Come i cambiamenti climatici intensificheranno le turbolenze in aereo
Immaginiamo di essere su un aereo. Dopo aver prontamente allacciato le cinture, decolliamo. Guadagniamo sempre più quota, mentre il mondo sotto di noi rimpicciolisce, fino ad attraversare le nuvole. Qualcuno si rilassa e chiude gli occhi pronto a godersi il volo. Qualcun altro aspetta solo che il fatidico segnale luminoso si spenga per potersi finalmente slacciare la cintura, mentre c'è chi dell'aereo ha troppa paura e cerca di distrarsi nei modi più disparati, con le letture dei magazine riposti nelle retine dei sedili, o contando trepidante i minuti che mancano al passaggio del carrello con cibo e bevande. Mentre siamo assorti ognuno nei propri pensieri, nelle proprie paure, o nelle proprie chiacchiere, ecco improvvisamente lei. La turbolenza. Qualcuno finge di non notarla, qualcun altro invece si guarda attorno visibilmente terrorizzato cercando conforto sul volto delle hostess che, con disinvoltura, procedono con il proprio lavoro. La turbolenza, impossibile da non notare se forte, per un attimo si insinua nell'esperienza di volo di tutti i passeggeri e membri dell'equipaggio, fino a quando non ritorna la calma. Se fenomeni di questo tipo sono frequenti ma non troppo, la cattiva notizia è che fra qualche anno, a causa dei cambiamenti climatici, vivremo voli molto più «turbolenti» di quanto non lo siano mai stati fino ad ora. Ecco per quale motivo.
Danni ingenti
Tutti, chi più e chi meno, abbiamo già fatto i conti con le turbolenze nel corso dei propri viaggi tra le nuvole. Dopotutto, l'aereo quando vola attraversa corpi d'aria che si scontrano e si muovono a velocità molto diverse, portando a questo fenomeno. Sebbene il personale di volo in queste occasioni cerchi di mantenere un aspetto sereno, i casi più forti di turbolenza possono rappresentare una sfida anche per i piloti più esperti. Fortunatamente, anche nei casi più gravi, l'esito peggiore è un viaggio più movimentato rispetto alla norma, ma come si legge sulla CNN, in alcuni casi sono stati segnalati anche danni e lesioni a passeggeri ed assistenti di volo. Nessun incidente mortale, quindi. Anche se durante i cinque minuti di una turbolenza, che possono apparire come un'eternità, ci si può fare molto male e non solo. Come sostiene la Federal Aviation Administration statunitense, i costi che le compagnie aeree del Paese devono pagare per questi incidenti possono ammontare annualmente fino a 500 milioni di dollari all'anno.
Tre gradi di intensità
Come ben sappiamo, tuttavia, non tutte le turbolenze si assomigliano. Anzi: differiscono per intensità e durata. A volte sono leggere, quasi impercettibili. Altre volte irruente e spaventose. Come spiega alla CNN Paul Williams, professore di scienze atmosferiche presso l'Università di Reading nel Regno Unito, si tratta di una caratteristica del tutto normale, dal momento che esiste una scala precisa per misurare la forza di una turbolenza. «Ci sono turbolenze leggere che mettono a dura prova le cinture di sicurezza, ma non intaccano il lavoro della ristorazione, che può continuare senza interruzioni. In casi di questo tipo, tendenzialmente, si può anche camminare in cabina, anche se con qualche difficoltà», chiarisce il professore. A un livello successivo troviamo invece le turbolenze moderate, che non solo obbligano a mantenere le cinture di sicurezza allacciate, ma creano difficoltà anche a tutti quegli oggetti che non sono ben fissati - basti pensare al traballante bicchierino con il caffè o il succo di frutta sul tavolino, che spesso in queste occasioni ci viene intimato di chiudere. In questi casi, camminare può risultare difficoltoso, e spesso gli assistenti di volo interrompono le loro mansioni per accomodarsi sui loro sedili speciali. «Il tipo peggiore di turbolenza a cui possiamo assistere - continua il professore - è quella di livello grave. È più forte della forza di gravità, quindi può bloccare le persone ai sedili». In questi casi indossare le cinture di sicurezza è fondamentale per non essere sballottati all'interno della cabina. «Si tratta del tipo di turbolenza che provoca le lesioni più gravi. Può rompere le ossa, per esempio», aggiunge William. Sono diversi, infatti, i casi noti di assistenti di volo - ragionevolmente più esposti a questo genere di incidenti - che hanno riportato fratture agli arti, a volte così gravi da essere costretti a interrompere con anticipo la propria carriera lavorativa.
