Chi è Craig Auringer, il «truffatore da 100 milioni» arrestato a Milano

Prestigioso arresto, oggi, a Milano. Un 52.enne canadese è stato arrestato dalla polizia locale. Sul suo conto pendeva un mandato di cattura della Procura di New York. Il suo nome è Craig Auringer, residente tra Gran Bretagna e Bahamas, ricercato internazionale per frode finanziaria. Fermato in via Manzoni, a pochi passi dall’hotel meneghino in cui alloggiava, Auringer pare abbia superato i controlli all’aeroporto di Malpensa. A tradirlo sarebbe stato invece un controllo «casuale» da parte degli agenti, a cui ha consegnato i documenti. Ora si trova in stato di fermo presso il carcere di San Vittore in attesa dell'estradizione.
L'uomo è ritenuto al centro di una manipolazione del mercato azionario e societario USA che ha generato, secondo l'accusa, oltre 100 milioni di dollari di proventi illeciti. Lui e gli altri membri della «banda» di speculatori internazionali - «The Group» - rastrellavano azioni di piccole società sul mercato e le «pompavano» presso altri investitori con campagne di promozioni fittizie usando false informazioni, rivendendole al massimo della loro quotazione.
Lo schema «Pump-and-Dump»
Il mandato di cattura del Dipartimento di giustizia di New York che riporta il nome di Craig Auringer è datato 14 aprile 2022. E riferisce del raggiro finanziario messo in atto da dieci persone con il metodo «Pump-and-Dump», una tipologia di frode che consiste nel far lievitare artificialmente il prezzo di un’azione a bassa capitalizzazione con l’obiettivo finale di vendere titoli azionari acquistati a buon mercato a un prezzo superiore. Il procuratore Damian Williams, aveva allora dichiarato: «Per anni gli imputati hanno guadagnato collettivamente oltre 100 milioni di dollari orchestrando schemi di manipolazione delle azioni di emittenti statunitensi quotati in borsa. Questi perniciosi schemi di pump-and-dump hanno arricchito gli imputati, causando al contempo un danno reale ai normali investitori al dettaglio, che hanno dovuto sopportare le perdite. Gli imputati si sono avvalsi di una rete di entità e di società di comodo situate in tutto il mondo, nel tentativo di mascherare la propria orchestrazione di questi schemi. Le accuse di oggi dovrebbero inviare un chiaro messaggio a tutti coloro che pensano di poter fare milioni gestendo schemi di pump-and-dump - non importa in quale parte del mondo vi troviate, e non importa quanti conti falsi e società di comodo offshore cerchiate di nascondere, il nostro Ufficio vi perseguirà con forza». Il vicedirettore dell'FBI, Michael J. Driscoll, ha aggiunto: «Gli schemi di manipolazione delle azioni come quello menzionato oggi servono a minare la fiducia nei nostri mercati finanziari e a creare un campo di gioco progettato per avvantaggiare illegalmente pochi avidi truffatori a spese di molti investitori onesti». Secondo le accuse, i 10 imputati hanno gestito uno schema globale che ha fruttato più di 100 milioni di dollari di proventi illeciti. «La nostra azione odierna dovrebbe servire a ricordare il nostro impegno a garantire mercati liberi ed equi per tutti gli investitori».
La SEC (Securities and Exchange Commission), l’organo di controllo finanziario americano, ha ricostruito il modus operandi di «The Group», la banda di speculatori internazionali che ha messo in atto il raggiro finanziario. Il sistema, come detto, consisteva nell’acquisire azioni di piccole società sul mercato internazionale a buon mercato per poi rivenderle a prezzi gonfiati (il «pompaggio», appunto). Per riuscire nell’operazione, la banda si serviva di investitori esterni e di campagne di promozioni fittizie usando false informazioni (il «dumping», lo scaricabarile). Le prime transazioni sospette risalirebbero al 2006, mentre il coinvolgimento di Auringer è collocato nel 2010 quale ricettatore di veicoli omnibus offshore. Il sito OffshoreAlert riferisce di 17 personalità, sedici individui e una società, che operavano in Paesi onshore e offshore inclusi Bahamas, Isole Vergini, Bulgaria, Canada, Isole Cayman, Cile, Croazia, Danimarca, Francia, Germania, Ungheria, Italia, Monaco, Spagna , Svizzera, Turchia, Regno Unito e Stati Uniti.
Il caso Jordan Belfort
In molti, leggendo di penny stock pensano subito a un nome: Jordan Belfort (e alla formidabile interpretazione di Leonardo di Caprio in The Wolf of Wall Street di Martin Scorsese). Uno dei broker (ex) di maggiore successo di Wall Street, arrestato nel 1998 per frode e riciclaggio di denaro dopo avere fondato la società di intermediazione di azioni Stratton Oakmont, che acquistava penny stock, ovvero azioni di società sconosciute valutate pochi centesimi di dollaro, rivendendole ai propri investitori dietro l’illusione di grandi guadagni. Adottando la tecnica del pump and dump di penny stock - con la quale si gonfia il prezzo di azioni che valgono pochi centesimi - Belfort ha truffato migliaia di investitori per più di 100 milioni di dollari. Il sistema di Belfort riuscì a perfezionarsi grazie alla presenza di Rathole, i «candidati», ovvero coloro che possedevano una parte dei titoli azionari promossi dal truffatore, ma solamente a titolo rappresentativo. La società contava su un team di operatori (simile a un call center) che spingeva gli investitori a collocare i loro soldi in titoli altamente speculativi. Al suo apice, si dice che la società abbia impiegato circa 1.000 agenti di cambio che sovrintendevano investimenti ad alto rendimento per oltre 1 miliardo di dollari. Belfort si è dichiarato colpevole di frode che sarebbero costati ai suoi investitori oltre 200 milioni di dollari.
Lo schema della Stratton Akmont era semplice. Acquistava le penny stock, azioni di piccole società fuori dal listino principale e con scarse prospettive di crescita. Quindi, abbindolava gli interlocutori ingannandoli con promesse false e informazioni fuorvianti sul reale valore delle azioni e sul livello di rischio degli investimenti. Così, faceva aumentare artificialmente il valore delle stock per poi vendere le proprie quote e farle crollare mandando in rovina gli stakeholder. La società era diventata in breve tempo una delle società di intermediazione finanziaria over-the-counter più grosse e spericolate degli Stati Uniti. Il fatturato della compagnia è arrivato a toccare punte di 25 milioni di dollari a semestre.