come abbiamo dimostrato dall'inizio della guerra, abbiamo rivelato come Hamas li usa per il terrorismo».
21:26
21:26
Gli abitanti del kibbutz Nir Oz annunciano la morte di un disperso
Il kibbutz Nir Oz ha annunciato che Yair Yaakov, 59 anni, che si pensava fosse stato rapito da Hamas a Gaza, è stato assassinato il 7 ottobre e il suo corpo è trattenuto a Gaza. L'uomo è stato rapito insieme alla sua fidanzata, Meirav Tal, che è stata rilasciata a fine novembre. Anche i suoi figli, Yagil di 12 anni e Or di 16, sono stati rapiti e rilasciati.
21:25
21:25
«Da gennaio 99 giornalisti uccisi, di cui 77 solo a Gaza»
Settantasette dei 99 giornalisti uccisi nel 2023 hanno perso la vita nella guerra tra Israele e Hamas, rendendo gli ultimi 12 mesi i più sanguinosi per i media in quasi un decennio.
Lo ha reso noto oggi il Comitato per la protezione dei giornalisti (Cpj), precisando che le uccisioni di giornalisti sarebbero diminuite a livello globale di anno in anno se non fosse stato per quelle avvenute nel conflitto in corso nel Medio Oriente che hanno fatto aumentare incredibilmente tale conteggio.
Il bilancio odierno è il più alto dal 2015 e rappresenta un aumento di quasi il 44% rispetto ai dati del 2022. «Nel dicembre 2023, il Cpj ha riferito che nei primi tre mesi della guerra Israele-Gaza sono stati uccisi più giornalisti di quanti ne siano mai stati assassinati in un singolo Paese in un anno intero».
La stragrande maggioranza dei 77 giornalisti morti nel conflitto fra Israele e Hamas - 72 - erano palestinesi, ha poi precisato l'organizzazione. Gli altri cinque sono tre reporter libanesi e due israeliani.
«L'immensa perdita subita dai giornalisti palestinesi in questa guerra avrà un impatto a lungo termine per il giornalismo non solo nei territori palestinesi ma per la regione e oltre - ha affermato l'amministratore delegato del Comitato, Jodie Ginsberg -. Ogni giornalista ucciso è un ulteriore colpo alla nostra comprensione del mondo».
21:22
21:22
Netanyahu vede Burns
Il premier israeliano Benyamin Netanyahu e il capo del Mossad David Barnea hanno incontrato al ministero della difesa a Tel Aviv il direttore della Cia Bill Burns. Netanyahu - secondo i media - ha chiesto di «sapere se gli ostaggi hanno ricevuto le medicine» che erano state inviate lo scorso mese a Gaza in base ad un accordo mediato dal Qatar e dalla Francia.
Israele finora non ha ricevuto assicurazioni che i farmaci abbiano raggiunto gli ostaggi. Secondo i media, Netanyahu ha confermato che «solo una forte pressione militare e una ferma posizione nei negoziati» porterà Hamas a cambiare le sue richieste.
20:23
20:23
Gli Houthi rivendicano un attacco contro una nave britannica
Gli Houthi dello Yemen hanno lanciato missili anti nave contro il mercantile britannico 'Lycavitos' nel Golfo di Aden: lo ha detto il portavoce militare del gruppo Yahya Sarea in un discorso televisivo, come riporta il Times of Israel.
20:22
20:22
Francesca Albanese: «Il divieto d'ingresso in Israele è fuorviante»
«Il recente annuncio di Israele di 'vietare ufficialmente' il mio ingresso è simbolico e fuorviante e non deve servire come diversivo dalla situazione a Gaza»: così la relatrice speciale dell'Onu sulla situazione dei diritti umani nei territori palestinesi occupati Francesca Albanese commenta il divieto nei suoi confronti da parte di Israele.
In una dichiarazione resa nota a Ginevra, Albanese ribadisce che per il 7 ottobre «anche se l'antisemitismo potrebbe aver avuto un ruolo negli attacchi a livello individuale per alcuni, le sue principali determinanti vanno ricercate altrove».
