Che ne sarà, adesso, delle armi chimiche di Bashar al-Assad?
E adesso, che ne sarà delle armi chimiche? La domanda, dopo la caduta (e la fuga) di Bashar al-Assad, è più che mai lecita. Il regime di Assad, durante i tredici, lunghissimi anni di guerra civile che hanno martoriato la Siria, ha ripetutamente utilizzato queste armi, fra cui agenti nervini come il gas Sarin, contro le forze di opposizione ma anche contro la popolazione. A dirlo sia i rapporti di intelligence dei Paesi occidentali, come gli Stati Uniti, sia gli osservatori dei diritti umani. L'oramai ex presidente, nonostante le evidenze, ha sempre negato di aver fatto ricorso alle armi chimiche.
La domanda, dicevamo, è più che mai lecita. Anche perché, al netto degli sforzi della comunità internazionale per liberare la Siria dalle armi chimiche, le citate agenzie di intelligence occidentali e, nello specifico, quelle americane ritengono che il regime siriano disponesse ancora di alcune scorte e che le forze regolari le conservassero in siti di stoccaggio. Che fare, dunque? Al momento, nulla secondo quanto dichiarato alla BBC da un alto funzionario dell'amministrazione degli Stati Uniti. Detto in altri termini, Washington non prevede interventi in Siria per neutralizzare queste armi.
Il che, si badi, non significa affatto che l'America non monitorerà attentamente il problema. Anzi: stando all'alto funzionario, la neutralizzazione delle armi chimiche in Siria è una «priorità di primo livello» e qualcosa su cui si concentrano le competenze del governo statunitense. Lo stesso governo, tuttavia, starebbe esplorando altre opzioni per neutralizzare questa minaccia. L'alto funzionario ha aggiunto che Washington sta facendo tutto il possibile, compresa la collaborazione con i «partner» nella regione, per garantire che le armi non finiscano in mani sbagliate.
Le armi chimiche, come spiega fra gli altri la Segreteria di Stato dell'economia a proposito dell'omonima Convenzione internazionale, «sono prodotti chimici tossici e i loro precursori nonché le munizioni e i dispositivi per la loro diffusione». Di nuovo: «Per prodotti chimici tossici si intendono sostanze in grado di causare la morte, una temporanea incapacità fisica o danni permanenti agli esseri umani o agli animali. I precursori sono reagenti chimici che intervengono in una qualsiasi fase della produzione di sostanze tossiche. Le armi chimiche sono considerate armi di distruzione di massa e sono bandite dal diritto internazionale in virtù della Convenzione sulle armi chimiche».