Tecnologia

ChatGPT avrà un fratellino cinese: Baidu pronto a lanciare la propria AI

Il motore di ricerca in lingua cinese sarebbe pronto a lanciare il proprio strumento di intelligenza artificiale — L'obiettivo? Fare concorrenza agli altri giganti del web — Intanto le azioni della società salgono del 5,8%
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Giacomo Butti
30.01.2023 09:15

Dal suo debutto pubblico avvenuto nel mese di novembre, ChatGPT è sulla bocca di tutti. Come utilizzare l’incredibile intelligenza artificiale (AI) prodotta da OpenAI? Che impatto potrà avere su scuole e uffici? Da settimane, i centri formativi si preparano a fare i conti con uno strumento che, nelle mani di uno studente un po’ “furbetto”, potrebbe trasformarsi in una bella seccatura per l’istruzione.

Intanto, le aziende cercano di sfruttarne il potenziale positivo. Un po’ come Buzzfeed, che la scorsa settimana ha annunciato di voler integrare ChatGPT nei propri contenuti, generando quiz su misura sempre differenti. O come Microsoft, che sta spendendo miliardi per cercare di sviluppare applicazioni reali per l’intelligenza artificiale in grado di generare testi su input degli utenti.

Ora, rivela Bloomberg, anche il Dragone vuole seguire la moda. L’obiettivo? Dare a ChatGPT un fratellino cinese.

Un chatbot per rilanciarsi

Il principale motore di ricerca in lingua cinese, Baidu, segue da vicino ChatGPT. E, secondo Bloomberg (che cita fonti proprie), starebbe ora lavorando al proprio servizio di chatbot in tutto e per tutto simile a quello prodotto da OpenAI. Il lancio? Prestissimo: lo strumento — al momento ancora senza nome — dovrebbe essere disponibile già a partire da marzo e sarà incorporato da subito nei principali servizi di ricerca di Baidu, permettendo agli utenti di ottenere risultati tramite una conversazione con l’AI.

Con questa mossa, Baidu potrebbe recuperare terreno su società come Alibaba, Tencent Holdings e ByteDance: negli ultimi anni, i giganti del web cinese hanno dato filo da torcere al motore di ricerca, “soffiandogli” grosse fette di mercato nel mondo smartphone, fra pubblicità mobile, video e social media.

E le premesse sembrano buone. Dopo la rivelazione data dal portale di notizie statunitense, le azioni della società sono aumentate del 5,8%, il miglior risultato dell’ultimo mese.

Un interesse diffuso

Non è la prima volta che Baidu viene collegata allo sviluppo di nuove intelligenze artificiali. Il motore di ricerca cinese non ha nascosto di aver già speso miliardi con l’obiettivo di creare una AI in grado di permettere il salto dal “semplice” marketing online a qualcosa di più sviluppato. Ora, il passo sarebbe vicino. Secondo la fonte contattata da Bloomberg, Baidu starebbe utilizzando il suo “Ernie”, un modello di apprendimento automatico su larga scala addestrato negli ultimi anni, per dare vita alla propria versione di ChatGPT.

Le voci troveranno conferma? Presto lo scopriremo. Baidu non si è voluta esporre pubblicamente sul lancio di un chatbot cinese, ma le parole utilizzate lo scorso mese dall’amministratore delegato e fondatore, Robin Li, appaiono abbastanza rivelatorie. In una riunione dei vertici, discutendo del successo di ChatGPT, il CEO avrebbe detto: «Sono molto contento che la tecnologia su cui stiamo riflettendo ogni giorno possa attirare l'attenzione di così tante persone. Non è facile».

E i cinesi?

Ma che cosa ne pensa la popolazione cinese dei chatbot? ChatGPT non è ufficialmente supportata in Cina, ma gli utenti hanno trovato comunque il modo di aggirare le forti restrizioni imposte da Pechino. E online, sui social, si sono diffuse le prime interessanti conversazione avute dalla popolazione cinese con l'AI di OpenAI. Fra gli esempi più interessanti la conversazione avuta da un utente nel mese di dicembre, prima che Xi Jinping decretasse la fine della politica "zero COVID". Cosa succederebbe se la Cina ponesse fine alla zero COVID? «Se la Cina ponesse fine a Zero Covid, potrebbe portare a un'altra ondata di pandemia. A causa della presenza di una diffusione comunitaria e di casi asintomatici, il virus può diffondersi molto rapidamente. Questo potrebbe portare a un numero maggiore di persone che contraggono la Covid-19 e muoiono, oltre a causare shock ancora più gravi al sistema sanitario e all'economia». 

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