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Che cosa sta succedendo, di nuovo, ai Campi Flegrei?

Nelle scorse ore, nell'area si è registrato quello che gli esperti hanno definito «il più importante sciame sismico degli ultimi 40 anni»
©CIRO FUSCO
Red. Online
21.05.2024 09:00

La terra nell'area dei Campi Flegrei ha ricominciato a tremare. E non poco. Secondo gli esperti, attualmente, nella zona è in corso quello che viene descritto come «lo sciame sismico maggiore degli ultimi 40 anni». Basti pensare che, dalle 19.51 di ieri sera, fino alle ore 00.31 di questa notte, si sono registrati circa 150 terremoti. Il più forte di questi di magnitudo 4.4 all'interno della Solfatara. Considerato anche il più potente mai registrato da quando, dal 2005, si è intensificato il fenomeno del bradisismo ai Campi Flegrei. Vale a dire, il lento sollevamento o abbassamento del suolo, accompagnato da attività sismica. 

L'evento, tuttavia, non è passato inosservato. E per ovvie ragioni. Come rivela l'Ansa, il record precedente risaliva al terremoto del 27 settembre scorso, quando venne registrato un sisma di magnitudo 4.2, di poco inferiore alla scossa rilevata nelle scorse ore. Anche in quel caso, la profondità venne individuata a 3 km, nell'area della Solfatara. 

«La terra sta continuando a sollevarsi al ritmo di due centimetri al mese, a un ritmo più alto dell'anno scorso, e sembrerebbe continuare di questo passo, purtroppo», ha dichiarato ieri sera il vulcanologo Mauro Di Vito, direttore dell'Osservatorio Vesuviano dell'Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia. «Dobbiamo aspettarci terremoti simili, dobbiamo seguire la crisi. Non posso fare previsioni ma c'è da aspettarsi che lo sciame prosegua», ha avvertito. 

Una previsione che, al momento, si è rivelata corretta. Ieri sera, dopo il terremoto più potente – di magnitudo 4.4 – registrato alle 20.10, si sono verificate numerose altre scosse, seppur lievi. Nel frattempo, sono stati riscontrati alcuni danni ad edifici, oltre che la caduta di qualche calcinaccio. 

In men che non si dica, dunque, sono state allestite aree di accoglienza per la popolazione. Tanti, tantissimi, i cittadini di Pozzuoli che hanno deciso di lasciare le loro case e di trovare riparo a bordo di auto parcheggiate lontano dagli edifici, oppure nelle due piccole tendopoli allestite dalla Protezione civile nella zona del porto e sul lungomare Pertini.  C'è chi ha trascorso la notte giocando a carte. Chi di fianco a un radio accesa, aspettando notizie sullo sciame sismico. Poi, all'alba, complice un repentino abbassamento della temperatura, molti hanno sfidato la paura, facendo ritorno a casa. In attesa che qualcosa, di nuovo, succeda. 

Nel frattempo, tuttavia, le scuole di Bacoli, Quarto, Monte di Procida, Qualiano e delle municipalità 9 e 10 di Napoli hanno deciso, per precauzioni, di chiudere almeno per oggi. «Sono scosse forti. Sono tante, ripetute. E capisco le vostre paure. Per questo, ho immediatamente convocato il Centro Operativo Comunale per affrontare tutte le eventuali criticità causate dalle ultime scosse di bradisismo», ha dichiarato in un post su Facebook il sindaco di Basoli, Josi Gerardo Della Ragione. «Ho deciso di chiudere tutte le scuole, pubbliche e private di Bacoli. E di ogni ordine e grado. È una chiusura precauzionale, per poter effettuare tutti i controlli necessari». 

Come detto, però, la terra nei Campi Flegrei continua a sollevarsi a un ritmo di due centimetri al mese. Secondo l'INGV (Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia) non ci sono state variazioni di andamento nelle deformazioni orizzontali o deformazioni locali del suolo diverse, rispetto all'andamento precedente. Di più, ricorda l'istituto, durante la crisi bradisismica del 1982-84, il sollevamento del suolo aveva raggiunto i 9 centimetri al mese, superando quota 1.300 eventi sismici al mese. Negli ultimi trenta giorni, invece, nell'area sono stati registrati «solamente» 450 eventi. 

Non solo. Secondo quanto rivela sempre l'INGV, i parametri geochimici «non mostrano variazioni significative rispetto agli andamenti degli ultimi mesi, se non il ben noto incremento di temperatura e pressione che caratterizza il sistema idrotermale». 

Anche in questo caso, dunque, restano bassi i rischi di un'eruzione imminente nell'area dei Campi Flegrei. Come dichiarato nel mese di settembre, quando venne registrato un altro importante sciame sismico, non vi sono evidenze o prove di risalita di magma verso la superficie. Nonostante l'INGV abbia sempre specificato che il super-vulcano in questione, «irrequieto» da oltre settant'anni, «ha la sua inarrestabile naturale evoluzione e, prima o poi, tornerà a eruttare». Ma quando, ovviamente, non si sa. 

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