Il caso

Caos nei cieli: «Piloti, siete stanchi? Fate uno sforzo»

Fanno discutere le parole dell'amministratore delegato di Wizz Air Jozsef Varadi, ma la compagnia precisa: «La sicurezza è e sarà sempre la nostra priorità»
Marcello Pelizzari
10.06.2022 12:06

Siete stanchi? Vi consiglio di volare lo stesso. Di fare un ultimo, piccolo sforzo. Apriti cielo, in tutti i sensi. I piloti, furiosi, hanno reagito nel peggiore dei modi al suggerimento, nemmeno troppo velato, dell’amministratore delegato di Wizz Air, compagnia low cost ungherese al centro di molte, troppe cancellazioni di voli in questi giorni.

Jozsef Varadi, in un briefing interno, si è rivolto ai membri degli equipaggi e, più precisamente, a chi si è rifiutato di volare quando era troppo affaticato. «Siamo tutti stanchi» ha scritto. «Ma a volte è necessario fare il possibile».

Uno su cinque è stanco?

Fra carenza di personale e, appunto, cancellazioni di voli l’aviazione sta vivendo giornate concitate e caratterizzate dal caos. Varadi, però, ha puntato il dito contro i dipendenti. Affermando, fra le altre cose, che «non possiamo gestire questa attività quando una persona su cinque di una base si dichiara malata perché è affaticata».

La situazione, va da sé, sta pesando e non poco sulle casse di Wizz Air. Oltre al danno reputazionale, evidente, c’è quello economico rappresentato dai vari risarcimenti.

Immediata la risposta del sindacato dei piloti britannici. Il segretario generale Martin Chalk ha dichiarato che «anche una cultura di base della sicurezza includerebbe un amministratore delegato che sapesse supportare e lodare i piloti che fanno la cosa giusta e non operano quando sospettano di essere stanchi». E ancora: «Esorto il signor Varadi a chiarire che sosterrà qualsiasi pilota che sia abbastanza responsabile da non far volare passeggeri e membri dell’equipaggio quando soffre di stanchezza».

Le low cost nel mirino

Anche l’European Cockpit Association, organizzazione che rappresenta i piloti a livello europeo, si è schierata a favore degli equipaggi spiegando che incoraggiare qualcuno a volare quando è stanco è «come consegnare le chiavi dell’auto a un guidatore ubriaco». Di più, l’organizzazione ha esortato l’Autorità di regolamentazione dell’aviazione, l’EASA, ad agire come autorità di supervisione.

L’orario di lavoro massimo per piloti e personale di cabina è fortemente regolamentato. Di nuovo, nessun membro dell’equipaggio dovrebbe salire su un aereo se crede di essere così stanco da mettere in pericolo l’incolumità del volo.

I sindacati, d’altronde, da tempo hanno evidenziato rischi e pericoli legati alla fatica, in particolare a livello di compagnie low cost.

La risposta della compagnia

Wizz Air, tramite un portavoce, ha minimizzato le parole di Varadi o, meglio, le ha contestualizzate. Spiegando che quelle frasi sono state estrapolate da un discorso di quindici minuti. I problemi della catena di approvvigionamento stanno colpendo tutte le compagnie aeree, con conseguenze importanti sulla reperibilità e sul benessere del personale. Il vettore ungherese ha registrato un tasso di indisponibilità in termini di equipaggi piuttosto basso finora (4%). In questo contesto, l’amministratore delegato ha detto di «fare il possibile» per ridurre al minimo i disagi.

«Il che – ha ribadito Wizz Air – non significa compromettere la sicurezza. La nostra compagnia e il settore aereo sono altamente regolamentati e la sicurezza è, e sarà sempre, la nostra prima priorità. Abbiamo un sistema di gestione dell’equipaggio solido e responsabile che soddisfa le esigenze del nostro personale e ci consente di servire il maggior numero possibile di clienti nell’attuale, difficile ambiente».

Wizz Air recentemente ha cancellato diversi voli, in particolare nel Regno Unito, mentre l’incertezza che regna in questi giorni ha portato le azioni della compagnia a scendere di un altro 10% l’8 giugno. Nel tentativo di ridurre al minimo i disagi, il vettore aveva reclutato oltre 2 mila dipendenti in più nell’ultimo anno e annullato, preventivamente, alcune operazioni.

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