Regno Unito

Chi è George Galloway, il populista che ha sfruttato Gaza per tornare a Westminster

Vincitore a sorpresa, ma nemmeno troppo, delle suppletive a Rochdale, l'esponente del Partito dei Lavoratori ha impostato la sua campagna accusando tanto i Laburisti quanto Rishi Sunak di essere «complici del genocidio» – Intanto, la comunità musulmana sta esercitando sempre più pressioni
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Marcello Pelizzari
01.03.2024 18:45

In realtà, scrivono gli esperti, Rochdale è saldamente nelle mani del Partito Laburista. Questa circoscrizione elettorale a nord di Manchester, nel Regno Unito, in effetti è popolata da molti esponenti della cosiddetta working class. Quella dipinta in musica, fra gli altri, da John Lennon. Come è alta, parallelamente, la quota di elettori musulmani, secondo la tradizione legati proprio ai Laburisti. Com'è possibile, allora, che alle suppletive di giovedì, organizzate per eleggere un nuovo membro del Parlamento britannico dopo la morte del deputato Tony Lloyd, il Partito Laburista abbia subito una sconfitta storica e, allo stesso tempo, cocente? Bella domanda.

Chi è George Galloway

Le tensioni, legate in particolare alla guerra fra Israele e Hamas a Gaza, hanno avvelenato e non poco il clima. Al punto da trasformare la corsa in una vera e propria farsa. I Laburisti, per dire, hanno dovuto ritirare il loro candidato a poche settimane dal giorno X, il 29 febbraio, poiché accusato di antisemitismo. Così, siccome il Partito Conservatore e i Liberal Democratici in realtà non stavano lottando seriamente per il seggio, d'altronde Rochdale era e rimane una roccaforte dei Laburisti, figure politiche marginali e scomode, incredibilmente ma nemmeno troppo, hanno avuto campo libero. Tant'è che, alla fine, a spuntarla è stato il populista di sinistra George Galloway, esponente del Partito dei Lavoratori. Si è aggiudicato l'elezione con (quasi) il 40% dei voti. Tradotto: uno dei personaggi più controversi della politica britannica farà il suo ritorno a Westminster. 

Detto che i Laburisti, a suo tempo, avevano ritirato il loro candidato per le tante, troppe accuse di antisemitismo, il gruppo Campaign Against Antisemitism ha subito fatto notare il pessimo record di Galloway su questo fronte. Il neoeletto, infatti, più di una volta è stato protagonista di messaggi d'odio contro la comunità ebraica. Oggi 69.enne, in passato Galloway è stato un deputato dei Laburisti alla Camera dei Comuni, il ramo dominante del Parlamento britannico. Ma un duro litigio con Tony Blair, causato dalla guerra in Iraq, ne ha provocato l'espulsione. Ha servito il Paese, a Westminster, anche come rappresentante di Respect. A due riprese. Quindi, nel 2019, ha fondato il Partito dei Lavoratori. 

Ora, tornando al presente, ha ritrovato improvvisamente la luce dei riflettori. Incuneandosi fra l'elettorato di centrosinistra, i Laburisti volendo rimanere sul vago, e quello musulmano, grazie a una campagna aggressiva impostata sulle accuse al leader del Partito Keir Starmer e al primo ministro, il Conservatore Rishi Sunak, di essere «complici del genocidio a Gaza». Le posizioni di Galloway, durante la corsa, erano così estreme che ha tappezzato la circoscrizione di manifesti con (addirittura) la bandiera palestinese. 

Una volta eletto, Galloway ha dichiarato guerra allo stesso Starmer in vista delle elezioni generali della Camera dei Comuni, che verosimilmente si terranno in autunno. Puntando, una volta di più, sull'elettorato musulmano. «Questa è per Gaza» ha detto, riferendosi alla sua vittoria.

Il candidato complottista

Dopo la morte di Tony Loyd, a metà gennaio, la leadership nazionale dei Laburisti ha presentato in fretta e furia Azhar Ali. Senza, evidentemente, fare i compiti. Già, perché poco dopo l'invio del materiale elettorale e con il termine per la sostituzione dei candidati scaduto, è diventato virale un audio nel quale si può sentire proprio Azhar Ali diffondere teorie complottiste sul 7 ottobre. In particolare, il candidato ha affermato che Israele era a conoscenza dei piani di Hamas ma non avrebbe fatto nulla per evitare gli attacchi terroristici. Anzi, lo Stato Ebraico avrebbe consapevolmente consentito che i militanti irrompessero in territorio israeliano e compissero quella carneficina. Allo scopo, poi, di poter intraprendere un'azione dura contro i palestinesi a Gaza. Una teoria, appunto, tutto fuorché comprovata dai fatti. Ali, subito, si è scusato e almeno inizialmente il Partito Laburista sembrava intenzionato a confermarlo per Rochdale. Starmer, tuttavia, a un certo punto ha premuto il tasto stop. Creando un vero e proprio cortocircuito. Da un lato, era troppo tardi per nominare un sostituto. Dall'altro, il leader del Partito se n'è bellamente fregato. Interrompendo la campagna elettorale e annunciando che Ali, anche qualora fosse stato eletto, non avrebbe fatto parte del gruppo Laburista alla Camera dei Comuni. Chiamatelo ritiro, proprio così.

L'antisemitismo e la linea dura di Starmer

Starmer, sposato con una donna di religione ebraica, più volte ha sottolineato di aver sradicato un antisemitismo che, ai tempi del suo predecessore, Jeremy Corbyn, era piuttosto diffuso all'interno del Partito Laburista. Lo ha fatto applicando la cosiddetta tolleranza zero. Intanto, però, i Laburisti hanno sostituito un altro candidato per delle elezioni suppletive in programma a maggio. E questo perché, in occasione di una riunione interna, ha parlato male, malissimo di Israele. Definendolo un Paese «di m***a».

Se è vero che la questione Gaza ha avuto un peso anche alle recenti primarie del Michigan, negli Stati Uniti, il tema è certamente centrale anche nel Regno Unito. Gli attivisti filo-palestinesi stanno esercitando non poche pressioni sui parlamentari delle sezioni locali, mentre un recente voto per chiedere un cessate il fuoco fra Israele e Hamas ha prodotto scene certo poco edificanti alla Camera dei Comuni. A tutto ciò, ora, bisognerà aggiungere Galloway l'incendiario.