Che cosa ci faceva un Boeing 787 Dreamliner in Antartide?

Che cosa ci fa un Boeing 787, il cosiddetto Dreamliner, in Antartide? Bella domanda. E ancora: quanto è difficile atterrare su una pista completamente innevata, per non dire ghiacciata? Una risposta, unica, a questi quesiti l'ha data Norse Atlantic Airways, che mercoledì scorso – appunto – ha fatto atterrare un 787 in condizioni tutto fuorché normali. Quantomeno rispetto al solito. Ovvero, aeroporti e piste asfaltate. Il velivolo, infatti, si è posato lungo, citiamo, una «pista di ghiaccio blu» di tre chilometri. Ricavata e scolpita in uno dei luoghi più remoti, e complicati, della Terra.
Il Dreamliner, per la cronaca, è atterrato al Troll Airfield poco dopo le 2 del mattino. In pieno sole, visto che nell'emisfero australe ci stiamo avvicinando all'estate. Per il 787, un aereo a lungo raggio capace di trasportare fino a 330 passeggeri, a seconda della configurazione, si tratta di una novità assoluta: mai, finora, si era posato in quello che viene comunemente definito il sesto continente.
Detto ciò, i curiosi o coloro che già sognano un viaggio estremo si mettano (per ora, almeno) il cuore in pace: Troll non è una destinazione turistica, ma una stazione di ricerca del Regno di Norvegia gestita dall'Istituto polare norvegese. E il volo N0787 non era un regolare, e normale, volo passeggeri. Trasportava qualcosa come 12 tonnellate di materiale e attrezzature e 45 persone legate, appunto, alla stazione di ricerca. Di sicuro, il viaggio non è stato una passeggiata. L'aereo, partito da Oslo il 13 novembre, ha fatto scalo a Città del Capo, in Sudafrica, per poi dirigersi verso sud mercoledì sera.
L'aereo è stato scelto per l'ampio spazio di carico, come ha spiegato alla CNN Daniel Carey di Aircontact, l'azienda che ha organizzato lo spostamento. Un altro fattore determinante è legato all'efficienza in termini di consumi. L'aereo, per dire, è arrivato in Antartide ed è rientrato a Città del Capo senza dover fare rifornimento.
«È un grande onore e un'emozione per tutto il team Norse aver raggiunto insieme un momento epocale come l'atterraggio del primo 787 Dreamliner in Antartide» ha dichiarato in un comunicato l'amministratore delegato della compagnia norvegese, Bjørn Tore Larsen. «Nello spirito dell'esplorazione, siamo orgogliosi di aver partecipato a questa missione importante e unica. È una vera e propria testimonianza di come i nostri piloti ed equipaggi siano altamente addestrati e qualificati e di come i nostri aerei Boeing siano all'avanguardia».
Camilla Brekke, direttrice dell'Istituto polare norvegese, dal canto suo ha dichiarato che l'utilizzo di aerei più grandi rappresenta un modo più sostenibile per raggiungere l'Antartide, continente noto per la sua fragilità. «L'aspetto più importante – ha spiegato – è il guadagno ambientale che possiamo ottenere utilizzando aerei grandi e moderni». Aerei che «possono contribuire a ridurre le emissioni complessive e l'impronta ambientale in Antartide». E ancora: «L'atterraggio di un velivolo così grande apre possibilità del tutto nuove per la logistica a Troll e contribuirà anche a rafforzare la ricerca norvegese in Antartide».