Fondamentalmente, afferma la relatrice Onu, «nessun crimine giustifica mai un altro crimine. Non esiste alcuna giustificazione per i terribili attacchi del 7 ottobre». Tuttavia, i «56 anni di soffocante occupazione - prosegue citando il Segretario Generale dell'Onu - sono proprio il contesto che alimenta l'odio e la violenza che mettono in pericolo sia israeliani che palestinesi. Questo contesto è oscurato dalla definizione del 7 ottobre come motivata principalmente dall'antisemitismo».
Albanese sottolinea che «dalla detenzione e dalla deportazione da parte di Israele nel 2008 dell'allora Relatore speciale delle Nazioni Unite Richard Falk, lo Stato di Israele ha impedito l'ingresso di tutti i Relatori Speciali per i diritti dei palestinesi».
Israele ricorda che il divieto fa seguito «alle mie osservazioni sul contesto in cui hanno avuto luogo gli attacchi di Hamas del 7 ottobre». Affermazioni nate dall'affermazione del presidente francese che definiva gli attacchi di Hamas del 7 ottobre «il più grande massacro antisemita del nostro secolo».
«Ho condannato fermamente e coerentemente questi attacchi atroci come crimini di guerra, che non possono essere giustificati in alcun modo», premette la funzionaria Onu aggiungendo che nella reazione all'affermazione di Macron si è trattato di «contestare una persistente interpretazione errata delle cause profonde degli attacchi del 7 ottobre, in particolare nei Paesi occidentali: cioè che gli attacchi fossero principalmente motivati dall'antisemitismo».
Francesca Albanese fa anche riferimento a eminenti studiosi dell'Olocausto e dell'antisemitismo, per i quali «questa ipotesi è falsa e pericolosa poiché elude le basi cruciali del conflitto e sconfessa il ruolo di Israele nell'alimentarlo».
20:15
20:15
«La nave è al sicuro nonostante l'incidente al largo dello Yemen»
L'agenzia britannica per le operazioni commerciali marittime Ukmto ha ricevuto la segnalazione di un «incidente» al largo delle coste dello Yemen, 85 miglia ad est di Aden. «Il comandante ha riferito di una esplosione vicino alla sua nave», scrive la Ukmto nel suo sito web precisando che la nave e il suo equipaggio sono al sicuro e stanno procedendo verso il porto di destinazione.
20:03
20:03
Israele: «Un altro soldato morto a Gaza, il bilancio è di 233»
L'esercito israeliano ha annunciato la morte di un altro soldato ucciso in battaglia nel sud della Striscia. Lo ha fatto sapere il portavoce militare secondo cui si tratta di Rotem Sahar Hadar (20 anni). Il bilancio dei soldati caduti a Gaza - dall'inizio delle operazioni il 7 ottobre - è ora di 233.
20:02
20:02
Hezbollah: «Sparate decine di razzi su Kiryat Shmona»
Gli Hezbollah libanesi filo-iraniani hanno affermato poco fa di aver sparato decine di razzi su Kiryat Shmona, cittadina israeliana in Alta Galilea.
E questo poche ore dopo l'uccisione in un raid israeliano di almeno 13 persone, tra cui civili libanesi e un comandante militare di Hezbollah, a Nabatiye, capoluogo meridionale libanese.
«Come prima risposta ai massacri di Nabatiyeh... i combattenti della resistenza islamica hanno lanciato decine di razzi di tipo Katyusha contro Kiryat Shmona», si afferma in un comunicato di Hezbollah apparso sul suo canale Telegram.
19:55
19:55
Da Oslo a Trump, i piani di pace falliti
Le macerie dei kibbutz israeliani bruciati e i palazzi sventrati a Gaza hanno riportato su un metaforico tavolo internazionale l'urgenza di tradurre in realtà la speranza di pace contenuta in una delle immagini che hanno segnato il Ventesimo secolo: la stretta di mano fra il primo ministro israeliano Yitzhak Rabin e il leader palestinese Yasser Arafat sul prato della Casa Bianca il 13 settembre 1993.
Trentuno anni dopo la storia si ripete tragicamente, e ciclicamente. Ora, mentre le cancellerie internazionali cercano soluzioni per un cessate il fuoco e il rilascio degli ostaggi ancora in vita, più che mai sembra vitale lo sforzo per un accordo di pace. Nonostante ostacoli che sembrano insormontabili.