Turbolenze gravi triplicate
Ma se le turbolenze possono variare per intensità e durata, per quale motivo dovrebbero diventare più frequenti? La risposta, neanche a dirlo, è da ricercare nei cambiamenti climatici che stanno investendo il nostro pianeta. Come riporta l'emittente statunitense, negli Stati Uniti sono circa 65.000 gli aerei che ogni anno subiscono una turbolenza moderata, mentre sono "solo" 5.500 quelli che sperimentano una turbolenza grave. E sono proprio i numeri di quest'ultime che presto potrebbero aumentare o addirittura triplicare. Ed è proprio il professor Williams a spiegarci cosa sta accadendo nei cieli, grazie agli studi fatti nel campo a partire dal 2013. «Abbiamo eseguito alcune simulazioni al computer e abbiamo ora sufficienti prove che dimostrano che la corrente a getto attualmente è più forte del 15%, rispetto alle prime misurazioni satellitari negli anni Settanta», ha dichiarato l'esperto a Simple Flying. «È questo ciò che provoca più turbolenze, soprattutto quelle dell'aria chiara. Il cambiamento che mostrano i satelliti è enorme. Quindi, secondo i nostri calcoli, nei prossimi decenni le turbolenze si verificheranno a un'intensità doppia, se non tripla». E parlando di risultati, ciò che emerge dalle analisi è un altro fenomeno: quello delle cosiddette "Clear Air Turbolence", le turbolenze dell'aria chiara o limpida. In sostanza, si parla di turbolenze che non sono collegate a nessun indizio visivo come tempeste, nuvole o temporali. Colpiscono all'improvviso e sono difficili da evitare. Stando a un rapporto del National Transportation Safety Board statunitense, tra il 2009 e il 2018 l'equipaggio di volo non ha avuto alcun preavviso di questo fenomeno in circa il 28% degli incidenti legati alle turbolenze. E non è tutto. L'analisi del professor Williams suggerisce anche che l'aumento di turbolenze si verificherà più verosimilmente sulle rotte di volo più trafficate - dunque Nord America, Pacifico settentrionale ed Europa - nel periodo compreso tra il 2050 e il 2080, quando la CO2 nell'atmosfera sarà doppia rispetto alla concentrazione preindustriale. «Su un volo transatlantico di norma ci si può aspettare fino a 10 minuti di turbolenza. Tra qualche decennio i minuti potranno diventare venti, se non addirittura mezz'ora», ha dichiarato alla CNN.
«Gli aerei non cominceranno a cadere»
La buona notizia è che anche con l'aumento delle turbolenze viaggiare non diventerà più pericoloso. Al contrario, gli aerei sono progettati per resistere anche alle turbolenze più aggressive e al tempo stesso, i piloti sono preparati e conoscono i trucchi del mestiere per affrontare queste situazioni. Come si svela Traveltomorrow.com, tra questi trucchetti ci sono la riduzione della velocità e il cambiamento di quota. Inoltre, proprio perché la natura è imprevedibile e il tempo può cambiare repentinamente e senza preavviso, in alcune cabine di pilotaggio sono installati sensori in grado di rilevare le turbolenze e la loro intensità. L'aereo continuerà a essere un mezzo di sicurezza sicuro, e come afferma il professor Williams, «Non cominceranno a caderne dal cielo, perché sono costruiti con specifiche molto elevate, in grado di resistere alle peggiori turbolenze che si possano incontrare, anche in futuro». Niente paura, quindi, ma allacciamo le cinture.