Che fine faranno i processi penali di Donald Trump ora che tornerà alla Casa Bianca?
Donald Trump è il nuovo presidente degli Stati Uniti. Della serie: a volte ritornano. E i suoi (tanti) processi? Un secondo mandato alla Casa Bianca, di fatto, risolverà i problemi legali del tycoon. Al momento, sono tre i processi penali aperti nei confronti del futuro leader americano. La rielezione, spiegano gli esperti, ne chiuderà due. Quelli, cioè, a livello federale. Il terzo, in corso nello Stato della Georgia, verrà verosimilmente sospeso. Non finisce qui: la definizione della pena per il caso Stormy Daniels, processo per il quale Trump è già stato dichiarato colpevole, con buona probabilità sarà pure rinviata.
Dicevamo dei due processi per reati federali, entrambi condotti dal consigliere speciale del Dipartimento di Giustizia, Jack Smith. Il primo, in corso a Washington, è legato al tentativo di sovvertire il risultato delle presidenziali e al conseguente assalto al Campidoglio del 6 gennaio 2021. Trump, nella fattispecie, è accusato di quattro reati, fra cui cospirazione, e rischia la prigione. Fino a vent'anni. Il secondo è decisamente più corpulento per quanto riguarda i capi d'accusa – sono addirittura quaranta – ed è legato ai famosi documenti riservati sottratti alla Casa Bianca e conservati nella villa di Trump di Mar-a-Lago, Florida.
Fra le tante, tantissime promesse fatte da Trump in campagna elettorale ce n'era una, in particolare, relativa ai suoi problemi legali: «Licenzierò Jack Smith in due secondi». E difficilmente le cose andranno diversamente: a gennaio, quando si accomoderà di nuovo alla Casa Bianca, il tycoon nominerà un nuovo procuratore generale. Ovvero, la persona che guiderà il Dipartimento di Giustizia e che, quindi, non solo potrà licenziare Smith ma altresì chiedere ai giudici incaricati dei processi a carico di Trump di chiuderli. Girando la questione, difficilmente Smith da qui a gennaio riuscirà a concludere i casi sui quali sta lavorando dal novembre del 2022.
E il processo in Georgia? Trump, in questo caso, è accusato di aver cercato di cambiare i risultati delle presidenziali 2020 nello Stato. Allo scopo di ribaltare l'esito generale. Il futuro procuratore generale non potrà, trattandosi di un caso statale, chiedere la chiusura del procedimento. Ma la causa al momento è sospesa. Il motivo? Un presunto conflitto di interessi della procuratrice distrettuale, Fani Willis. Di più, la squadra legale di Trump potrà richiedere l'archiviazione o la sospensione fino al termine del secondo mandato qualora il processo dovesse riprendere. Il fatto che gli interessi nazionali prevalgano su quelli di un singolo Stato, scrive il Post, fa sì che il presidente possa godere di una certa immunità e, quindi, che questa seconda richiesta, se caso, venga accolta.
Nel caso denominato Stormy Daniels, per contro, Trump era stato riconosciuto colpevole, lo scorso 30 maggio, di tutti e 34 i capi d'accusa. Il tycoon, secondo la giuria, aveva falsificato documenti contabili relativi alla campagna elettorale del 2016 per nascondere il fatto di aver pagato la pornostar Stormy Daniels affinché tacesse su una loro precedente relazione. Lo scorso luglio, il giudice Juan Merchan avrebbe dovuto pronunciare la pena. Ma la definizione è stata rinviata per ben due volte. Teoricamente, è possibile che Trump venga condannato a una pena detentiva fino a quattro anni. Come è possibile che al futuro presidente vengano inflitti altri tipi di pena: libertà vigilata, libertà condizionale, servizi sociali. E ancora: se Merchan dovesse davvero pronunciarsi, come da (nuovo) programma, il prossimo 26 novembre, anche se tutti si aspettano un nuovo rinvio, e dunque definire la pena, la squadra legale di Trump potrebbe chiedere la sospensione della stessa. E questo sempre per il fatto che gli interessi nazionali prevalgono su quelli statali o, meglio, affinché il presidente possa adempiere al suo mandato senza impedimenti.
In sede civile, concludendo, i tre processi in corso, come quello in appello per stupro e diffamazione della giornalista E. Jean Carroll, indicativamente andranno avanti come da programma. Il fatto che l'accusato sia il presidente degli Stati Uniti, tuttavia, cambierà e non poco le carte in tavola.