Come sono fatti i Merkava, gli avanzatissimi carri armati israeliani
Sono considerati il fiore all'occhiello delle forze di difesa israeliane, conosciute anche con l'acronimo IDF. I carri armati Merkava, arrivati alla quinta generazione con i primi Merkava «Barak». Mezzi, questi ultimi, consegnati al 52. battaglione corazzato della 401. brigata. E ritenuti, a giusta ragione, il non plus ultra a livello tecnologico. Detto che i primi esemplari di «Barak» sono entrati in servizio quest'anno, nel 2023, le colonne di carri armati che, in queste ore, stanno stringendo la morsa attorno a Gaza in risposta all'attacco di Hamas del 7 ottobre in territorio israeliano, leggiamo, sono composte principalmente da MK4 e MK3. D'accordo, ma di che mezzi stiamo parlando? Vediamo assieme alcune caratteristiche.
L'idea di costruire un carro armato
Per molto tempo, fino al termine degli anni Settanta, Israele ha dovuto fare ricorso a mezzi corazzati di Paesi terzi. Le caratteristiche e la conformazione del territorio, come la decisione, strategica, di non voler più dipendere dagli altri sul fronte della difesa, hanno spinto il Paese a dotarsi di propri carri armati. Di qui la creazione di un progetto ad hoc, sfociato nella realizzazione della prima serie di Merkava. Un nome tutto fuorché casuale, visto che questa parola in ebraico significa carro e, allargando il campo, rappresenta altresì un omaggio al «carro di fuoco» citato da Ezechiele nella Bibbia. Il focus, manco a dirlo, sin dal principio è stato posto sull'efficacia protettiva. Emersa sin da subito: entrato in servizio nel 1979, i Merkava MK1 è stato impiegato in battaglia per la prima volta nel 1982, nella guerra del Libano.
Fra le caratteristiche dei Merkava, citiamo, ci sono una migliore protezione dell'equipaggio e, analogamente, una probabilità più alta di sopravvivere in caso di attacco. Caratteristiche tramandate di anno in anno, modello dopo modello, generazione dopo generazione, fino appunto ai Merkava MK4. Al fine di garantire l'incolumità degli occupanti, i Merkava sono dotati di una fortissima corazzatura anteriore. Dietro alla quale trovano posto il motore e altre parti meccaniche: una soluzione tecnologica certo inusuale, rispetto ad altri carri. Una soluzione, per contro, che consente alle forze israeliane di caricare più munizioni a bordo. Anche il doppio rispetto a concorrenti della stessa classe.
I sistemi di difesa
Se è vero che la corazzatura, nelle prime versioni, ha dato qualche grattacapo in termini di mobilità e velocità, le ultime generazioni hanno beneficiato di materiali più leggeri ma altrettanto resistenti. Oggi, ad esempio, le corazzature dei Merkava sono modulari, facilmente sostituibili in caso di danneggiamento o, addirittura, qualora venissero progettate corazzature ancora più moderne. Gli ultimi Merkava, spiegano gli esperti, godono di un'ottima difesa grazie al sistema di protezione attiva Trophy (APS). Un sistema sviluppato dall'israeliana Rafael Advanced Defense Systems Ltd. basato sul rilevamento radar. In sostanza, di fronte all'arrivo di armi anticarro, il sistema è in grado di sparare proiettili esplosivi che intercettano la minaccia prima che raggiunga il mezzo. Il sistema è talmente efficace, funziona con granate RPG, missili ATGM, razzi e tanto, tantissimo altro, che viene adoperato pure dagli Stati Uniti sugli Abrams. I «Barak» di ultimissima generazione, inoltre, possono contare su telecamere notturne e diurne con visuale a 360 gradi e possono individuare gli obiettivi sfruttando pure l'intelligenza artificiale. Hai detto poco.
Le caratteristiche
Detto delle possibilità difensive, i Merkava sanno fare male. Molto male, volendo. I carri armata MK3, MK4 e il recente «Barak» vantano un cannone principale da 120 millimetri a canna liscia, capace di sparare munizioni perforanti, esplosive o addirittura missili anticarro LAHAT. Nei modelli più moderni, secondo il Ministero della Difesa israeliano, il sistema di osservazione e mira è duplice. Tradotto: l'artigliere può mirare, il comandante osservare eventuali minacce in altre direzioni.
Non finisce qui, perché i Merkava dispongono pure di tre mitragliatrici da 7,62 millimetri e una da 12,7 millimetri, oltre a un lanciagranate automatico da 40 millimetri e un mortaio da 60, la cui gittata è di poco inferiore ai tre chilometri. Tra i sistemi più esclusivi progettati per gli ultimi carri armati vi è pure l'elmetto Iron View, che permette «di vedere l'ambiente esterno dall'interno del veicolo da combattimento», come spiegato da un alto funzionario del Corpo corazzato dell'IDF.
Sabato, secondo alcuni report Israele avrebbe perso 14 Merkava MK4 durante l'attacco di Hamas. Alcuni carri sarebbero stati distrutti, mentre altri sarebbero addirittura finiti nelle mani del gruppo palestinese. Tuttavia, sono stati avanzati forti dubbi circa la veridicità di quanto affermato. Quello che sappiamo, invece, è che molti di questi carri sono stati dispiegati lungo il confine con Gaza. Segno che l'offensiva via terra, effettivamente, potrebbe scattare presto, molto presto.