Che cosa dice la Cina nel suo piano di pace?
Un piano cinese per la pace. Se ne parlava e discuteva da giorni, a maggior ragione dopo l’arrivo a Mosca del capo della diplomazia cinese Wang Yi. È stato presentato a un anno esatto dall’invasione russa dell’Ucraina. Vediamo, nel dettaglio, i dodici punti chiave.
Rispettare la sovranità di tutti i Paesi
Il diritto internazionale universalmente riconosciuto va osservato. Rigorosamente. La Cina include gli scopi e i principi della Carta delle Nazioni Unite. E ancora: vanno sostenute, con efficacia, la sovranità, l’indipendenza e l’integrità territoriale di ogni Paese. Tutti, agli occhi di Pechino, sono membri in egual misura della comunità internazionale. E tutti devono sostenere le norme fondamentali che regolano le relazioni internazionali, oltre a difendere l’equità e la giustizia internazionali. Secondo Pechino andrebbe promossa un’applicazione paritaria e uniforme del diritto internazionale. No, invece, ai doppi standard.
Abbandonare la mentalità della Guerra Fredda
La sicurezza di un Paese non dovrebbe essere perseguita a spese di altri, afferma la Cina. Né la sicurezza di una regione dovrebbe essere raggiunta rafforzando o espandendo i blocchi militari. Detto questo, i legittimi interessi e le preoccupazioni legate alla sicurezza di ogni Paese necessitano di attenzione. Per Pechino non esiste una soluzione semplice a un problema complesso. Tutte le parti dovrebbero, secondo una visione comune della sicurezza, contribuire a creare un’architettura di sicurezza europea equilibrata, efficace e sostenibile. Le parti, tutte, dovrebbero opporsi al perseguimento della propria sicurezza a discapito di quella altrui. Bisogna prevenire il confronto fra blocchi e lavorare insieme per la pace e la stabilità del continente eurasiatico.
Cessare le ostilità
La guerra a chi giova? A nessuno, afferma la Cina. Tutte le parti dovrebbero mantenere una certa razionalità e usare l’esercizio della moderazione, evitando di alimentare il fuoco e aggravare la situazione. Guai se questo conflitto sfuggisse ulteriormente di mano. Tutte le parti, ribadisce Pechino, dovrebbero sostenere la Russia e l’Ucraina affinché lavorino nella stessa direzione e riprendano il dialogo diretto al più presto. L’obiettivo, beh, è un cessate il fuoco globale.
Riprendere i colloqui di pace
Dialogo e negoziazione, dice la Cina, sono la sola, vera soluzione praticabile per risolvere la crisi ucraina. Ogni sforzo che intende trovare una soluzione pacifica va incoraggiato e sostenuto. La comunità internazionale dovrebbe impegnarsi e promuovere i colloqui per la pace, aiutare le parti in conflitto ad aprire la porta a una soluzione politica e, di nuovo, creare le condizioni quadro e le necessarie piattaforme per la ripresa dei negoziati. Pechino, al riguardo, afferma di voler continuare a esercitare un ruolo costruttivo.
Risolvere la crisi umanitaria
Le misure per alleviare le crisi umanitarie, di qualsiasi tipo, devono essere incoraggiate e sostenute. Le azioni umanitarie dovrebbero seguire i principi di neutralità e imparzialità mentre gli affari umanitari non dovrebbero essere politicizzati. Garantire efficacemente la sicurezza dei civili, istituire corridoi umanitari ed evacuare i civili dalle aree di conflitto. Sono necessari sforzi per espandere l’assistenza umanitaria alle aree colpite, migliorare le condizioni umanitarie e fornire un accesso umanitario rapido, sicuro e senza ostacoli per evitare una crisi umanitaria più ampia. Le Nazioni Unite dovrebbero essere sostenute nel loro ruolo di coordinamento nell’erogazione di aiuti umanitari nelle zone di conflitto.
Protezione dei civili e dei prigionieri di guerra
Tutte le parti in conflitto devono rispettare il diritto internazionale umanitario, astenersi dall'attaccare civili e edifici civili, proteggere donne, bambini e altre vittime del conflitto e rispettare i diritti fondamentali dei prigionieri di guerra. La Cina sostiene lo scambio di prigionieri di guerra tra Russia e Ucraina e spinge perché tutte le parti creino condizioni più favorevoli per questo.
Mantenere sicure le centrali nucleari
La Cina, con forza, si oppone agli attacchi armati alle centrali nucleari e ad altri impianti nucleari pacifici, invitando altresì tutte le parti a rispettare le leggi internazionali, inclusa la Convenzione sulla sicurezza nucleare, ed evitare risolutamente incidenti nucleari causati dall’uomo. La Cina sostiene l’AIEA quale promotrice della sicurezza e della protezione degli impianti nucleari pacifici.
Riduzione dei rischi strategici
Un punto cruciale, questo. Pechino è chiarissima: le armi nucleari non possono essere usate e la guerra nucleare non può essere combattuta. Occorre resistere alla minaccia o all’uso di armi nucleari. La proliferazione nucleare deve essere prevenuta e una crisi nucleare deve essere evitata. La Cina si oppone alla ricerca, allo sviluppo e all’uso di armi biologiche e chimiche da parte di qualsiasi Paese e in qualsiasi circostanza.
Facilitare le esportazioni di grano
Fra i problemi emersi durante questo anno di guerra c’è (stato) anche quello del grano ucraino. Secondo la Cina, tutte le parti dovrebbero attuare l’iniziativa sui cereali del Mar Nero firmata da Russia, Turchia, Ucraina e Nazioni Unite in modo completo, efficace ed equilibrato e sostenere le Nazioni Unite affinché svolgano un ruolo importante in tal senso. L’iniziativa di cooperazione per la sicurezza alimentare globale della Cina fornisce una soluzione fattibile alla crisi alimentare globale.
Stop alle sanzioni unilaterali
Le sanzioni unilaterali e la pressione che esercitano, per la Cina, non sono la soluzione. Pechino si oppone alle sanzioni unilaterali non autorizzate dal Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite. I Paesi dovrebbero smettere di abusare delle sanzioni unilaterali e della “giurisdizione a braccio lungo” contro altri Paesi. Così, farebbero la loro parte per ridurre la crisi ucraina e creare le giuste condizioni affinché i Paesi in via di sviluppo possano far crescere le loro economie e migliorare la vita della loro gente.
Mantenere stabili le catene industriali e di approvvigionamento
Un punto, questo, molto caro a Pechino considerando i problemi avuti a causa della pandemia e, appunto, della guerra. Tutte le parti, dice Pechino, dovrebbero mantenere seriamente l’attuale sistema economico mondiale e, di riflesso, opporsi all’uso dell’economia mondiale come strumento o arma per scopi politici. A tal proposito sono necessari sforzi congiunti per mitigare le ricadute della crisi. In particolare, bisogna impedire che la crisi interrompa la cooperazione internazionale nei settori dell’energia, della finanza, del commercio alimentare e dei trasporti e che, in definitiva, la crisi comprometta la ripresa economica globale.
Promuovere la ricostruzione postbellica
La comunità internazionale, conclude Pechino, dovrebbe adottare misure per sostenere la ricostruzione postbellica nelle zone di conflitto. La Cina, in questo senso, è pronta a fornire la necessaria assistenza e a svolgere un ruolo costruttivo in questo sforzo.