Il caso

Chatgate: «Le informazioni sugli Houthi provenivano da una fonte israeliana»

Le ultime rivelazioni sollevano dubbi sulla tesi dell'amministrazione Trump secondo cui nessuna informazione classificata è stata condivisa sulla chat di Signal, un'app non governativa disponibile al pubblico
©JIM LO SCALZO
Ats
27.03.2025 22:19

Israele ha fornito informazioni sensibili da una fonte umana in Yemen su un importante agente militare Houthi colpito in un attacco descritto dal consigliere per la sicurezza nazionale Mike Waltz in una chat di Signal con i vertici del team per la sicurezza nazionale USA: lo scrive il Wall Street Journale citando due funzionari americani, secondo cui dirigenti israeliani si sono lamentati privatamente con i colleghi americani del fatto che i messaggi di Waltz sono diventati pubblici.

Poco dopo l'inizio degli attacchi statunitensi, Waltz ha inviato un messaggio secondo cui un obiettivo chiave degli attacchi, un esperto di missili Houthi, era stato visto entrare nell'edificio dove abitava la sua fidanzata, poco prima che venisse distrutto. Il ruolo di Israele nel fornire informazioni che hanno aiutato a rintracciare il militante, scrive il WSJ, evidenzia la delicatezza di alcune rivelazioni nei messaggi e solleva dubbi sulla tesi dell'amministrazione Trump secondo cui nessuna informazione classificata è stata condivisa sulla chat di Signal, un'app non governativa disponibile al pubblico.

«Washington conservi la chat»

Un giudice americano, nel frattempo, ha ordinato all'amministrazione Trump di conservare i messaggi inviati tramite l'app di messaggistica Signal, in cui si discuteva di piani di attacco contro gli Houthi nello Yemen, resi pubblici dopo essere stati inavvertitamente condivisi con un giornalista.

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