Cassis: «La Svizzera vuole che l'ONU torni all'essenziale»
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La sfiducia degli Stati Uniti e di altri Paesi nei confronti dell'ONU «ci costringe a riflettere sulla crisi che il sistema sta attraversando», ha affermato oggi il consigliere federale Ignazio Cassis inaugurando a Ginevra la 58esima sessione del Consigli dei diritti umani delle Nazioni Unite. La Svizzera difende un multilateralismo «efficace, mirato e fondato sul principio di sussidiarietà».
Per il futuro dell'approccio multilaterale, «è necessario fissare degli obiettivi e vedere se è possibile raggiungerli», ha dichiarato Cassis all'agenzia Keystone-ATS, a margine del Consiglio. «Dobbiamo tornare all'essenziale quando si tratta del mandato dell'ONU e delle sue agenzie, che in termini finanziari pesano cinque volte di più dell'ONU stessa».
A suo avviso, le Nazioni Unite non devono «assumere un atteggiamento espansionistico se altre organizzazioni si stanno già occupando» di determinate questioni. Il capo del Dipartimento federale degli affari esteri (DFAE) vede ridondanze all'interno dell'ONU e tra questa e altre istituzioni, e chiede che le Nazioni Unite si attengano al «mandato» per cui sono state create.
Secondo Cassis, la mancanza di sostegno finanziario al multilateralismo da parte di alcuni Paesi potrebbe avere effetti produttivi in termini di riforma del sistema. Tuttavia, in mattinata, Cassis ha ribadito la preoccupazione della Svizzera per il disimpegno, senza menzionarli esplicitamente, di Stati Uniti, Israele e Argentina dal Consiglio dei diritti umani. Il ministro degli esteri svizzero ha espresso la sua preoccupazione perché - a suo dire - «il mondo sta perdendo i suoi punti fissi».
«I diritti umani sono una questione che riguarda tutti», ha aggiunto il capo del Dipartimento federale degli affari esteri (DFAE). Secondo Cassis, «ogni membro delle Nazioni Unite deve assumersi le proprie responsabilità».
Cassis si è detto preoccupato per le tensioni politiche internazionali, la riduzione dello spazio democratico, l'aumento delle crisi umanitarie e l'autoritarismo che colpisce ormai più della metà del pianeta.
I tagli di tre mesi agli aiuti internazionali da parte degli Usa hanno causato incertezza anche per la Ginevra internazionale. «Ciò è deplorevole», ha dichiarato Cassis. Secondo il Centro d'accoglienza della Ginevra internazionale (CAGI), diverse centinaia di impieghi saranno colpiti. Nel frattempo il Canton Ginevra ha annunciato un piano di sostegno d'urgenza da 10 milioni di franchi per le ONG.
«Non è questo il ruolo della Svizzera e non avrebbe la capacità di sopperire alla mancanza di finanziamenti da parte degli Stati Uniti», ha sottolineato. Cassis ha aggiunto che a sua volta la Confederazione è stata costretta a ridurre il suo sostegno agli aiuti internazionali. Altri Paesi stanno facendo lo stesso. «Non c'è più la medesima disponibilità finanziaria», ha proseguito il ticinese.
Il DFAE aveva anche annunciato tagli nel suo sostegno al Museo internazionale della Croce Rossa e della Mezzaluna Rossa (MICR) e della Brigata di sicurezza diplomatica della polizia ginevrina. «Stiamo discutendo con il Cantone e troveremo delle soluzioni», ha spiegato ancora Cassis.
Il consigliere federale non ha inoltre nascosto il suo «orgoglio» per il fatto che il Consiglio dei diritti umani sarà presieduto quest'anno, e per la prima volta, da uno Svizzero, ovvero l'ambasciatore presso l'ONU a Ginevra, Jürg Lauber.
Quest'ultimo, secondo Cassis, incarna l'impegno della Confederazione per i diritti umani e il dialogo multilaterale. Tale nomina fa seguito all'impegno assunto in questi ultimi due anni dalla Svizzera nel Consiglio di sicurezza dell'ONU.
«Durante tutto il nostro mandato, abbiamo ribadito instancabilmente l'importanza del diritto internazionale umanitario e dei diritti fondamentali come pilastri della pace e della sicurezza», ha sottolineato ancora il consigliere federale, assicurando che lo stesso spirito accompagnerà la presidenza svizzera dell'Organizzazione per la sicurezza e la cooperazione in Europa (OSCE) nel 2026.