Il punto

Come risponderà Israele al razzo lanciato su Majdal Shams?

L'attacco ha provocato 12 vittime, tutti bambini e adolescenti secondo le prime testimonianze – Il primo ministro israeliano Netanyahu rientrerà prima del previsto dagli USA e promette una risposta muscolare – Il rischio è quello di una guerra totale con Hezbollah
©ATEF SAFADI
Red. Online
27.07.2024 22:00

Dodici persone. Tutti, riporta fra gli altri Haaretz, citando testimoni sul posto, bambini e adolescenti fra gli otto e i quattordici anni. È il bilancio, parziale, delle vittime provocate da un razzo lanciato dal Libano sulla città druso-israeliana di Majdal Shams, nel nord del Paese, sulle Alture del Golan. Nell'attacco, hanno spiegato i servizi di emergenza israeliani, sono rimaste ferite 28 persone. Quello consumatosi oggi, spiega sempre Haaretz, è stato l'attacco più sanguinoso in territorio israeliano dai raid di Hamas del 7 ottobre scorso.

Le Forze di difesa israeliane (IDF) hanno attribuito a Hezbollah la paternità del lancio. Il gruppo militante libanese, finanziato dall'Iran, ha tuttavia negato ogni responsabilità. La situazione, va da sé, rischia letteralmente di esplodere: lo scenario, più volte paventato, di una guerra totale con Hezbollah potrebbe diventare realtà. Il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu, attualmente negli Stati Uniti, ha convocato il gabinetto di sicurezza al suo rientro. L'Ufficio del primo ministro ha dichiarato che Netanyahu rientrerà prima del previsto in Israele. Nel frattempo, il ministro della Difesa, Yoav Gallant, ha incontrato il Capo di Stato Maggiore Herzl Halevi e altri esponenti della Difesa. Gallant, ha fatto poi sapere il suo ufficio, ha già ricevuto «opzioni per un'azione contro Hezbollah». L'IDF, per contro, ha dichiarato che risponderà a quanto successo «con severità». Secondo le Forze di difesa israeliane, questo attacco è una risposta all'uccisione di alcuni agenti di Hezbollah a Kfarkela, in territorio libanese, sabato scorso. Daniel Hagari, portavoce dell'IDF, ha detto che nonostante le sirene di allarme si siano attivate non appena il razzo è stato rilevato, i civili non hanno avuto abbastanza tempo per mettersi al riparo. Netanyahu, tornando al primo ministro, ha parlato con il leader spirituale della comunità drusa, lo sceicco Muafak Tarif, esprimendo profondo shock per l'attacco. Il premier ha chiesto di trasmettere, a nome dell'intera nazione di Israele, le condoglianze inviate dal profondo del cuore alle famiglie delle persone assassinate e all'intera comunità drusa. Lo stesso Netanyahu, citato dai media, ha garantito alla comunità drusa che «Israele non lascerà che questo attacco omicida resti senza risposta: Hezbollah pagherà un prezzo elevato per questo, un prezzo che non ha mai pagato prima».

Immediatamente dopo l'attacco, il primo ministro ad interim del Libano, Najib Mikati, ha rilasciato una dichiarazione: «Il governo libanese condanna tutti gli atti di violenza e aggressione contro tutti i civili e chiede l'immediata cessazione delle ostilità su tutti i fronti. Prendere di mira i civili è una flagrante violazione del diritto internazionale e va contro i principi dell'umanità». Il ministro degli Esteri israeliano, Israel Katz, ha dichiarato che Israele «si sta avvicinando a una guerra totale contro Hezbollah» ha riferito Axios.

Beni Ben Muvchar, capo del Consiglio regionale di Mevo'ot Hahermon nonché presidente della Galilea orientale, un gruppo di 15 comunità, ha dichiarato: «Fino a oggi ci siamo morsi le labbra lasciando che il gabinetto di sicurezza desse istruzioni all'esercito per combattere, mentre i civili non interferivano nella conduzione dei combattimenti. Ma oggi è stata superata una linea rossa che i residenti del nord non possono ignorare». E ancora: «Negli ultimi dieci mesi, il distretto della Galilea orientale ha dovuto affrontare attacchi, morti, sfollamenti, istruzione che non è istruzione, difficoltà economiche e danni al turismo, alle imprese e all'agricoltura. Prometto ai nostri fratelli drusi che combatteremo tutti affinché Israele porti piena sicurezza al confine settentrionale».

Negli ultimi due mesi, il lancio di razzi verso il nord di Israele, nelle Alture del Golan, si è intensificato. Tuttavia, le comunità che vi si trovano non sono state evacuate, a differenza di gran parte della Galilea e della regione di confine tra Israele e Libano. Majdal Shams, una città ai piedi del monte Hermon, nell'estremo angolo settentrionale delle Alture del Golan, è abitata principalmente dalla comunità drusa, una minoranza etno-religiosa araba in Israele. Nella porzione delle Alture del Golan annessa a Israele sono rimasti quattro villaggi drusi, che ospitano circa 23 mila persone. L'area fu conquistata nel 1967 durante la Guerra dei Sei Giorni. Nel 1981, le Alture del Golan vennero formalmente annesse da Israele: ai drusi che vi abitavano era stata offerta la cittadinanza israeliana. Nel 2022, solo il 20% circa della popolazione drusa delle Alture del Golan aveva la cittadinanza israeliana, ma questo numero è in rapida crescita.

In questo articolo: