Caso Harry: perché gli inglesi continuano a dar da mangiare a questi viziati coronati?
William Shakespeare, George Orwell, Virginia Woolf, Robert Burns, Charles Dickens, Oscar Wilde, giusto per citarne alcuni: la letteratura britannica ha dato così tanto alla cultura mondiale che adesso, forse per spirito di compensazione, ha deciso di regalare all'umanità Spare di Harry, duca di Sussex.
Un libro che, in un sapiente mix tra il Trono di Spade e Geordie Shore, narra le vicende di un privilegiato, perché di questo parliamo, il cui unico merito nella vita è stato quello di nascere nella famiglia giusta. Una famiglia che regolarmente mostra al mondo le varie sfumature della miseria umana, che evidentemente si possono tranquillamente raggiungere nonostante un'istruzione di primo livello e un conto in banca immeritatamente ingente. Aspetti, questi, che avrebbero dovuto creare quelle basi per far provare al giovane nobile l'ebbrezza di fare qualcosa di costruttivo nella propria vita, permettendogli inoltre di evitare l'incombenza del cercarsi necessariamente un lavoro per arrivare a fine mese.
Un racconto, quello del duca (appellativo che nel 2023 fa venire l'orticaria, a meno che non si parli di David Bowie), che riserva ampio spazio agli eventi tragici che hanno condizionato la sua vita, come la morte della madre Diana. Ma diamo una notizia: non è l'unico essere umano a cui sono successe tragedie ed episodi funesti. Ognuno di noi ha avuto difficoltà nella propria esistenza. E non abbiamo avuto scelta: le abbiamo dovute affrontare e superare. Forse con meno soldi, probabilmente con più dignità. Sotto traccia, senza il bisogno di spiattellare tutto al mondo intero.
Ma forse è proprio qui che sta il problema: se il buon Harry ha ritenuto che fosse una buona idea inscenare questo teatrino dell'assurdo è perché perfettamente consapevole che ci sono milioni di persone che, tra un Grande Fratello e un Temptation Island, trovano il tempo di interessarsi alle disagevoli vicende della famiglia reale. Un interesse che si traduce in una lauta monetizzazione. Tanto che la casa editrice Penguin Random House ha già annunciato come Spare sia «il libro di saggistica più venduto di sempre nel Regno Unito». Verrebbe da chiedersi se gli stessi acquirenti abbiano mai letto una sola pagina di uno degli autori britannici citati all'inizio di questo testo. Ma forse è meglio tenersi la curiosità per non abbandonare ogni speranza nell'umanità. Sì, probabilmente la colpa è nostra, che in fondo è come se fossimo i produttori che stanno finanziando e alimentando questo cinepanettone coronato.
La cosa più desolante è comunque constatare come in questi giorni, sui media e in ogni social imperino dibattiti su chi abbia ragione tra Harry e William, o sul ruolo della moglie Meghan. Eppure non si parla della questione che, almeno agli occhi esterni, sembrerebbe la più logica da porre: qual è il senso della Royal Family ai giorni nostri? Un nucleo di viziati litigiosi che, in mancanza di un'occupazione seria, ha usato i propri lauti benefici per accoltellarsi a vicenda e per perpetrare scandali, basti pensare al tanto recente quanto vergognoso caso Epstein che ha sollevato dai titoli regali il principe Andrea di York.
La stessa popolazione che non ha esitato a condannare l'Unione Europea a pochi anni dalla sua costituzione votando la Brexit, peraltro pagandone in prima persona le conseguenze economiche e sociali, ma che nel frattempo rimane succube e suddita di una famiglia che da secoli porta avanti politiche che, tra passate correnti filonaziste e colonialiste, potremmo definire perlomeno discutibili. Popolo strano, gli inglesi.
E allora, citando gli Oasis:
You're the outcast, you're the underclass
but you don't care beacuse you're living fast
You're the uninvited guest who stays 'till the end
I know you've got a problem that the devil sends
You think they're talking 'bout you
but you don't know who
I'll be scraping your life
from the soul of my shoe tonight
Forse non c'entra nulla, ma è comunque più interessante del libro di Harry.