Il punto

Chi avrà la maggioranza alla Camera degli Stati Uniti?

È una domanda che, in queste ore, anche Donald Trump probabilmente si sta facendo: le proiezioni danno i Repubblicani vincenti, ma il conteggio è ancora in corso
© AP/J. David Ake
Red. Online
07.11.2024 08:59

Donald Trump ha vinto. Eppure, mentre scriviamo queste righe non si sa (ancora) chi avrà la maggioranza, fra Democratici e Repubblicani, alla Camera nella prossima legislatura. Parentesi: martedì 5 novembre, negli Stati Uniti, si votava sia per il presidente sia per rinnovare i 435 seggi della cosiddetta Camera dei rappresentanti, come ogni due anni, e 34 dei 100 seggi del Senato. Il tycoon, al riguardo, può già abbozzare un primo sorriso: i Repubblicani avranno la maggioranza in Senato. Per la Camera, invece, toccherà aspettare. Ci sono infatti ancora diversi seggi in bilico e, appunto, potrebbero passare giorni e giorni prima di conoscerne la colorazione. 

I Repubblicani, rimanendo alla Camera, al momento sono in vantaggio con 206 seggi «sicuri». I Democratici sono invece a quota 191. La maggioranza si ottiene a quota 218. Molti dei seggi ancora vacanti sono in California, dove si prevede che i Repubblicani possano strappare qualcosa agli avversari. In occasione delle elezioni di midterm, nel 2022, i Repubblicani avevano ottenuto la maggioranza alla Camera (220 contro 212 seggi) mentre i Democratici avevano mantenuto il Senato (51 contro 49).

Il fatto che serviranno, probabilmente, diversi giorni prima di conoscere l'esatta composizione e colorazione della Camera non deve stupire: devono essere contati, ancora, molti voti inviati per posta mentre è plausibile pensare che, da una parte come dall'altra, assisteremo a ricorsi legali per contestare i risultati con margini piccolissimi. Detto ciò, le proiezioni indicano che i Repubblicani, alla fine, conquisteranno anche la Camera bassa del Congresso. In questo senso, la sicurezza (quasi sicumera) con cui lo speaker Mike Johnson ha annunciato che il suo Partito è vicino al controllo della Camera è significativa. «Man mano che arrivano altri risultati è chiaro che, come abbiamo sempre previsto, i Repubblicani sono pronti ad avere un governo unito alla Casa Bianca, al Senato e alla Camera» ha dichiarato ieri.

Anche in questo caso, comunque, in America e altrove si sta parlando del ruolo esercitato dai sondaggi. Sondaggi che non avevano previsto una affermazione così netta da parte di Donald Trump e, parallelamente, ritenevano che la Camera sarebbe stata Democratica. Arrivati sin qui, una domanda si impone: che cosa significa avere Camera e Senato di entrambi i colori o di schieramenti differenti? Riassumendo al massimo, significa allargare o limitare il raggio d'azione (e il potere) del presidente. I due rami del Congresso, infatti, approvano le leggi e le nomine di giudici e segretari. Nel caso specifico, se Trump non potesse disporre della maggioranza sia alla Camera sia al Senato si ritroverebbe a governare in modo molto meno snello. Dicevamo del Senato, già saldamente in mani Repubblicane. Grazie alla maggioranza in Senato, in ogni caso, Trump godrà di molti poteri esclusivi, tra cui la ratifica dei trattati internazionali e l'approvazione delle nomine di molti funzionari e dei giudici federali. Potrà, nello specifico, bloccare le nomine dei giudici della Corte Suprema e, allargando il campo, dare all'organo un orientamento più conservatore. Cosa che il tycoon fece, ad esempio, durante il suo primo mandato.