Italia

Caso Almasri: Giorgia Meloni è indagata per favoreggiamento e peculato

Lo annuncia direttamente la premier italiana via social – Avviso di garanzia anche per Piantedosi, Nordio e Mantovano
©SAUL LOEB / POOL
Red. Online
28.01.2025 17:26

La premier italiana Giorgia Meloni è indagata dalla procura di Roma per favoreggiamento e peculato per il rimpatrio del Comandante della prigione libica di Mittiga, Osama el Najeem detto Almasri. Ne ha dato notizia lei stessa via social.

«La notizia è questa» spiega Meloni in un video. «Il procuratore della repubblica Lo Voi, lo stesso del - diciamolo - fallimentare processo a Matteo Salvini per sequestro di persona, mi ha appena inviato un avviso di garanzia per i reati di favoreggiamento e peculato in relazione alla vicenda del rimpatrio del cittadino libico Almasri; avviso di garanzia che è stato inviato anche ai ministri Nordio, Piantedosi e Mantovano».

I fatti, stando alla ricostruzione della presidente del Consiglio, sono «abbastanza noti». Ovvero, «la Corte penale internazionale, dopo mesi di riflessione, emette un mandato di cattura internazionale nei confronti del capo della polizia di Tripoli. Curiosamente, lo fa proprio quando questa persona stava per entrare in territorio italiano, dopo che aveva serenamente soggiornato per circa 12 giorni in altri tre Stati europei. La richiesta non è stata trasmessa al Ministero italiano della Giustizia, e per questo la Corte d'appello di Roma decide di non procedere alla sua convalida. A questo punto, con questo soggetto libero sul territorio italiano, piuttosto che lasciarlo libero, noi decidiamo di espellerlo e rimpatriarlo immediatamente, per motivi di sicurezza, con un volo apposito come accade in altri casi analoghi. Questa è la ragione per cui la Procura indaga me, il sottosegretario Mantovano e due ministri».

«Io» conclude Meloni, «penso che valga ora quello che valeva ieri: non sono ricattabile, non mi faccio intimidire, è possibile che per questo sia invisa a chi non vuole che l'Italia cambi e diventi migliore ma anche e soprattutto per questo intendo andare avanti per la mia strada a difesa degli italiani soprattutto quando è in gioco la sicurezza della nazione. A testa alta e senza paura».

Domani in Senato, scrive fra gli altri il Corriere della Sera, è prevista un'informativa dei ministri della Giustizia Carlo Nordio e dell'Interno Matteo Piantedosi proprio sull'arresto, sul rilascio e sul rimpatrio del citato Almasri, ricercato appunto dalla Corte penale internazionale dell'Aia per crimini di guerra e contro l'umanità. Nordio, alcuni giorni fa, era stato accusato dall'Associazione nazionale magistrati di non aver risposto alle sollecitazioni della Corte d'Appello di Roma. Consentendo, quindi, di fatto alla liberazione del cittadino libico. 

Almasri era stato arrestato lo scorso 19 gennaio a Torino. Nei suoi confronti era stata emessa una red notice dall'Interpol su mandato dell'Aia. La Procura aveva inviato una prima informativa al Ministero della Giustizia, cui aveva fatto seguito una seconda informativa della Procura generale di Roma. Il 21 gennaio, trascorse le 48 ore permesse dalla legge per trattenere un ricercato e mancando una risposta del Ministero, Almasri era stato rilasciato e, contestualmente, espulso per i motivi indicati da Piantedosi. Una mossa, questa, preferita alla pronuncia di una misura cautelare in attesa di ulteriori passi.