Il caso

C'è chi ha tentato di far cambiare rotta a due aerei di linea israeliani

Entrambi i velivoli di El Al stavano sorvolando la Somalia quando si è verificata un'interferenza – L'ex capo dell'Autorità israeliana dell'aviazione: «Il modo di parlare del finto controllore ha apparentemente insospettito i piloti»
Marcello Pelizzari
20.02.2024 13:00

L'allarme, leggiamo, è stato lanciato dalla compagnia. Andiamo con ordine: lo scorso 17 febbraio, un Boeing 787 di El Al decollato da Phuket e diretto a Tel Aviv ha iniziato a ricevere comunicazioni sospette via radio mentre sorvolava la Somalia. L'equipaggio, a quel punto, ha deciso di cambiare canale. Scoprendo, non senza una certa sorpresa, che qualcuno aveva appena tentato di deviare l'aereo dalla rotta prestabilita. Di più, il vettore israeliano – riportano i media dello Stato Ebraico – ha subito un altro tentativo simile in questi giorni. Ahia. 

L'ex capo dell'Autorità israeliana per l'aviazione, Avner Yarkoni, ha fornito alcuni dettagli a Maariv: «C'è stata un'interferenza nella comunicazione da parte di qualcuno che era in contatto con l'aereo. Non so esattamente cosa sia stato detto e come».  E ancora: «Il modo di parlare del finto controllore ha apparentemente insospettito i piloti». Di fatto, l'equipaggio a bordo ha ricevuto istruzioni diverse rispetto alla rotta originaria. Lo stesso equipaggio ha deciso di ignorare le (false) istruzioni e di passare a mezzi di comunicazione alternativi. Ancora Yarkoni: «Questa cosa, evidentemente, è un problema, ma non bisogna preoccuparsi troppo. Gli aerei non cadono perché qualcuno cerca di interferire con l'equipaggio via radio. Se gli iraniani o chi per loro volessero abbattere un aereo di linea israeliano, non avrebbero certo bisogno di interferire con i piloti dicendo loro di virare a destra o a sinistra». Di nuovo: «Tramite queste interferenze, è vero, è possibile dirigere un aereo verso luoghi irragionevoli in termini di altitudine o rotta, con il conseguente rischio di collisione con altri aerei oltre allo spreco di carburante o tempo. Ma mettiamola così: con dei piloti attenti in cabina non succederà nulla».

Secondo El Al, un episodio simile si sarebbe verificato su un altro velivolo della compagnia durante il sorvolo della Somalia, mentre era in viaggio da Tel Aviv a Bangkok. Quanto al pericolo, per i cittadini israeliani, di volare con il vettore del Paese, una fonte interna alla compagnia ha spiegato al Jerusalem Post che, sopra la citata Somalia, per tutta la scorsa settimana ci sono stati problemi di comunicazione. Problemi che hanno colpito anche altri aerei, non solo quelli di El Al. 

Le autorità israeliane, da tempo, hanno informato gli equipaggi su queste intrusioni via radio. Chiedendo ai piloti di prestare particolare attenzione a una certa frequenza e di passare, in caso di dubbio, a metodi alternativi. Non è stato chiarito, per contro, chi ci fosse dietro agli attacchi ai due voli di El Al. Yarkoni, concludendo, ha definito molto lontana la possibilità che qualcuno, via remoto, possa impossessarsi di un aeroplano della compagnia di bandiera israeliana: «Nessun sistema informatico a bordo può offrire completa protezione, ma dobbiamo ricordare che, in ultima istanza, i piloti sanno come governare manualmente un velivolo».

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