Il punto

Che cosa farà, ora, l'Ucraina con i 50 miliardi di euro dell'UE?

Kiev dovrà rispettare regole precise e scadenza, soprattutto non potrà utilizzare questi fondi per acquistare armi e attrezzature militari – Dalle priorità fissate dai 27 Stati membri alla questione Viktor Orbán, ecco tutto quello che c'è da sapere
© OLIVIER MATTHYS
Marcello Pelizzari
01.02.2024 16:30

L'Unione Europea, dunque, ha approvato all'unanimità il piano d'aiuti più massiccio mai adottato per un Paese terzo. Sì, proprio quelli, i 50 miliardi di euro su tre anni, dal 2024 al 2027, per sostenere l'Ucraina. Una somma, questa, che si aggiunge agli aiuti bilaterali e ai fondi già stanziati per Kiev sempre dall'Unione Europea, rispettivamente 51 e 83 miliardi. Fino all'ultimo, il primo ministro ungherese Viktor Orbán ha minacciato di far saltare il banco. Ribadendo la sua linea, dura se non durissima. Della serie: ma quali aiuti, se Kiev non potrà mai vincere questa guerra? Alla fine, ha rispettato il volere degli altri. Di tutti gli altri. 

Perché questi aiuti finanziari?

Una prima, semplice domanda sorge quasi spontanea: perché aiutare l'Ucraina anche finanziariamente e non soltanto fornendo armi? Risposta corta: perché un Paese invaso e in guerra non consiste soltanto nel suo esercito e in attrezzature militari. L'Ucraina, infatti, deve poter sostenere il suo prodotto interno lordo. Deve, insomma, reggere altresì sul piano economico. E politico. Concretamente, l'Unione Europea presterà a Kiev 33 miliardi di euro mentre i restanti 17 miliardi verranno semplicemente dati. 

Questi 50 miliardi di euro si aggiungono, come detto, agli aiuti bilaterali nonché alle donazioni o alla vendita di armi e attrezzature militari. Ursula von der Leyen, presidente della Commissione Europea, ha tagliato corto: «L'Ucraina sta combattendo coraggiosamente contro l'invasione russa e ha bisogno del nostro stabile sostegno finanziario per far fronte agli enormi costi che comporta una guerra». E ancora: «Saremo al fianco di Kiev per tutto il tempo necessario e saremo fedeli alla nostra parola. Oggi, proponiamo di fornire fino a 50 miliardi di euro tra il 2024 e il 2027 per aiutare l'Ucraina a resistere all'aggressione e a ricostruire un Paese moderno e prospero. Gli ucraini si stanno dirigendo con determinazione verso l'Europa. E la nostra Unione sostiene questa coraggiosa nazione nei suoi sforzi». Il denaro, questo denaro, sarà utilizzato anche per portare l'Ucraina a norma, al fine di aiutarla a soddisfare i criteri essenziali per la sua adesione all'UE, avviata formalmente nel dicembre 2023.

La Russia sperava in un'Europa spaccata?

La decisione, va da sé, è anche politica. E lancia un segnale fortissimo alla Russia: l'Unione Europea, mostrando unanimità e compattezza, ha dimostrato a Vladimir Putin che non è affatto divisa come il leader del Cremlino vorrebbe far credere. Certo, il percorso per arrivare a questo sì è stato complicato. E non privo di lotte intestine e fraintendimenti, per non dire peggio. Al di là delle concessioni fatte a Orbán, il fatto che questo «cavallo di Troia» del presidente russo sia salito a bordo del treno di aiuti diretto a Kiev è significativo. Per mesi, infatti, il primo ministro ungherese ha avuto un atteggiamento dinamitardo e irriverente nei confronti degli altri Stati membri e dell'Europa. È stato l'unico, innanzitutto, a sostenere apertamente la candidatura di Donald Trump alla Casa Bianca. Dichiarando, poco prima di questo fondamentale vertice europeo, che la guerra in Ucraina non sarebbe mai scoppiata se il tycoon fosse stato rieletto nel 2020. 

