Caos in Georgia, governo e filo-UE rivendicano la vittoria
Lo scontro tra l'opposizione filo-europeista e il governo accusato di volere un riavvicinamento alla Russia continua in Georgia anche dopo le elezioni parlamentari.
Entrambi gli schieramenti hanno rivendicato la vittoria basandosi su exit poll dai risultati opposti. Poi la Commissione elettorale centrale ha fornito i primi dati reali che hanno dato il partito governativo Sogno Georgiano in testa con il 53% sulla base dello scrutinio del 69% delle sezioni, realizzato con un nuovo meccanismo di conteggio elettronico.
Le tensioni non sembrano tuttavia destinate a sopirsi in questo piccolo Paese di 3,7 milioni di abitanti in posizione strategica a cavallo tra Europa e Asia. Le opposizioni hanno infatti accusato il governo di avere usato risorse dello Stato e mobilitato impiegati pubblici per assicurarsi la vittoria, e diversi incidenti ai seggi sono stati segnalati durante la giornata. Ora si aspetta il responso sulla correttezza del processo elettorale che verrà presentato domani dagli osservatori di una missione missione Osce-Odhir, che monitoravano circa 2.000 delle 3.000 sezioni.
Il clima rovente che si respira nel Paese è ben rappresentato dalle dichiarazioni dei due fronti dopo l'uscita degli exit poll. La presidente Salomè Zourabichvili, leader dello schieramento anti-governativo che a novembre concluderà il suo mandato, ha affermato che le opposizioni hanno vinto.
«La Georgia europea sta vincendo con il 52% nonostante tutti i tentativi di brogli», ha scritto su X la presidente. Sull'altro versante, anche Sogno Georgiano ha rivendicato la vittoria. «Succede raramente che un partito ottenga un tale successo in una tale difficile situazione», ha detto parlando ai suoi sostenitori il fondatore e attuale eminenza grigia della formazioni di governo, l'ex primo ministro Bidzina Ivanishvili.
Le valutazioni dei due schieramenti rispecchiavano i primi exit poll diffusi alla chiusura dei seggi alle 20 ora locale (le 18 in Italia) da media vicini all'opposizione e al governo. Secondo quello realizzato dall'istituto statistico Edison Research per la televisione dell'opposizione Formula, Sogno Georgiano, con il 40,9% dei voti, otteneva solo 67 seggi su 150 nel nuovo Parlamento.
Le varie formazioni dell'opposizione insieme si aggiudicavano invece il 51,9% dei voti e 83 seggi. La televisione filo-governativa Imedi ha invece diffuso i risultati di un exit poll che davano il partito di governo in vantaggio con il 56%.
Il primo ministro ungherese, Viktor Orban, non ha aspettato i risultati reali per prendere posizione e fare le congratulazioni al suo omologo georgiano, Irakli Kobakhidze, per quella che ha definito una «schiacciante vittoria». «Il popolo della Georgia sa cosa è meglio per il suo Paese e oggi ha fatto sentire la sua voce», ha scritto Orban su X.
La Georgia, così come la Moldavia dove domenica scorsa si è votato per le presidenziali e un referendum sull'adesione alla Ue, rappresenta un altro settore del fronte su cui si gioca la sfida tra la Russia e l'Occidente, nel pieno del conflitto in Ucraina. Sogno Georgiano, al potere dal 2012 quando scalzò il Movimento nazionale unito (Unm) dell'allora premier Mikheil Saakashvili, è accusato dalle opposizioni di avere impresso una decisa virata verso Mosca, con la quale Tbilisi ha combattuto una breve guerra nell'agosto del 2008.
A riprova di questo gli oppositori citano il varo di due recenti leggi sul modello di analoghe normative in vigore in Russia: quella sugli 'agenti stranieri' e quella che vieta la 'propaganda Lgbt'. La prima, approvata nonostante grandi proteste di piazza, ha portato tra l'altro al congelamento del processo di integrazione europea e a sanzioni americane.
Sogno Georgiano afferma di volere comunque continuare il percorso per entrare nella Ue. Il suo slogan elettorale era 'Dignità, pace e prosperità in Europa'. Ma le opposizioni accusano il partito di governo di avere rinunciato a questa prospettiva, puntando verso un'alleanza con la Russia.
A guidare la galassia dei partiti e movimenti di opposizione è la presidente filo-occidentale Zourabichvili, nata francese ed ex ambasciatrice di Parigi a Tbilisi. Recentemente Zourabichvili ha proposto un'iniziativa chiamata Carta Georgiana, che prevede, in caso di sconfitta di Sogno Georgiano alle urne, di riunire tutte le forze anti-governative in una coalizione che dovrebbe guidare il Paese per 12-18 mesi al fine di realizzare le riforme necessarie ad essere ammesso nella Ue, per poi tornare nuovamente al voto.