Il caso

Chi è Rita De Crescenzo, l'influencer napoletana dietro l'invasione di Roccaraso

Domenica scorsa oltre 200 pullman turistici hanno raggiunto la località montana dell'Abruzzo, spinti dai video della tiktoker 45.enne – Ma c'è anche chi punta il dito contro le agenzie di viaggi
Red. Online
31.01.2025 09:00

Chi è Rita De Crescenzo? E che cosa c’entra la 45.enne con la cosiddetta invasione di Roccaraso, località di montagna dell’Abruzzo presa d’assalto dai napoletani la scorsa domenica, con tutte le polemiche del caso pensando al concetto di overtourism e ai tanti rifiuti lasciati ovunque? In Italia, ma non solo, il caso sta avendo ampia eco.

De Crescenzo, tiktoker napoletana dall’accento inconfondibile, è considerata un’icona dei social. Aveva già guadagnato i riflettori e i titoli di cronaca, ma quest’ultimo episodio l’ha trasformata in un vero e proprio caso mediatico. Riavvolgiamo il nastro: domenica 26 gennaio, oltre 200 pullman turistici hanno «invaso» Roccaraso, gioiello dell’Abruzzo famoso per le sue piste da sci e distante un paio d’ore da Napoli. La località, decisamente piccola, è stata letteralmente messa in ginocchio. Tant’è che il Comune, considerando che sui social è già stata lanciata la «sfida» per una nuova invasione, ha varato misure restrittive per limitare l’arrivo di mezzi turistici.

D’accordo, ma chi ha orchestrato un’invasione di simili proporzioni? Chi, insomma, ha diretto in un certo senso quest’orda di turisti indisciplinati? Risposta: Rita De Crescenzo. L’influencer, forte dei suoi (quasi) due milioni e mezzo di follower concentrati a livello geografico nell’area di Napoli, aveva pubblicato alcuni video in cui mostrava le bellezze (innevate) di Roccaraso. Lo aveva fatto, al solito, con la sua verve e il suo fare travolgente. Di qui la corsa, forsennata, verso l’Abruzzo. La diretta interessata, al riguardo, ha spiegato: «Non mi sento responsabile dei disagi, ho solo detto che Roccaraso è un posto bellissimo. La gente è libera di muoversi come vuole. Non posso essere responsabile del comportamento degli altri». Quindi, a mo’ di provocazione, ha aggiunto: «Tornerò domenica prossima e continuerò a raccontare Roccaraso».

I follower e l’attività, appunto, di influencer – spiegano i media italiani – non sono tutto. O meglio: Rita De Crecenzo non è famosa soltanto per il suo stile da, ipse dixit, «svergognata» e per canzoni come Ma te vulisse fa na gara e Ballo, per tacere del suo marchio di abbigliamento (Svergognata Shop). No, la vita di Rita De Crescenzo è fatta anche di ombre. Nata e cresciuta nel quartiere Pallonetto di Santa Lucia, a Napoli, è rimasta incinta a soli dodici anni di Ciro Contini, un esponente di spicco della Camorra. Nel 2017, ancora, era stata arrestata con l’accusa di spaccio di droga. Un’accusa che, a suo dire, non avrebbe poi retto in tribunale: «Sono stata arrestata per aver parlato al telefono con le mie amiche, che ora si trovano in carcere» aveva raccontato. «Io le chiamavo solo per farmi restituire i vestiti. Ma sono stata assolta». Il suo nome era stato fatto nell’ambito dell’inchiesta che aveva portato in carcere vari membri del clan Elia, attivo nel suo quartiere.

Il successo, se così vogliamo chiamarlo, arriva nel 2020, grazie ai suoi video su TikTok. E alle sue frasi diventate, nel frattempo, tormentoni: «Ce la fai a combattermi? Mettiti la fascia in fronte e scendi in campo. Svergognata». La scalata, a suon di visualizzazioni, inviti, serate e a una notorietà che, a Napoli e provincia, è cresciuta a dismisura, per certi versi è stata inevitabile. Fuori dai social, però, la vita le ha presentato anche conti pesanti, se non pesantissimi. Nel 2022, ad esempio, il figlio più piccolo, oggi sedicenne, era scappato dalla comunità a cui era stato affidato dai servizi sociali: «Mio figlio sta in mano ai servizi sociali perché non andava a scuola e pure perché io tempo fa ho fatto delle pazzarie» aveva ammesso De Crescenzo in un video. «Ho sottovalutato la situazione. Ho torto. Ho torto assai».

Detto che Rita De Crescenzo è un personaggio divisivo – amata dai suoi follower e criticata da chi, nei suoi video e nei suoi comportamenti, individua i tipici stereotipi e simboli della cultura trash – c'è chi, nel bailamme generale, ha puntato il dito anche contro le offerte low cost di molte agenzie di viaggi. I prezzi per la domenica fuori porta a Roccaraso, infatti, andavano dai 20 ai 30 euro tutto compreso. Una sciocchezza. Di qui le considerazioni del deputato alla Camera in quota Alleanza Verdi e Sinistra Francesco Emilio Borrelli: «Questo non è né turismo, né socialità, né convivialità, è la sagra della maleducazione e del malcostume». Secondo il parlamentare «tutti hanno diritto a viaggiare, ma hanno anche il dovere di mostrare rispetto per le località che li ospitano. Queste agenzie, questi organizzatori possono davvero proporre questi prezzi? Oppure il tutto avviene in nero e con mezzi di trasporto non a norma? Si dovrà verificare. Sto preparando un esposto per richiedere verifiche sugli organizzatori di questi spostamenti, per capire se risultano ricevute e scontrini, se i mezzi di trasporto siano omologati, se sia tutto in regola».  

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