Il caso

Cercapersone esplosi in Libano: spunta una misteriosa donna svizzera

Nel caso dei dispositivi mortali che hanno colpito i miliziani di Hezbollah emerge una fantomatica P. Ellenberg di Zurigo - Il suo nome è legato a una società a Hong Kong, ma dietro potrebbero esserci i servizi segreti israeliani
©X
Michele Montanari
04.10.2024 16:45

Un nome: P. Ellenberg. Un indirizzo, a Zurigo. E il numero di un passaporto svizzero. Sono poche le informazioni che legano una misteriosa donna svizzera al caso dei cercapersone di Hezbollah esplosi in Libano. Il suo nome, scrive il quotidiano norvegese VG, in un articolo realizzato in collaborazione con il Tages-Anzeiger, Paper Trail Media e Organized Crime and Corruption Reporting Project, è legato alla società Ellenberg Trading, con sede a Hong Kong, che sul suo sito internet afferma di offrire «un'ampia gamma di servizi di consulenza e gestione aziendale e di investimenti alla sua esclusiva clientela in tutto il mondo».

L'azienda, si legge, «è stata fondata da P. Ellenberg durante la pandemia di COVID19, con l'obiettivo di servire famiglie facoltose e individui ad alto patrimonio netto (HNWI: High Net Worth Individual) sia a livello locale che internazionale, per fornire il supporto e gli strumenti necessari per affrontare le loro molteplici sfide e per aiutarli a sfruttare le numerose opportunità che questi tempi complessi hanno creato nel campo finanziario». Stando al registro delle imprese di Hong Kong, la fondatrice e proprietaria dell'azienda abiterebbe nel centro di Zurigo.

Secondo i giornalisti di VG, la società potrebbe non essere mai stata attiva nel settore finanziario e ci sono indizi che possa essere coinvolta nel caso dei cercapersone esplosivi. La Ellenberg Trading avrebbe infatti effettuato pagamenti milionari a un'azienda bulgara, la quale a sua volta ha trasferito il denaro a una società ungherese. Uno strano giro di finanziamenti, come se qualcuno fosse interessato a nascondere dietro diverse società di comodo il pagamento per la produzione dei cercapersone. P. Ellenberg sarebbe dunque solo il primo anello di una catena di società bucalettere dietro alle quali si nasconderebbe un'operazione di servizi segreti israeliani imbastita per colpire Hezbollah.

I dispositivi di comunicazione vennero consegnati agli ufficiali e ai soldati dell’organizzazione islamista nel 2022, con gli esplosivi già nascosti nelle batterie. La Ellenberg Trading di Hong Kong avrebbe effettuato pagamenti per oltre 1,4 milioni di franchi a una società bulgara di proprietà di un norvegese. Quest’ultimo si trovava negli Stati Uniti quando i cercapersone, lo scorso 17 settembre, sono esplosi in Libano, causando numerosi morti e feriti. Da allora, l’uomo non è più rientrato in Norvegia, facendo perdere le sue tracce. Tornando ai pagamenti, il flusso di soldi è poi fluito dalla Bulgaria a una terza società, ungherese, la BAC Consulting, che si presentava come un produttore di cercapersone per la taiwanese Gold Apollo. La BAC Consulting, secondo il New York Times, sarebbe una società di facciata creata dai servizi segreti israeliani. Tutti i trasferimenti di denaro sono stati effettuati da un conto bancario israeliano della Mizrahi Tefahot Bank.

Ma che ruolo avrebbe nella faccenda la misteriosa P. Ellenberg? Secondo il Tages-Anzeiger questa fantomatica donna svizzera potrebbe non essere mai esistita. All’indirizzo zurighese indicato sulle carte aziendali è presente un edificio con un ristorante vietnamita al piano terra e un salone di bellezza al piano superiore. Il nome non compare su nessuna casella postale e su nessun campanello, mentre i vicini, interpellati dai giornalisti, non ne hanno mai sentito parlare. Anche alla Posta non risulta nessuna P. Ellenberg registrata a quell’indirizzo. Mentre per l’ufficio di tassazione zurighese non esiste nessuna donna con quel nome in tutto il cantone. Niente tracce pure sui social media.

I documenti per la costituzione della società a Hong Kong sono però firmati a suo nome, con tanto di numero di passaporto svizzero. La Fedpol, interpellata dal giornale zurighese, ha fatto sapere di non essere autorizzata a fornire informazioni sull'autenticità del numero di passaporto per motivi di protezione dei dati.