Che cosa succede quando scatta un allarme bomba?
Sì, quella appena conclusa – in Francia – è stata una settimana nera, se non nerissima, per il trasporto aereo. Con diciotto aeroporti regionali, fra cui quello svizzero di Basilea-Mulhouse, presi di mira da continui e ripetuti allarmi bomba. Per tacere delle evacuazioni. Al Ministero dei Trasporti, in queste ore, più mani hanno raggiunto i capelli dalla disperazione. Anche perché, all’orizzonte, si profilano le vacanze autunnali. Un periodo notoriamente intenso.
Passata, per ora, la tempesta, è tempo di capire che cosa è successo. Di chinarsi, insomma, sulle minacce via e-mail recapitate agli scali dell’Esagono. La situazione è stata definita, senza mezzi termini, inaccettabile. Ogni singolo aeroporto è stato invitato a presentare un reclamo per ogni allarme ricevuto. Clément Beaune, ministro delegato ai Trasporti, ha passato il venerdì presso la sede dell’Autorità per l’aviazione civile francese (DGAC). L’obiettivo: fare il punto sulla sicurezza aeroportuale e su queste maledette allerte.
La domanda delle domande
Un punto necessario, per (ri)trovare altresì un equilibrio. Della serie: è giusto fermare tutto per una segnalazione che, alla prova dei fatti, si rivela uno scherzo? Bella domanda. L’obiettivo nell’obiettivo, come ha riferito l’AFP, è punire chi ha tirato troppo la corda. Millantando la presenza di bombe in un determinato scalo, ad esempio. Così Beaune: «I furbetti e i burloni che fanno giochi del genere sono in realtà dei grandi idioti e dei grandi delinquenti. E noi non gliela faremo passare liscia».
Il ministro della Giustizia, Eric Dupond-Moretti, si è accodato a Beaune affermando che «dietro questi allarmi ci sono ragazzi, piccoli burloni, che non hanno alcun senso di responsabilità». Di qui la necessità di intervenire. Con fermezza, anche.
La Francia, giova ricordarlo, dopo la morte di un insegnante ad Arras per mano di un giovane radicalizzato di origini cecene, Mohammed Mogouchkov, è in stato di massima allerta. E questo, banalmente, per il timore di nuovi episodi o atti terroristici. Un’allerta che riguarda, evidentemente, anche le principali attrazioni turistiche. Fra cui la reggia di Versailles, evacuata ben cinque volte questa settimana. Ancora il ministro della Giustizia: «Non possiamo permettere che questo accada, la gente ha bisogno di lavorare, di prendersi qualche giorno di riposo». Si sta creando, parola di Dupond-Moretti, «una psicosi di cui il Paese non ha bisogno».
«Guardate i vostri figli»
Gérald Darmanin, ministro dell’Interno, balzato agli onori della cronaca in questi giorni per aver attaccato frontalmente il calciatore Karim Benzema, accusato di avere legami stretti con i Fratelli Musulmani, ha suggerito ai genitori di «guardare i vostri figli». Giovedì, il ministro aveva parlato di 18 arresti in 48 ore in relazione agli allarmi bomba che hanno paralizzato il Paese. Il governo, d’altronde, aveva avvertito che ogni minaccia sarebbe stata segnalata. Questi «piccoli burloni», come sono stati definiti, rischiano sanzioni fino a 30 mila euro ma anche due anni di reclusione.
Una buona notizia, almeno, c’è. Venerdì, secondo l’Autorità per l’aviazione civile francese, i disagi sono stati minori rispetto al giorno precedente. Quando, in alcuni, scali, i viaggiatori hanno dovuto sorbirsi ritardi di ore e ore o cancellazioni di voli. In una nota alle compagnie aeree, in ogni caso, Eurocontrol ha espressamente chiesto ai vettori di adattare i propri piani di volo con breve, brevissimo preavviso a causa di «problemi di sicurezza» nei terminal degli aeroporti francesi.
Le false minacce e i falsi allarmi bomba, come ha spiegato a France 24 Flavien Bénazet, segretario generale del sindacato di polizia SNUIPN, non sono una novità. «È qualcosa di molto episodico, spesso legato all'attualità». Detto ciò, e venendo alla domanda che tutti, in questi giorni, si stanno ponendo, sebbene finora non sia stata confermata alcuna minaccia reale le segnalazioni vanno prese sul serio. Sistematicamente. «Non possiamo correre alcun rischio, quindi nessun allarme è preso alla leggera».