Chi sono i ribelli siriani che hanno preso Damasco
Le forze ribelli guidate dal gruppo islamista Hayat Tahrir al-Sham (HTS), nella notte tra sabato e domenica, sono entrate nella capitale siriana Damasco, provocando la fuga del presidente Bashar al-Assad e prendendo il controllo del palazzo presidenziale, della sede della TV di Stato, dell'aeroporto internazionale e del carcere di Sednaya. Al momento non è chiaro che fine abbia fatto Assad, ma secondo alcune fonti potrebbe aver cercato di fuggire in Russia.
Un funzionario israeliano citato da Walla, ha fatto sapere che il presidente siriano è volato da Damasco alla base aerea russa di Hmeimim, nel governatorato di Latakia in Siria, con l'intenzione di proseguire per Mosca. Mentre un funzionario statunitense ha affermato che gli Stati Uniti hanno visto Assad lasciare la capitale, probabilmente per raggiungere la Russia. Lo stesso Cremlino ha fatto sapere che il presidente siriano «ha lasciato il Paese».
Nonostante non ci siano certezze su dove si trovi Assad, pare invece sicuro che il suo regime si sia sgretolato nel giro di poche settimane in seguito all’offensiva lampo guidata dall’HTS, iniziata con l’improvvisa conquista di Aleppo a fine novembre. Del gruppo ribelle fanno parte anche le milizie siriane sostenute dalla Turchia chiamate Esercito nazionale siriano (SNA). I combattenti - scrive la BBC - avrebbero avuto pure l’appoggio di alcuni militari di Assad passati all’opposizione.
Il gruppo islamista HTS è considerato un'organizzazione terroristica dall'ONU e da diversi Paesi, tra cui gli Stati Uniti. Il movimento è stato fondato nel 2011 sotto il nome di Fronte al-Nusra, un’organizzazione affiliata ad al-Qaeda. Anche l’allora leader dell’ISIS Abu Bakr al-Baghdadi, deceduto in Siria nel 2019, era stato coinvolto nella formazione del gruppo.
Nel 2016, l’attuale leader, Abu Mohammed al-Jawlani, ha rotto pubblicamente i legami con al-Qaeda, annunciando la scissione dal Fronte al-Nusra per fondare il gruppo Jabhat Fatḥ al-Sham. Questo nel 2017 si è fuso con quattro formazioni minori, assumendo l’attuale nome di Hayat Tahrir al-Sham . Negli anni successivi nella HTS sono confluiti altri gruppi decisi a combattere il regime di Assad.
Sebbene la nuova formazione dichiari di essersi «consensualmente separata» da al-Qaeda, numerosi analisti esperti di Medio Oriente sostengono che le due organizzazioni, di stampo salafita, permangano in stretto legame. Il gruppo siriano starebbe agendo in tal modo per ricevere un maggior sostegno internazionale e la rimozione dagli elenchi delle organizzazioni terroristiche. Gli Stati Uniti nel 2013 hanno designato il leader Abu Mohammed al-Jawlani un «terrorista globale», affermando che al-Qaeda in Iraq gli aveva affidato l'incarico di rovesciare il regime di Assad e di instaurare la legge islamica della sharia in Siria.
L’HTS da diversi anni ha stabilito la sua base di potere nella provincia nord-occidentale di Idlib, dove di fatto costituisce l'amministrazione locale, sebbene i suoi sforzi per ottenere legittimità siano stati offuscati da presunte violazioni dei diritti umani.
Dopo la rottura con al-Qaeda, l’obiettivo del gruppo pare essersi limitato a cercare di stabilire un governo islamico fondamentalista in Siria, anziché un califfato più ampio, come ha cercato di fare, senza successo, l'ISIS.
L’offensiva delle ultime settimane è apparsa come un fulmine a ciel sereno, visto che da quattro anni la guerra in Siria, scoppiata nel 2011, sembrava essersi spenta, a parte isolati disordini soprattutto nel sud del Paese. L’accordo di cessate il fuoco del 2020, mediato dalla Russia alleata chiave di Assad, e dalla Turchia, che fino ad allora sosteneva i ribelli, di fatto ha retto fino allo scorso novembre.
Il potere del presidente Bashar al-Assad è stato sostanzialmente incontrastato nelle principali città del Paese, mentre altre parti della Siria sono rimaste fuori dal suo diretto controllo. Assad, per mantenere il potere, più che al poco motivato e mal equipaggiato esercito, ha fatto principalmente affidamento sulla potenza aerea russa e sulle truppe filo-iraniane schierate in Siria.
L’impegno di Mosca nella guerra in Ucraina e gli attacchi israeliani ai gruppi legati all’Iran, Hamas a Gaza e Hezbollah in Libano, potrebbero aver indebolito le forze di difesa di Assad, spingendo i ribelli ad agire all'improvviso, fino alla conquista di Damasco.