Accordi di Oslo
Un anno intero di negoziati segreti tra i fiordi attorno a Oslo, tenendo all'oscuro anche la Cia, «aveva creato una congiunzione astrale senza precedenti», ebbe a dire Yossi Beilin, vice ministro degli Esteri israeliano che nel 1992 aveva avviato i contatti con i palestinesi.
Dopo aver appoggiato l'aggressione di Saddam Hussein al Kuwait, Yasser Arafat non aveva più l'aiuto né il denaro dei Paesi arabi. Nel giugno 1992 i laburisti avevano vinto le elezioni con Yitzhak Rabin: Beilin convinse il ministro degli Esteri Shimon Peres. Peres convinse Rabin. Il dialogo fu annunciato e coinvolti gli americani.
Alla Casa Bianca il 13 settembre 1993, Rabin e Arafat si strinsero la mano. Si decise di partire con l'esperimento: «Gaza e Gerico first», con l'autonomia alle due città. Ci fu un certo successo. Ma la destra israeliana, Hamas e soprattutto il terrorismo, da entrambe le parti, fecero saltare tutto. Nel 1994 un ebreo estremista assassinò Yitzhak Rabin a Tel Aviv.
Camp David
Al vertice di pace in Medio Oriente di Camp David, tra l'11 e il 24 luglio 2000, presero parte l'allora premier israeliano Ehud Barak e il presidente dell'Autorità nazionale palestinese Yasser Arafat. Sotto l'egida del presidente Usa Bill Clinton.
Barak, sotto forti pressioni Usa, propose ad Arafat uno Stato palestinese nella Striscia di Gaza e in parte della Cisgiordania, il ritorno di un certo numero di profughi, la smilitarizzazione dello Stato palestinese e lo smantellamento dei gruppi terroristici. Arafat rifiutò l'offerta. Clinton avrebbe voluto che Camp David chiudesse la sua vita da presidente con un successo storico. Invece due mesi dopo scoppiò la seconda Intifada. Arafat non la fermò.
Due Stati, due popoli
La proposta di due Stati per due popoli che prevedeva la creazione di uno Stato di Palestina con la Striscia di Gaza e la Cisgiordania, e con capitale Gerusalemme est, nel rispetto degli accordi presi durante l'armistizio del 1949, era alla base della soluzione di pace proposta dell'Arabia Saudita nel 2002.
Fu accettata dall'Autorità Nazionale Palestinese e da tutti i Paesi della Lega Araba. Il piano promise in cambio della tregua le relazioni diplomatiche tra i Paesi arabi e Israele e il ritorno ai confini precedenti il 1967. Soluzione diffusa anche in Israele nel movimento del sionismo socialista. È stata approvata dall'Onu ma mai realizzata.
Peace for Prosperity
Nel 2020 Donald Trump presentò in conferenza stampa con Benyamin Netanyahu il Peace for Prosperity, un piano che in cambio di alcune concessioni extra imponeva il riconoscimento degli insediamenti israeliani in Cisgiordania. Per i palestinesi, un'espansione territoriale significativa, con un territorio di dimensioni paragonabili a quelle della Cisgiordania e di Gaza. Il piano è stato respinto subito dai palestinesi. Che non furono invitati al meeting.
19:49
19:49
Abu Mazen: «Ciò che conta è l'azione sul campo, non le parole»
«Ciò che conta di più è l'azione sul campo, non solo le parole»: lo ha detto il presidente palestinese Abu Mazen in un'intervista al giornale saudita Asharq al-Awsat riferendosi - secondo il quotidiano - al Piano Usa-Paesi arabi per la nascita di uno stato palestinese.
«Abbiamo avuto diversi incontri con alti funzionari statunitensi, tra cui Antony Blinken, Jake Sullivan e Bill Burns e ci hanno assicurato del loro impegno per i due Stati».
Abu Mazen ha poi confermato che l'Autorità nazionale palestinese è pronta ad assumersi le proprie responsabilità a Gaza «immediatamente dopo la fine dell'aggressione contro il popolo palestinese». «Siamo stati - ha sottolineato - e continueremo ad essere responsabili di Gaza e lo resteremo».
