Il punto

Che cos'è il sarcofago di Chernobyl?

La nuova struttura, danneggiata da un drone d'attacco russo nella notte secondo quanto riferito dalle autorità ucraine, è stata completata nel 2016 al posto del primo, rudimentale involucro costruito dopo l'incidente nucleare del 1986
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Marcello Pelizzari
14.02.2025 10:15

Sarcofago. Una parola, questa, tornata di stretta, strettissima attualità dopo quanto avvenuto nella notte alla centrale nucleare di Chernobyl, in Ucraina, con un drone d'attacco russo che – secondo quanto ha spiegato il presidente ucraino Volodymyr Zelensky – ha colpito la struttura. La «nuova» copertura, completata nel 2016 e pensata per il cosiddetto reattore 4, «protegge il mondo dalle radiazioni» per dirla con il leader di Kiev. Il 26 aprile del 1986, a Chernobyl, si verificò un incidente nucleare in seguito all'esplosione del reattore 4. Un incidente dalle conseguenze catastrofiche, evidentemente.

Dopo l'esplosione della quarta unità, all'epoca, emerse con chiarezza e forza la necessità di isolare il reattore distrutto. Di qui la costruzione di un primo sarcofago in calcestruzzo e acciaio attorno all'unità. Una sorta di confinamento che, con il passare degli anni, non poteva però più garantire il compito per cui era stato progettato e costruito: proteggere, appunto, il mondo dalla fuoriuscita di radiazioni. L'urgenza di limitare la diffusione di materiali radioattivi spinse il personale dell'Unione Sovietica, fra maggio e ottobre del 1986, a costruire una struttura di contenimento attorno al reattore. Complice la mancanza di tempo, non fu possibile pianificare nel dettaglio le operazioni. Nel frattempo, gli altri tre blocchi della centrale continuarono a funzionare regolarmente fino al 2000.

In origine, il sarcofago fu progettato per durare trent'anni. Le piogge e le nevicate, tuttavia, con il passare del tempo indebolirono sempre più la struttura. Apparvero delle pericolose crepe, da cui iniziò a fuoriuscire materiale radioattivo. Focus, a suo tempo, aveva spiegato che l'interno del reattore numero quattro è un groviglio di metallo contorto, combustibile nucleare vivo e grumi di corium, una sostanza che ha l'apparenza della lava solidificata. Il corium si formò quando il combustibile fuso si mescolò con il metallo con cui veniva a contatto e con il pavimento di cemento su cui poggiava il reattore.

Negli anni Novanta, di riflesso, il governo ucraino promosse un concorso internazionale con l'obiettivo selezionare il miglior progetto possibile per sostituire il primo, rudimentale sarcofago. Vinse Novarka, un consorzio di imprese francesi, con i lavori che iniziarono nel 2012. A finanziare il cantiere furono oltre 40 Paesi e organizzazioni, fra cui anche la Svizzera attraverso la Segreteria di Stato dell'economia (SECO). Le prime, pesanti complicazioni nei rapporti fra Russia e Ucraina, nel 2014, ritardarono e non poco i lavori. Anche a causa del ritiro dei fondi e del personale specializzato della Federazione Russa. L'installazione del cosiddetto New Safe Confinement, il nuovo sarcofago, venne completata nel novembre del 2016. Il costo del citato New Safe Confinement venne stimato in 2 miliardi di euro, donati come detto da oltre 40 Paesi e organizzazioni. Sedici, in totale, gli anni di lavoro fra progettazione e costruzione vera e propria, con i ritardi come detto causati dalla complicata situazione politica in Ucraina. 

L'esplosione del 1986 fu tale da scoperchiare il tetto in cemento dell'edificio e, come noto, proiettare materiale radioattivo nel raggio di chilometri. L’area intorno al reattore è ampia quasi 2.600 chilometri quadrati e, proprio a causa delle radiazioni, da trent’anni è disabitata. Lo sarà pure nei prossimi decenni, dato che il livello di contaminazione e è ancora alto. Le conseguenze dell'incidente, dicevamo, furono catastrofiche: ancora oggi non esiste una stima, precisa, dei morti causati dall'incidente, anche a causa della politica dell'Unione Sovietica certo non votata alla trasparenza. Il New Safe Confinement è un doppio, mezzo cilindro d'acciaio alto quanto un palazzo di 30 piani e lungo come un campo da calcio. Dato che le radiazioni attorno al primo sarcofago erano (e sono) troppo forti per consentire agli operai di lavorare in sicurezza nelle immediate vicinanze, la nuova struttura fu costruita a distanza e, in un secondo momento, traslata tramite binari sopra la vecchia copertura del reattore. Il nuovo sarcofago è stato progettato per durare cento anni. Un tempo, di per sé, non troppo lungo anche perché parliamo di una struttura di acciaio. Il motivo è legato all'impossibilità di eseguire grandi opere di manutenzione. In questo senso, il drone russo non ha certo aiutato.