Il caso

Che cosa sappiamo sul sommergibile Titan?

Passano le ore, continuano le ricerche: del mezzo utilizzato dalla compagnia OceanGate per esplorare il relitto del Titanic non si hanno più notizie da domenica — La situazione appare disperata
©OceanGate Expeditions
Giacomo Butti
20.06.2023 10:25

Nelle acque dell'Atlantico, fra Stati Uniti e Canada, è scattata una corsa contro il tempo. Da giorni non si hanno più notizie di un piccolo sommergibile — il Titan — utilizzato per "visitare" i resti del Titanic negli abissi oceanici. La notizia della sua scomparsa, e delle conseguenti ricerche, è stata diffusa ieri dai media anglosassoni. Ma i contatti con il mezzo e i suoi occupanti (cinque persone) sono stati persi già domenica, il giorno in cui è cominciata l'immersione che sarebbe dovuta durare solo una manciata di ore.

Come è scomparso il sommergibile? Chi c'è a bordo? E come possono essere salvati? Ecco che cosa sappiamo sin qui.

Un'avventura

Il Titan è stato progettato dalla compagnia OceanGate insieme a ingegneri della NASA e dal 2021 viene utilizzato, a cadenza annuale, per spedizioni alla scoperta del relitto del Titanic. Costituito principalmente da componenti in carbonio e titanio, il mezzo è in grado di raggiungere, nelle sue spedizioni, la profondità di 4 mila metri sotto il livello del mare (i resti del transatlantico affondato nel 1912 si trovano a circa -3.800 metri). Di dimensioni 6,7 m x 2,8 m x 2,5 m, il sommergibile è in grado di trasportare cinque persone: un pilota e quattro "membri d'equipaggio". L'avventura offerta da OceanGate Expeditions, rivela il sito ufficiale, prevedeva una missione di 10 giorni, 8 passati in mare. Il viaggio ha come base Terranova e i partecipanti hanno prima percorso 400 miglia nautiche per raggiungere il sito del relitto, che si trova a circa 900 miglia (1.450 chilometri) al largo della costa di Cape Cod, nel Massachusetts. 

Nelle ore seguenti la scomparsa, l'identità delle persone a bordo — non diffusa immediatamente dalle autorità — è stata ricostruita dai media. Fra i cinque, il miliardario britannico Hamish Harding, famoso per aver recentemente preso parte alla spedizione spaziale Blue Origin NS-21 a bordo del New Shepard, il razzo di Jeff Bezos. Nel 2021, con un altro sottomarino, aveva visitato la più profonda depressione oceanica conosciuta, il Challenger Deep nella fossa delle Marianne. L'account di una società di cui Harding è proprietario, la Action Aviation, ha pubblicato prima dell'immersione sul Titan un post sui social: «Il sottomarino è stato lanciato con successo e Hamish si sta immergendo»

Insieme a lui, lo stesso fondatore e numero della OceanGate Expeditions, Stockton Rush, e il pilota Paul-Henry Nargeolet (sommozzatore e già leader di diverse spedizioni verso il Titanic). L'identità degli ultimi due componenti della missione è stata scoperta nelle scorse ore. L'uomo d'affari pachistano Shahzada Dawood e suo figlio Suleman, secondo un comunicato diffuso dalla famiglia, si trovano sul Titan.

Il tempo a disposizione

Il sommergibile, riferiscono i media statunitensi, ha iniziato la sua discesa di due ore verso il relitto domenica mattina: il contatto con la Polar Prince, la nave di supporto che ha trasportato il mezzo sul sito di immersione, è stato perso dopo un'ora e 45 minuti di discesa. Quanto tempo c'è a disposizione per salvare l'equipaggio del Titan? La scheda tecnica del sommergibile stima un'autonomia, in ossigeno, di 96 ore. Insomma: se la missione è partita domenica mattina, il supporto vitale potrà sostenere l'equipaggio fino alle prime ore di giovedì.

Le operazioni di salvataggio

Le autorità americane, dicevamo, sono impegnate nella corsa contro il tempo. Guardia costiera e Marina statunitense sono aiutate dagli omologhi canadesi. Imbarcazioni, aerei e apparecchiature radar, riporta la CNN, scandagliano ininterrottamente la superficie, nel caso in cui il sommergibile fosse riemerso. Intanto, i sonar sono utilizzati per percepire i suoni sott'acqua. Ma trovare il sommergibile è una cosa, salvarlo è un'altra. «Il fatto che le squadre di ricerca non abbiano ancora avuto notizie del sommergibile scomparso non è di buon auspicio», ha spiegato Thomas Shugart (ex capitano di sommergibili della Marina) all'emittente statunitense. «Se avessero avuto un problema relativamente piccolo che li ha costretti a riemergere inaspettatamente, il radiofaro di localizzazione sarebbe già stato rilevato. Se invece si trovassero bloccati sul fondo per qualche motivo, non ho ancora sentito parlare di una capacità di salvataggio che possa riportarli indietro in tempo». I precedenti parlano chiaro: fra i salvataggi subacquei riusciti, quello più in profondità è avvenuto nel 1973, a "soli" 480 metri sotto il livello del mare. Roger Chapman e Roger Mallinson, rimasero nel Pisces III per 76 ore prima di essere finalmente riportati in superficie. Per fornire un rapporto: i sottomarini a propulsione nucleare operano solitamente attorno ai 250 metri di profondità, mentre i sommergibili della Marina specializzati nel salvataggio arrivano a effettuare operazioni fino ai 600 metri. Il Titan, tuttavia, potrebbe trovarsi in acque incredibilmente più profonde, probabilmente attorno ai 3.800 metri.

Al Guardian, un ufficiale della Royal Autralian Navy e un professore di ingegneria marina presso lo University College di Londra hanno spiegato: «I detriti del Titanic sono ancora dappertutto, si tratta di un'operazione pericolosa. Se il sommergibile è sceso sul fondo marino e non riesce a risalire con le proprie forze, le opzioni sono molto limitate: ci sono pochissimi mezzi che possono arrivare a quella profondità, e certamente non i sommozzatori»

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