18:21
18:21
Il direttore dell'ospedale Nasser: «È una catastrofe, salvate i malati»
La situazione nell'ospedale Nasser di Khan Yunis attaccato dalle forze israeliane è «catastrofica e molto pericolosa». Lo ha detto alla Bbc il direttore del nosocomio, Nahed Abu-Teima. Gli unici pazienti rimasti, spiega, sono «ammucchiati nei reparti» e «in estremo pericolo».
«Molti di questi pazienti hanno gravi lesioni spinali, agli arti, amputazioni, lesioni cerebrali che hanno portato a paralisi cerebrale ed emiplegia, e questi pazienti non possono muoversi o non possono camminare», aggiunge, lanciando un appello all'Onu e alla Croce Rossa affinché «salvino questi pazienti malati» e gli operatori ospedalieri rimasti intrappolati
18:04
18:04
«L'Egitto non permetterà mai lo spostamento di palestinesi oltreconfine»
«L'Egitto ha sempre affermato che lo spostamento forzato dei residenti di Gaza in Egitto non sarà mai consentito»: lo ha affermato il governatore del Nord Sinai, Mohamed Abdel Fadil Shousha, precisando che comunque il Paese «è pronto a tutti gli scenari che potrebbero presentarsi nel malaugurato caso in cui Israele effettuasse operazioni militari nella città di Rafah».
«La posizione dell'Egitto è chiara e franca, ed è stato annunciato dai leader politici egiziani subito dopo la guerra israeliana a Gaza, che lo spostamento forzato dei residenti di Gaza in Egitto non sarà mai consentito.
Shousha si è probabilmente riferito ad alcune voci secondo cui sarebbe in allestimento un campo profughi nel Sinai per i palestinesi sfollati da Rafah.
17:39
17:39
«L'Idf spinge a Khan Yunis: molti terroristi uccisi»
L'esercito israeliano sta intensificando gli attacchi a Khan Yunis, la roccaforte di Hamas nel sud della Striscia ad un passo da Rafah. Lo ha fatto sapere il portavoce militare spiegando che «molti terroristi sono stati uccisi e decine sono stati arrestati, compresi i terroristi della Nukheba» l'unità di élite di Hamas, e «coloro che hanno partecipato all'attacco del 7 ottobre».
17:34
17:34
«Ucciso un comandante di Hamas che prese parte all'attacco del 7 ottobre»
L'esercito israeliano ha ucciso in un raid Ahmed Ghoul, comandante nel Battaglione Shati di Hamas, che «aveva preso parte al massacro del 7 ottobre». Lo ha fatto saper il portavoce militare aggiungendo che «Ghoul aveva preso in ostaggio la soldatessa Noa Marciano che poi è stata uccisa da Hamas all'interno dell'ospedale Shifa» di Gaza.
17:33
17:33
«Soluzione a due Stati? Non è tempo di regali ai palestinesi»
«Ora non è il momento di parlare di doni per il popolo palestinese, in un momento in cui la stessa Autorità palestinese deve ancora condannare il massacro del 7 ottobre».
Lo ha detto, citato dai media, Avi Hayman, portavoce dell'ufficio del premier Benyamin Netanyahu, riferendosi alle indiscrezioni del Washington Post su un piano elaborato da Usa e Paesi arabi per la nascita di uno Stato palestinese. «Qui in Israele siamo ancora nel dopo massacro del 7 ottobre», ha aggiunto.
17:06
17:06
«Israele rispetti il diritto umanitario a Gaza»
Il ministro spagnolo degli Affari esteri, José Manuel Albares, ha ribadito «la necessità di rispettare i diritti umani nella Striscia di Gaza e di proteggere la popolazione civile, consentendo l'accesso di aiuti», dopo una riunione con la Commissione spagnola di Diritto internazionale umanitario (Cedih) oggi a Madrid.
Albares ha assicurato «la ferma difesa» di Madrid del «diritto umanitario» e «l'impegno nella lotta contro l'impunità e per la giustizia penale internazionale» in una nota del ministero, che segue la lettera inviata ieri da Spagna e Irlanda alla Commissione Europea, con la richiesta di «verificare urgentemente» se Israele sta «rispettando i diritti umani a Gaza», compiendo gli accordi di associazione con la Ue.
