Il personaggio

Chi è Jack Smith, il procuratore speciale che si occupa di Donald Trump

Laureato ad Harvard, appassionato di triathlon, i colleghi lo definiscono un osso duro – In carriera ha vinto casi difficili e spinosi contro criminali di guerra, mafiosi e poliziotti corrotti
© MICHAEL REYNOLDS
Red. Online
02.08.2023 12:15

Jack Smith, il procuratore speciale degli Stati Uniti che ieri, martedì, ha ottenuto l'incriminazione di Donald Trump da parte del gran giurì per il tentativo dell'ex presidente di sovvertire il risultato elettorale delle elezioni del 2020, ha la reputazione del duro. In carriera, ha vinto casi difficili e spinosi contro criminali di guerra, mafiosi e, ancora, poliziotti corrotti. Nel presentare l’incriminazione, Smith ha definito l’assalto al Campidoglio del 6 gennaio 2021 «un attacco senza precedenti alla democrazia americana». Un attacco, soprattutto, «alimentato dalle bugie».

Non è la prima volta che un esponente della giustizia, quando c'è Trump di mezzo, guadagna la luce dei riflettori. Lo scorso marzo, ad esempio, si era parlato parecchio del procuratore distrettuale di Manhattan, Alvin Bragg. Quest'ultimo aveva incriminato Trump nell'ambito dell'affaire Stormy Daniels: l'ex presidente, nello specifico, era stato accusato di aver pagato 130 mila dollari per assicurarsi il silenzio della pornostar che, dal canto suo, aveva affermato di aver avuto una relazione con il tycoon.  

Smith, riferiscono le cronache, è un amante del triathlon. Per definizione, è uno che non molla mai. Ha partecipato a diversi Ironman e, verrebbe da dire, la sua tenacia si intravede anche sul lavoro: non teme di perseguire la verità, affermano colleghi ed ex colleghi. "È senza paura" ha dichiarato a Reuters Mark Lesko, un avvocato dello studio Greenberg Traurig LLP che ha lavorato con Smith presso l'Ufficio del procuratore degli Stati Uniti di New York. Questo caso, per contro, ha un peso specifico enorme rispetto a quelli cui ha lavorato, in passato, Smith. Banalmente, vede coinvolto un ex presidente degli Stati Uniti che, nel frattempo, sta pure cercando di riconquistare la Casa Bianca. Trump, era prevedibile, ha attaccato Smith sui (suoi) social media, definendolo uno "squilibrato". 

Laureato alla Harvard Law School, Smith non figura iscritto ad alcun partito. Ha cominciato la sua carriera nel 1994, presso l'Ufficio del procuratore distrettuale di Manhattan, sotto la guida di Robert Morgenthau, celebre per aver perseguito alcuni boss mafiosi. Quindi, nel 1999, Smith si è trasferito presso l'Ufficio del procuratore degli Stati Uniti, a Brookyln. 

Smith, fra gli altri casi, ha lavorato all'accusa di Charles Schwarz, uno dei tanti ex agenti di New York coinvolti in un caso di brutalità della polizia di alto profilo che coinvolgeva Abner Louima, un detenuto afroamericano aggredito con un manico di scopa dalle forze dell'ordine. Non solo, Smith ha pure ottenuto una condanna per omicidio contro Ronell Wilson: a capo di una gang di droga, uccise due agenti sotto copertura. Una Corte d'appello federale, per contro, ha annullato il verdetto della pena di morte.

Nel 2008, Smith ha lasciato New York per supervisionare le azioni penali per crimini di guerra presso la Corte penale internazionale dell'Aia, nei Paesi Bassi. Nel 2010, è tornato al Dipartimento di Giustizia americano per dirigere, fino al 2015, la sezione di integrità pubblica. Recentemente, Smith è tornato a occuparsi di crimini di guerra all'Aia, ottenendo la condanna di un ex comandante dell'Esercito di liberazione del Kosovo, Salih Mustafa, che gestiva una prigione in cui venivano praticate torture durante il conflitto di fine anni Novanta con la Serbia.

Lo scorso novembre, il procuratore generale degli Stati Uniti Merrick Garland ha infine nominato Smith quale procuratore speciale per supervisionare le indagini penali sulle azioni di Donald Trump in merito all'attacco al Campidoglio del 6 gennaio 2021 nonché sulla gestione e conservazione, da parte dell'ex presidente, di documenti governativi, compresi quelli classificati nella sua tenuta in Florida. Si è chinato sul suo nuovo lavoro dai Paesi Bassi, inizialmente, mentre si stava riprendendo da una frattura alla gamba: era stato centrato da uno scooter mentre andava in bicicletta. All'inizio del 2023, Smith è rientrato negli Stati Uniti. E il resto è storia recente: lo scorso 8 giugno, un gran giurì ha incriminato Trump per il caso Mar-a-Lago. Una prima storica, visto che mai un presidente in carica o un ex presidente era stato incriminato a livello federale per accuse penali. Ora, è arrivata l'incriminazione per i fatti del 2020 e per l'attacco a Capitol Hill del 2021. Il comune denominatore? Jack Smith, uno che non molla mai.