Chiamata alle armi: gli stranieri che vanno a combattere in Ucraina

Inglesi, americani, tedeschi, olandesi. Tra loro ci sono ex militari, idealisti, «turisti» e mercenari, ma anche militanti dell’estrema destra. Secondo il presidente ucraino Volodymyr Zelensky sono almeno 16 mila i volontari della Legione internazionale, che riunisce i volontari stranieri intenzionati a combattere insieme all’esercito di Kiev contro i russi. «Chiunque vuole unirsi alla difesa dell’Ucraina, dell’Europa e del mondo può venire e combattere fianco a fianco con gli ucraini contro i crimini di guerra russi», è stato l’appello di Zelensky, al quale hanno aderito volontari da tutto il mondo.
Secondo il quotidiano Il Foglio, che cita diversi media internazionali, sono soprattutto americani e canadesi ad aver risposto con più slancio all’appello. E diversi Governi hanno già annunciato che non faranno nulla per ostacolare chi intende partire. Tra questi quello canadese, quello danese e quello norvegese, mentre il Dipartimento di stato americano non ha rilasciato alcuna dichiarazione ufficiale. Il ministro degli Esteri inglese, Liz Truss, ha detto che sostiene chi vuole andare a «difendere l’Ucraina e l’Europa». I governi slovacco e australiano hanno invece frenato.
Chiamata alle armi
Nel frattempo, sui social è possibile trovare tutte le informazioni per arruolarsi. L’agenzia di stampa ucraina Ukrinform ha pubblicato un «vademecum» in cui spiega che per arruolarsi è necessario prendere contatto con l’ambasciata ucraina del proprio Paese, muniti di passaporto e di documenti che confermino esperienza militare o nelle forze dell’ordine. A quel punto vengono fornite le istruzioni per unirsi alla «Legione Internazionale di difesa territoriale dell’Ucraina». Ovviamente, fra i volontari più richiesti ci sono quelli con esperienze militari e stando a diversi media ci sono stati casi in cui alcuni candidati sono stati respinti.
La presenza di volontari stranieri sul territorio ucraino non è una prima per il Paese: dal 2016 il regolamento dell’esercito ucraino prevede la possibilità di un arruolamento di personale straniero «secondo un contratto su base volontaria». Nel Paese è inoltre attiva la Legione georgiana, che dal 2014 si occupa anche di addestrare civili e volontari alle tattiche di guerra.

Dalla Svizzera? È vietato
Stando al 20Minuten, che ha citato una fonte vicina all’ambasciata ucraina, due persone si sarebbero annunciate dalla Svizzera, ma non è chiaro se si tratta di cittadini elvetici. Va tuttavia ricordato che un cittadino svizzero che volesse andare a combattere all’estero senza l’autorizzazione del Consiglio federale rischia fino a tre anni di carcere. L’articolo 94 del codice penale militare punisce infatti «l’indebolimento della forza difensiva del Paese». In Ticino, lo ricordiamo, nel marzo dello scorso anno il «foreign fighter» locarnese Johan Cosar era stato condannato in Appello per aver violato la legge militare svizzera, arruolandosi in un esercito di guerriglieri e combattendo in Siria, paese d’origine della sua famiglia. All’ex sergente dell’esercito svizzero era stata inflitta una pena pecuniaria sospesa di 70 aliquote giornaliere da 50 franchi ciascuna, più una multa di 500 franchi, pena la carcerazione. Nonostante la Corte di primo grado avesse riconosciuto il suo agire per motivi onorevoli, il suo agire «avrebbe potuto mettere a rischio la neutralità elvetica».
Alcune voci
La Reuters ha raccolto le parole di un 23.enne di New York: «Non voglio essere un eroe né un martire, voglio fare la cosa giusta, so cucinare, so come aggiustare i motori, so tenere in mano un’arma da fuoco». All’agenzia Ansa ha invece parlato un 35.enne volontario italiano: «Né soldi, né gloria: non sono Rambo, anche se ho esperienze militari e di antiterrorismo, parto per difendere gli ideali e soprattutto i bambini».