Il capo della diplomazia spagnola ha ricordato anche le richieste presentate alla Procura della Corte penale internazionale perché indaghi su possibili crimini di guerra nell'invasione della Russia in Ucraina e nella morte della cooperante spagnola Emma Igual a causa di un missile russo mentre svolgeva l'azione umanitaria in territorio ucraino. Nell'incontro, segnala la nota, si è concordata la creazione di un gruppo di lavoro per la verifica della strategia di diplomazia umanitaria rispetto al compimento dei piani di azioni in questo campo.
17:05
17:05
«L'ONU scusa il terrorismo e sostiene Hamas»
«L'ONU è un'organizzazione che scusa il terrorismo, promuove Hamas e incolpa le vittime, che ha perso ogni grammo di credibilità». Lo scrive su X l'ambasciatore di Israele all'ONU Gilad Erdan citando l'intervista in cui il sottosegretario delle Nazioni Unite Martin Griffiths ha sostenuto che Hamas «non è un gruppo terrorista ma un movimento politico».
«La posizione pro-Hamas dell'ONU - ha denunciato Erdan - è finalmente svelata in diretta televisiva. Il brutale assassinio di centinaia di civili non è terrorismo? - ha incalzato Erdan - Lo stupro sistematico delle donne non è terrore? Tentare il genocidio ebraico non è terrore?».
16:50
16:50
Lula al Cairo: «La Palestina sia uno Stato sovrano membro dell'ONU»
«Deve essere riconosciuto uno Stato palestinese sovrano e non esiste alcuna giustificazione per impedire alla Palestina di diventare membro delle Nazioni Unite»: lo ha detto il presidente brasiliano Inacio Lula da Silva partecipando, al Cairo, alla riunione del Consiglio della Lega Araba.
«Le azioni militari israeliane a Rafah sono un nuovo disastro a cui bisogna porre fine», ha aggiunto Lula.
16:49
16:49
Segnalata un'esplosione vicino a una nave a largo dello Yemen
L'agenzia marittima britannica Ukmto, che monitora i traffici nel Mar Rosso, ha segnalato un'esplosione vicino a una nave al largo dello Yemen, a est di Aden. L'imbarcazione ha continuato la sua navigazione verso il suo porto di scalo e l'equipaggio è al sicuro, ha aggiunto l'agenzia.
Nella zona sono sempre più frequenti gli attacchi degli Houthi ai mercantili occidentali.
16:40
16:40
Il direttore della CIA è stato in Israele
Dopo il Cairo dove ha partecipato ai negoziati per un accordo sugli ostaggi, il direttore della CIA William Burns è stato ieri in Israele. Lo ha rivelato Haaretz secondo cui Burns ha incontrato il premier Benyamin Netanyahu e il capo del Mossad David Barnea. Non ci sono al momento ulteriori dettagli.
16:21
16:21
Ucciso il comandante della Forza Redwan, unità di élite degli Hezbollah
L'esercito israeliano ha confermato di aver ucciso in «un'operazione mirata a Nabatieh», in Libano, Ali Muhammad al-Dabs, un comandante della Forza Redwan, unità di élite degli Hezbollah, oltre al suo vice Ibrahim Issa e ad un terzo operativo.
Lo ha detto il portavoce militare aggiungendo che Al-Dabs «era tra quelli che hanno diretto l'attacco terroristico a Megiddo in Israele nel marzo del 2023. Ha condotto, programmato e compiuto - ha aggiunto - attività terroristica contro Israele, specialmente durante questa guerra».
15:33
15:33
«In Libano possiamo colpire ovunque»
«Hezbollah ha intensificato di mezzo clic, noi abbiamo intensificato di un passo intero». Lo ha detto il ministro della difesa israeliano Yoav Gallant precisando che quello di Israele è solo «un passo su 10, non possiamo attaccare solo 20 chilometri all'interno del Libano ma anche 50. A Beirut e altrove».
