Chi è Rustem Umerov
Oleksii Reznikov, fino all'ultimo, ha difeso gli interessi del suo Paese. Nei prossimi giorni, ad esempio, avrebbe dovuto recarsi una volta ancora a Washington. Per chiedere all'America nuove armi all'Ucraina. Eppure, Volodymyr Zelensky nel fine settimana ha chiesto e ottenuto la testa del ministro della Difesa. Complice il vasto scandalo di corruzione che ha investito il Ministero. Zelensky ha motivato la decisione parlando della necessità, dopo 550 giorni di guerra, di «nuovi approcci» e «di altre forme di interazione sia con i militari sia con la società». Largo, dunque, al sostituto: Rustem Umerov. Ma chi è? Proviamo a tracciarne un profilo
La Crimea nel cuore
Umerov è nato in Uzbekistan, allora parte dell'Unione Sovietica, quarantuno anni fa. La sua famiglia aveva lasciato la Crimea in seguito alle famigerate purghe staliniane, salvo farvi ritorno negli anni Ottanta e Novanta, quando era ancora un bambino. Laureato in economia, un master in finanza, Umerov è stato eletto in Parlamento nel 2019, dopo aver avviato una brillante carriera come manager nel settore delle telecomunicazioni.
In Parlamento si è presentato come co-presidente di una piattaforma volta a disconoscere il referendum di annessione della Crimea alla Russia del 2014. Un referendum ampiamente boicottato dalla sua comunità, quella tatara. Anche perché, di lì a poco, Mosca avrebbe bandito il Mejlis, la tradizionale assemblea della minoranza musulmana, definendola un'organizzazione estremista. «I propagandisti russi hanno inventato la narrativa della divisione etnica della nazione ucraina per giustificare le loro azioni militari sul territorio del nostro Paese», le parole di Umerov.
L'avvelenamento
La mossa di sostituire Reznikov con Umerov, secondo alcuni, è legata proprio al fatto che quest'ultimo sia legato a doppio filo alla Crimea. E, di riflesso, all'impressione che, con Umerov quale ministro della Difesa, difficilmente Kiev farà concessioni all'eventuale tavolo delle trattative. Lo stesso Umerov, ad ogni modo, ha sempre svolto con profitto il suo ruolo di negoziatore. Dopo l'annessione della Crimea, ma anche in seguito all'invasione su larga scala dell'Ucraina da parte dell'esercito di Mosca, il neoministro ha preso parte ai colloqui con la controparte russa. Negoziando fra le altre cose lo scambio di prigionieri di alto profilo, come i capi del battaglione Azov a margine della caduta di Mariupol.
È evidente, considerando il curriculum, che lo ha visto protagonista anche durante i colloqui per l'accordo sul grano, nonché in Arabia Saudita e negli Emirati Arabi Uniti, che Zelensky ha piena fiducia in lui. Fosse anche solo per il fatto che, in seguito a un incontro con i russi nel marzo del 2022, ha mostrato segni di avvelenamento al pari del miliardario Roman Abramovich, offertosi per l'occasione come mediatore.
Il Demanio
Una fiducia, quella di Zelensky, tradottasi lo scorso settembre in una nomina importante, alla guida del Fondo per il Demanio. Un ruolo complicato, in Ucraina, Paese in cui il processo di privatizzazione è stato ed è caratterizzato proprio dalla corruzione. Un ruolo che, tuttavia, Umerov ha interpretato con grande entusiasmo e rettitudine, risanando il Fondo e ottenendo entrare da primato durante la guerra con la vendita di beni demaniali. Zelensky, parlando di lui, ha detto che «non ha bisogno di presentazioni».