Non finisce qui, perché oltre a questo pacchetto di aiuti sull'arco di tre anni l'Unione Europea è pronta ad adottare un tredicesimo pacchetto di sanzioni economiche nei confronti di Mosca.

Come dovrà e potrà usare questi soldi Kiev?

Il piano di sostegno all'Ucraina, di per sé, è ben definito. Citiamo: è un «sostegno finanziario allo Stato sotto forma di sovvenzioni e prestiti». E ancora: il piano «garantirà finanziamenti stabili e sosterrà la redditività delle finanze ucraine, fornendo al contempo un quadro solido per la protezione del bilancio dell'UE». Il governo di Kiev, dal canto suo, dovrà allestire un cosiddetto piano per la ripresa, la ricostruzione e la modernizzazione del Paese. Dovrà, di nuovo, descrivere nel dettaglio le riforme e gli investimenti che intende attuare nell'ambito del processo di adesione all'UE. Tradotto: l'Ucraina dovrà sottostare a rigide condizioni e a un preciso calendario. Agli occhi dell'Unione, sarà fondamentale avviare riforme nella pubblica amministrazione, nello Stato di diritto, nella lotta alla corruzione (se n'era parlato anche a Lugano, d'altronde) e nella gestione delle finanze. 

Questo, evidentemente, a parole. Nella realtà, come sottolinea il Blick, sappiamo che la corruzione è un fenomeno massiccio in Ucraina. Tant'è che, mentre scriviamo queste righe, è in corso un'indagine sull'appropriazione indebita di circa 40 milioni di dollari per l'acquisto di armi. Una domanda, su tutte, rimane inevasa: a chi toccherà controllare, in loco?

E la questione Viktor Orbán?

Il fatto che l'intesa sugli aiuti da fornire a Kiev sia stata unanime è una buona notizia anche per la stesa Unione Europea. Vladimir Putin, dicevamo, da tempo spinge per indebolire o distruggere questa istituzione. Spingendo proprio sulle vere o presunte divisioni interne fra i 27 Stati membri. Non solo, il piano da 50 miliardi può essere letto come un ulteriore invito agli Stati Uniti, sempre più impantanati nel sostegno da fornire all'Ucraina. 

Detto ciò, Viktor Orbán continuerà a martellare per chiedere che i fondi di coesione dell'UE destinati al suo Paese, e attualmente congelati, vengano infine sbloccati. Ha già ottenuto una mezza promessa, in questo senso. Vera e propria spina nel fianco, al di là della concessione fatta per Kiev il primo ministro ungherese rappresenta una parte di Europa scettica, molto scettica nei confronti degli aiuti per Kiev. Una fetta di Europa che, alle elezioni europee di giugno, potrebbe ottenere molto.  

Con questi aiuti Kiev potrà acquistare armi?

Quanto alle armi, questi 50 miliardi non serviranno per acquistare attrezzature militari. L'UE, in questo senso, ha sbloccato 5,6 miliardi di euro dal febbraio del 2022, cui bisogna aggiungere 80 miliardi fra ordini, prestiti o donazioni direttamente dai Paesi membri. L'aiuto sull'arco di tre anni, leggiamo direttamente dal comunicato stampa diffuso dall'UE, alimenterà «un quadro di investimenti specifico per l'Ucraina, progettato per attrarre e mobilitare investimenti pubblici e privati per la ripresa e la ricostruzione del Paese». I fondi, ancora, finanzieranno anche «competenze sulle riforme, sostegno ai comuni e alla società civile e altre forme di assistenza bilaterale».

Il sostegno economico, in ogni caso, può tradursi anche in azioni concrete per contrastare l'invasione russa. Citiamo ancora dal comunicato: «Nell'ambito di questo pilastro, sarà possibile sostenere altre iniziative volte a rispondere all'aggressione russa contro l'Ucraina, in particolare per garantire il rispetto del diritto internazionale in relazione ai crimini commessi dalla Russia sul territorio ucraino».