Gallant - che ha parlato nel nord del paese - ha tuttavia aggiunto che Israele «non vuole una guerra ma se è forzato prenderà i provvedimenti per consentire ai civili di ritornare alle loro case al nord».
15:02
15:02
«Caos all'ospedale Nasser dopo il bombardamento israeliano: numero imprecisato di morti»
«In seguito ai bombardamenti di questa mattina, il team di Medici Senza Frontiere (Msf) in azione all'ospedale Nasser» di Khan Yunis «riporta una situazione caotica, con un numero imprecisato di morti e feriti».
«Dopo l'attacco, un membro dello staff di Msf risulta ancora irreperibile». Lo rende noto l'ong in una nota.
«Il personale medico di Msf è stato costretto ad abbandonare l'ospedale, e soprattutto i pazienti al suo interno. Le forze israeliane hanno istituito un posto di blocco per controllare l'uscita dal complesso ospedaliero; un membro dello staff di Msf è stato trattenuto».
L'ospedale Nasser a Khan Younis, nel sud della Striscia di Gaza, «è sotto attacco dalle prime ore di questa mattina, nonostante le forze israeliane avessero detto al personale medico e ai pazienti che potevano rimanere nella struttura. A migliaia di sfollati che avevano ritrovato rifugio nell'ospedale è stato ordinato di abbandonarlo lo scorso 13 febbraio», prosegue Medici senza Frontiere nella nota.
Msf chiede alle forze israeliane di «interrompere immediatamente questo attacco, poiché mette in pericolo il personale medico e i pazienti che sono ancora bloccati all'interno della struttura».
13:05
13:05
Sequestrate nel Mar Arabico armi dell'Iran destinate agli Houthi
Il Comando centrale degli Stati Uniti (Centcom) ha reso noto su X di avere intercettato una spedizione di armi dall'Iran destinata al gruppo yemenita Houthi, appoggiato da Teheran.
«Su una nave nel Mar Arabico sono state sequestrate armi convenzionali avanzate e altri aiuti letali provenienti dall'Iran e diretti in aree dello Yemen controllate dagli Houthi». Il Centcom indica che sono stati scoperti «oltre 200 pacchi che contenevano componenti di missili balistici a medio raggio, esplosivi, componenti di veicoli subacquei senza pilota, apparecchiature di comunicazione militare, gruppi di lanciatori di missili guidati anticarro».
«Questo è un altro esempio dell'attività aggressiva dell'Iran nella regione», ha affermato il generale Michael Erik Kurilla, comandante del Centcom, «la continua fornitura di armi convenzionali avanzate agli Houthi è in diretta violazione del diritto internazionale e continua a minare la sicurezza delle spedizioni internazionali e il libero flusso del commercio».
L'operazione resa nota oggi risale al 28 gennaio, è stata condotta da un cutter a risposta rapida della Guardia costiera Usa di classe Sentinel.
12:14
12:14
«Con la crisi del Mar Rosso i costi di spedizioni sono aumentati del 400%»
A causa della crisi nel Mar Rosso «i tempi di consegna per le spedizioni tra l'Asia e l'Ue sono aumentati di dieci-quindici giorni e i costi sono aumentati di circa il 400%». Lo ha indicato il commissario europeo per gli affari economici, Paolo Gentiloni, presentando le previsioni economiche d'inverno, precisando tuttavia che «almeno finora, né le catene di approvvigionamento globali né quelle dell'Ue appaiono sotto tensione».
«L'aumento dei costi di spedizione è destinato a esercitare una limitata pressione al rialzo sull'inflazione nell'Ue», ha sottolineato.
Nelle previsioni della Commissione europea «l'equilibrio dei rischi è sbilanciato verso esiti più avversi. L'incertezza rimane eccezionalmente elevata, in un contesto di prolungate tensioni geopolitiche e del rischio di un ulteriore ampliamento della crisi in Medio Oriente», ha aggiunto Gentiloni.
11:42
11:42
L'ultradestra israeliana si oppone all'annunciato piano USA
I ministri di destra radicale del governo di Netanyahu hanno attaccato l'annunciato Piano Usa e di Paesi arabi per la nascita di uno Stato palestinese.
Il ministro della Sicurezza nazionale e leader di 'Potere ebraico' Itamar Ben Gvir ha detto che «l'intenzione degli Usa insieme ai Paesi arabi di stabilire un stato terrorista a fianco di Israele è deludente e parte della concezione sbagliata che dall'altra parte ci sia un partner per la pace».
Anche il ministro delle finanze e leader di 'Sionismo religioso' Bezalel Smotrich ha attaccato chiedendo al Gabinetto si sicurezza che «sia presa un decisione chiara con l'opposizione al Piano»
11:02
11:02
«All'escalation di Israele rispondiamo con l'escalation»
All'escalation di Israele rispondiamo con l'escalation, se costringono i nostri civili ad abbandonare le case, costringiamo i loro civili a lasciare le loro case, se distruggono le nostre case, distruggiamo le loro case: è quanto ha detto poco fa, citato dai media libanesi, un alto rappresentante di Hezbollah, shaykh Nabil Qawuq.
Qawuq, membro del Consiglio centrale di Hezbollah, ha così commentato «il massacro di civili» compiuto da Israele nella notte a Nabatiye, capoluogo del sud del Libano. Nel raid di Israele sono state uccise almeno 13 persone, tra queste figurano civili, inclusi donne e bambini secondo fonti locali.
Qawuq ha detto che «Israele pagherà cara l'uccisione di civili nel sud del Libano». Queste dichiarazioni giungono poche ore dopo la diffusione della notizia dell'uccisione, nella notte in raid israeliani, di almeno 13 persone, tra cui civili, a Nabatiye, capoluogo del sud del Libano.
08:44
08:44
«USA e Paesi arabi lavorano a un piano dettagliato per la nascita dello Stato palestinese»
Gli Usa e molti Paesi arabi stanno lavorando a un piano dettagliato per una pace comprensiva tra israeliani e palestinesi che include «una cronologia fissa» per la nascita dello Stato palestinese.
Lo ha riferito il Washington Post (Wp) aggiungendo che l'annuncio potrebbe avvenire nelle prossime settimane.
Punto chiave del Piano - ha continuato il quotidiano - sarebbe il raggiungimento di un cessate il fuoco iniziale tra Israele e Hamas di 6 settimane durante le quali gli Usa annuncerebbero il progetto e la formazione di un governo palestinese ad interim.
Il Wp aggiunge tuttavia che non è chiaro che Israele accetti una simile mossa.
06:32
06:32
Il punto alle 6.00
Il segretario alla Difesa americano Lloyd Austin ha sentito ieri sera al telefono il suo omologo israeliano Yoav Gallant, rende noto il Pentagono.
In un comunicato, il Dipartimento della Difesa degli Stati Uniti afferma che Austin e Gallant hanno discusso «del salvataggio degli ostaggi da parte di Israele che ha restituito due cittadini alle loro famiglie e dei negoziati in corso per garantire il rilascio di tutti gli altri rimasti detenuti da Hamas». Il ministro israeliano - aggiunge la nota Usa - «ha fornito un aggiornamento sulle operazioni militari a Khan Yunis».
Austin e Gallant hanno inoltre «discusso dell'importanza di salvaguardare i civili e di garantire il movimento e l'accesso all'assistenza umanitaria prima di qualsiasi operazione contro Hamas a Rafah», conclude il Pentagono.
Si aggrava, intanto, il bilancio degli attacchi israeliani in Libano. Almeno otto persone sono rimaste uccise in un attacco di droni sulla città di Nabatiye, mentre altre cinque sono morte in raid su Aadchit e al-Sawana. La milizia libanese Hezbollah ha dichiarato sul suo canale Telegram che tre dei suoi membri sono stati uccisi negli attacchi.
Un precedente bilancio fornito dall'agenzia di stampa statale libanese Nna parlava di quattro morti a Nabatiye. Un portavoce militare israeliano ha dichiarato ieri che gli attacchi hanno colpito «una serie di obiettivi di Hezbollah nelle aree di Jabal el Braij, Houneh, Dunin, Aadchit e Souaneh». In mattinata le milizie filoiraniane avevano lanciato dal Libano diversi razzi contro due basi militari israeliane della Galilea, uccidendo una giovane soldatessa e ferendo altre otto persone.